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Ambiente

‘Spegnete di notte il grattacielo Intesa San Paolo’. La lettera di Paolo Hutter a Renzo Piano

Redazione Quotidiano Piemontese

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Foto Eco dalle Città

“Per quale motivo e quale scopo le luci del grattacielo Intesa Sanpaolo sono quasi tutte accese, per tutta la notte, anche quella tra sabato e domenica?”. Il direttore di Eco dalle Città, Paolo Hutter, scrive una lettera, pubblicata dal quotidiano Repubblica, al celebre architetto Renzo Piano che ha progettato il grattacielo del gruppo bancario. Ecco di seguito il testo della lettera:

Caro architetto Piano, per quale motivo e quale scopo le luci del grattacielo Intesa Sanpaolo sono quasi tutte accese, per tutta la notte, anche quella tra sabato e domenica, e vengono spente dopo l’alba, ancora più tardi di quelle dell’illuminazione stradale? Non sto parlando ovviamente di quelle strampalate luci di posizione colorate che si accendono e si spengono presumo per regolamenti aerei (come se davvero si dovesse evitare in questo modo che un pilota ubriaco ci sbatta dentro con l’aereo o l’elicottero).

Sto parlando delle luci interne degli uffici e delle scale, quasi tutte accese anche se quasi tutti gli uffici sono ancora inutilizzati. Se anche fossero poche le persone a cui dà fastidio vedere queste luci, ci sono argomenti importanti di cui tener conto. E le domande vanno rivolte anche o innanzitutto a Renzo Piano, che dall’inizio, di fronte a ogni contestazione ha accettato di porsi come garante della validità dell’operazione grattacielo in tutti i suoi aspetti, compresi quindi quello energetico e paesaggistico. Non basta che buona parte dell’energia che alimenta il grattacielo – se così è – sia di origine geotermica. Occorre anche rispettare un minimo criterio di risparmio energetico. Non sappiamo quanto costi a Intesa Sanpaolo tenere accese le luci per tutta la notte, ma se anche si trattasse di poche migliaia di euro l’anno (e non credo) si tratta di una ostentazione di indifferenza alla bolletta, molto antipatica e contro-educativa. Persino la Mole, giustamente, a una cert’ora viene spenta. E tutti stiamo imparando spegnere le luci e persino gli stand by degli uffici quando usciamo.

La banca vuole ricordarci che è privata e ricca e non bada a queste quisquilie? E il grattacielo della Regione che farà? Ma ci sono due temi più importanti di quello energetico e che vanno di pari passo: quello dell’inquinamento luminoso e quello del paesaggio. Se sul paesaggio diurno le preoccupazioni dei difensori della skyline torinese sono state travolte – ma la Mole continua ad avere un certo rilievo, e le Alpi ancor di più – di notte se non si spengono le luci la torre Intesa San Paolo domina in maniera soverchiante e assoluta in un raggio di decine di chilometri. E l’inquinamento luminoso cos’è se non l’abuso di luci anche quando e quanto non servono? In Francia la nuova legge impone di spegnere le luci a uffici e negozi quando sono chiusi, salvo particolari e dimostrate esigenze turistiche. Si può pensare che la banca lasci accese tutte le luci per ragioni d’immagine. Così di notte tutti si ricordano della banca anche senza leggerne il nome (tutti sanno di chi è il grattacielo).

Ma se questo è lo scopo, sarebbe meglio che facessero qualcosa di più originale della semplice luce accesa. Che lo facessero per poche ore, non per tutta la notte, e pagando un corrispettivo adeguato a quello che ottengono, e cioè di essere uno straripante segno pubblicitario. (Altrimenti, non avendo serrande da abbassare, mettano le tende non filtranti…).

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