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Politica

Lo smemorato di Grugliasco: il sindaco Roberto Montà ha dimenticato per anni di pagare tassa sui rifiuti e Ici

Redazione Quotidiano Piemontese

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La scoperta l’ha fatta un po’ di tempo fa Mariano Turigliatto ex sindaco di Grugliasco: l’attuale sindaco del comune Roberto Montà del PD per quattro anni non ha pagato l’imposta sui rifiuti, nel 2010 non ha pagato l’Ici nel Comune di Grugliasco in cui è stato prima assessore al bilancio e ora sindaco per un totale di quasi 1.400 euro non versati nelle casse del suo municipio.

Scrive Turigliatto nel suo blog

Il problema non sono i 1400/1500 euro che Montà doveva al Comune di cui è stato prima assessore al Bilancio e ora sindaco. L’entità dell’importo è tale che chiunque capirebbe che non si tratta di indigenza o dimenticanza. E’ evidente che si tratta di impunità  e di arroganza: questi i tratti caratteriali e culturali del soggetto, queste le ragioni di una sua drammatica sottovalutazione dell’impatto che potrebbero avere azioni e prese di posizione che al cittadino comune verrebbero perdonate in cambio di una sanzione pecuniaria, ma che al sindaco non possono essere permesse.
Già il 16 novembre gli ho mandato una lettera riservata (regolarmente protocollata in busta chiusa) nelle quale gli facevo presente che qualcosa non andava nella sua situazione di contribuente del Comune… e gli chiedevo precisazione e risposta. Ho aspettato 15 giorni nel suo più assoluto silenzio, mantenendo segreta la scoperta in attesa che mi fornisse le spiegazioni che avevo richiesto, non volevo fargli male. Poi, il 1 dicembre ho presentato l’interrogazione. E’ incredibile che lui non abbia adoperato quei giorni per rendersi conto del pericolo che correva e cercare soluzione per minimizzare l’impatto. Che faccia nello stesso modo anche per le questioni che deve affrontare da sindaco? In questo caso c’è da aver paura… soprattutto per la qualità dei collaboratori di cui si è circondato.
Il 2 dicembre, vale a dire il giorno dopo la presentazione dell’interrogazione mi ha chiamato per dirmi che la risposta alla mia lettera precedente l’aveva preparata, ma che si era dimenticato di darmela. E me l’ha portata. La risposta porta la data di protocollo del 1 dicembre: l’ha scritta dopo che aveva saputo dell’interrogazione. Il senso dell’impunità e la boria abituale lo hanno spinto anche a sottovalutare le mie capacità di comprensione e di interpretazione. Che faccia così anche quando, da sindaco, deve valutare persone e situazioni per assumere decisioni utili al progresso della città?
Le sue dichiarazioni ai giornali – oltre a contenere alcune vistose bugie di cui ci occuperemo nel prosieguo di questa vicenda – sono i uno squallore senza pari. Madre (purtroppo defunta), figlia (appena nata) e moglie (sbadata e pasticciona) sono diventate il paravento alle sue dimenticanze: anche loro sbattute in prima pagina senza colpo ferire. Quale uomo farebbe una cosa del genere?
Chiamare in causa gli affetti più cari e intimi per coprire le proprie mancanze è segno di grande immaturità e di immensa debolezza. Sorge il sospetto che faccia così anche da sindaco e questo non è certo un bene per Grugliasco.Infine, gli uffici: anche loro chiamati in causa con il suo solito fare minaccioso, come se fossero loro i colpevoli (perché con troppa ritrosia mi hanno fornito le informazioni che ho ripetutamente richiesto in modo ufficiale) e non lui. Quale sindaco metterebbe i dipendenti del suo comune in questa situazione imbarazzante e, per loro, pericolosa?

Montà si è così giustificato in un intervista

«Cosa è accaduto? – dice Montà – Semplice. Per quanto riguarda l’Ici, il pagamento mancato riguarda quattro mesi da ottobre 2010 a gennaio 2011. Ossia da quando è stato fatto l’atto di acquisto della casa dal notaio, a quando siamo andati con mia moglie a viverci». E poi puntualizza: «Per gli altri immobili di mia proprietà ho sempre pagato tutto e puntualmente. Ma di questo non ne avevo saputo nulla».

Più complesso il caso delle bollette Tari. «Tutte le mie bollette – sostiene il sindaco – sono domiciliarizzate presso la banca». In verità, però, le bollette erano intestate alla moglie, Erika Faienza. «È colpa mia – dice la donna – ma non è che non volessimo pagare. Come succede in tante famiglie, ho solo dimenticato di farlo». Dunque una distrazione. «Il guaio – confida Faienza – è che da quando è nata mia figlia ci siamo trasferiti per più di un anno a casa di mia mamma e ho perso il controllo delle bollette».

Va ricordato che proprio la citata moglie Erika Faienza, anche lei attiva in politica ha avuto in passato dei trascorsi turbolenti essendo stata condannata per un anno e tre mesi con la sospensione condizionale della pena, per  falso in violazione della legge elettorale

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