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TDoR 2014 a Torino: folla e commozione alla marcia annuale per le vittime della transfobia

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tdor torino 2014 - 2In tutto il mondo oggi si è celebrato il Transgender Day of Remembrance (cadeva il 20 novembre, si è scelto il sabato per favorire la partecipazione), noto semplicemente come TDoR, e Torino non ha fatto eccezione. In centro città, il tragitto che unisce piazza Vittorio a piazza Castello percorrendo tutta via Po è stato percorso da tutti coloro che hanno voluto ricordare le tante vittime della transfobia, una forma d’odio spesso sottaciuta. Il camioncino che apriva la manifestazione portava una band che suonava dal vivo musica jazz, e dietro le struggenti melodie si è snodato il serpentone umano formato dalle associazioni Agedo (Associazione Genitori di Omosessuali), Arcigay Torino, Coordinamento Torino Pride, Famiglie Arcobaleno; ma anche tante persone sotto nessuna sigla, famiglie, bambini. Il TDoR è giunto alla sua 15esima edizione, da quando nel 1998 l’uccisione (negli USA) di Rita Hester diede il via all’iniziativa.

I trans oggi rappresentano una fetta di popolazione emarginata come forse nessun’altra, spesso – nell’immaginario collettivo – neppure associata alla graduale ma costante apertura di massa verso le istanze di pari diritti dell’omosessualità; chi cambia sesso fatica enormemente a trovare datori di lavoro disposti ad assumere, e quindi a inserirsi nella società. Ma il TDoR parla di morti, di violenza; già, perchè il suddetto omicidio di Rita Hester, così come quello di Brandon che ispirò il fortunato film Boys don’t cry, ha trovato celebrità e le prime pagine dei giornali; ma è enorme il numero di violenze che non finiscono sotto alcun riflettore. Addirittura, solo nell’anno in corso, i trans uccisi nel mondo sono oltre 400: un assassinio ogni 32 ore, quasi sempre con la sola motivazione dell’odio verso una persona che ha la colpa di essere cio che è. Persone trans siedono nei parlamenti mondiali, partecipano alle Olimpiadi, si vedono intitolare strade e piazze, ma poi tante volte finiscono ai margini e nella violenza. Una storia che deve cambiare, partendo magari proprio dal TDoR.

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