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Alessandria

Luoghi del cuore-FAI: una firma virtuale per salvare il Museo del cappello Borsalino di Alessandria e un pezzo di storia italiana

Redazione Quotidiano Piemontese

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borsalinoUna sfida importante è in corso per salvare un pezzo della cultura piemontese e italiana, un pezzo di storia del grande artigianato che ha reso famoso il nostro Paese nel mondo: raccogliere 50mila firme per evitare la chiusura del Museo del Cappello Borsalino. Basta poco, insomma, per sostenere questa iniziativa: collegarsi a questo link del censimento FAI-I luoghi del cuore e votare in pochi secondi, se possibile condividendo anche l’appello con i vostri conoscenti e amici. L’obiettivo delle 50mila firme deve essere raggiunto entro il 30 novembre e avere così la possibilità di ricevere fondi da FAI e Intesa San Paolo. La Delegazione FAI di Alessandria sollecita una grande mobilitazione per tutelare questo Museo unico, situato nella storica Sala Campioni del Palazzo Borsalino, che ospita i campioni di tutti i copricapo prodotti dallo stabilimento a partire dal 1857, anno di fondazione, sino ai  giorni nostri. Circa 2000 cappelli delle più diverse fogge, scelti tra i più significativi della produzione e del patrimonio estetico e culturale dell’azienda, prendono posto negli storici armadi disegnati da Arnaldo Gardella.
Sono moltissimi sono i motivi per segnalare il Museo del Cappello Borsalino come ‘luogo del cuore’. Partendo dall’abilità del giovane Giuseppe Borsalino ad apprendere il mestiere del cappellaio, a metterlo in pratica aprendo, nel 1857, con il fratello Lazzaro, il primo laboratorio artigianale, nel giro di poco tempo, la produzione aumentò come pure i lavoranti che arrivarono ad essere una decina, con il successo graduale ottenuto dalla sua produzione nel giro di pochi anni dovette abbandonare il vecchio laboratorio ed aprire un nuovo opificio con una quarantina di lavoranti e a dieci anni dall’inizio dell’attività gli addetti alle lavorazioni arrivarono ad essere ottanta. Dopo vari riconoscimenti, esposizioni nazionali ed internazionali con menzioni d’onore e attestazioni, la crescita fu continua fino ad arrivare, nella storia dello stabilimento, ad avere 2500 addetti. Oggi, della fabbrica, rimane solo la parte adibita a museo e sede universitaria, il resto è stato demolito per lasciare spazio a moderne costruzioni. I Borsalino sono storicamente legati alla realizzazione dei primi istituti assistenziali e provvidenziali a favore dei dipendenti del loro cappellificio, diedero il lavoro alle donne, furono benefattori dell’ospedale, parteciparono alla sottoscrizione a favore dell’ospedaletto infantile, promosse la Cassa Pensioni Operai, contribuirono concretamente a varie forme assistenziali (orfani di operai, sussidi lavoratori inabili, ecc.), fecero costruire l’Educatorio, l’acquedotto cittadino e rete fognaria, dispensario antitubercolare, sanatorio, ospizio della divina provvidenza, casa di riposo, case per operai e per impiegati, restauro della casa delle piccole suore della divina provvidenza, ecc… Come ci ricorda il Fai: “Non dimenticare chi siamo è un diritto e dovere civile: conoscere la nostra storia, preservarla per poterla tramandare è il compito di ogni cittadino responsabile. Sarebbe da stolti non prodigarsi per il recupero e la valorizzazione del patrimonio del nostro territorio, la cui protezione porterebbe anche benefiche ricadute sul nostro tessuto economico e sociale!”.

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