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Cultura

Chi dovrebbe entrare nella Walk of Fame del cinema torinese secondo i protagonisti del cinema torinese

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Abbiamo chiesto ai principali protagonisti del cinema a Torino chi, secondo loro, meriterebbe di essere inserito nella Walk of Fame, la strada delle stelle del cinema locale che sorgerà in via Montebello, proprio nel percorso che unisce il Museo Nazionale del Cinema con il Cinema Massimo. Ecco quello che ci hanno risposto.

Alberto Barbera (direttore del Museo Nazionale del Cinema e della Mostra del Cinema di Venezia)

Partendo dal muto…
Giovanni Pastrone
Maciste (Bartolomeo Pagano)
Maria Adriana Prolo (fondatrice del Museo del Cinema)
Mario Soldati
Raf Vallone
Macario
Tullio Pinelli (grande sceneggiatore)
Caterina Boratto
Franco Cristaldi
Gianni Rondolino
Gianni Volpi
Paolo Gobetti
e naturalmente molti altri…

Emanuela Martini (direttrice del Torino Film Festival)

Sarebbe bello inserire dei nomi che sono legati alla storia del Torino Film Festival, a partire naturalmente da Gianni Rondolino e Ansano Giannarelli (che fondò Cinema Giovani insieme a lui). E poi, direi Moretti, Amelio e Virzì.
Ma i nomi sono in realtà tantissimi e credo abbia ragione Alberto Barbera quando dice che bisogna istituire un comitato di “saggi” che decidano.

Paolo Damilano (presidente del Museo Nazionale del Cinema, presidente della Film Commission Torino Piemonte)

Il primo nome che mi viene in mente è ovviamente la vincitrice del premio Cabiria Valeria Golino. Poi Maria Adriana Prolo, Gianni Rondolino (ovvio), Paolo Sorrentino, Macario, Buscaglione, Mario Gromo.

Raf Vallone, per “Riso amaro” di Giuseppe De Santis (1949), “Il cammino della speranza” di Pietro Germi (1950), “Il bivio” di Fernando Cerchio (1951), “Italian Job – Un colpo all’italiana” di Peter Collinson (1969) e prima giornalista e calciatore del Torino.

Marcello Mastroianni, cresciuto a Torino e poi tornato per “I compagni” di Mario Monicelli (1963), “La donna della domenica” di Luigi Comencini (1975), “Stanno tutti bene” del Premio Oscar Giuseppe Tornatore (1990), “A che punto è la notte” di Nanni Loy (1994).

Vittorio Gassman per “Riso amaro”, “Guerra e pace” di King Vidor (1956), “Profumo di donna” di Dino Risi (1974).

Ugo Tognazzi, per “La stanza del vescovo” di Dino Risi (1977), “Bertoldo, Bertoldino e… Cacasenno” di Mario Monicelli (1984), e in Piemonte per due film anche come regista, “Cattivi pensieri” (1976) e “I viaggiatori della sera”.

Mariangela Melato, per “Mimì metallurgico ferito nell’onore” di Lina Wertmüller (1972), “La fine è nota” di Cristina Comencini (1992).

E ancora i nomi internazionali storici che hanno girato qui: Audrey Hepburn ed Henry Fonda in “Guerra e pace”, e David Hemmings in “Profondo Rosso” di Dario Argento.

Tra i registi si deve ricordare Carlo Lizzani, sceneggiatore, regista, storico e collaboratore del Museo Nazionale del Cinema, con “Riso amaro” di Giuseppe De Santis (1949), e i suoi “Esterina” (1959), “Banditi a Milano” (1968), “Torino nera” (1972), “Maria Josè, l’ultima regina” (2001), “Le cinque giornate di Milano” (2004), “Hotel Meina” (2007), “Torino ieri e domani”(2008).

E poi i grandi registi che per vari motivi hanno girato a Torino, tra cui Federico Fellini (che per un giorno fa da regista sul set di “Persiane Chiuse”, 1951), Michelangelo Antonioni (con “Le amiche”).

Giovanni Minerba (direttore Gay & Lesbian Film Festival)

Pastrone, Rondolino, Prolo, Volpi, Gobetti, Soldati, potrebbe starci anche Lietta Tornabuoni, grande critico per La Stampa, fra i tanti… e poi Ottavio Mario Mai, che un po’ di storia del cinema torinese l’ha scritta…
E ancora Barbera, Ventavoli, De Bernardi, Gaglianone, Della Casa, Moretti (per aver dato una sferzata al TFF), Ferrario…

Steve Della Casa (critico cinematografico, conduttore radiofonico, ex direttore del TFF, ex direttore della Film Commission)

Michelangelo Antonioni
Affascinato da Torino decide di girarvi il suo primo film “Cronaca di un amore” e sceglierà di tornarvi per “Le amiche”.

Federico Fellini
Il primo colpo di manovella lo ha dato proprio a Torino, quando venne chiamato a sostituire Puccini per il film “Persiane chiuse”, che dopo poco venne affidato a Luigi Comencini. Fellini ha avuto modo di conoscere bene Torino anche grazie alla sua amicizia con Gustavo Rol. È noto che i due si incontrassero spesso proprio nella capitale sabauda.

Mario Soldati
Il suo film “Piccolo mondo antico” è stato girato sul lago maggiore e ogni giorno i giornalieri venivano mandati nei laboratori di Torino. Soldati sceglie ancora Torino come sua città d’elezione, molto tempo dopo, per un episodio del film collettivo “12 registi per 12 città”.
E non è un caso se nel suo romanzo “Le due città” si parla di un regista che non sa se girare a Roma o Torino…

Caterina Taricano (direttrice di “Mondo Niovo”)

Maria Adriana Prolo
Perché è stata una grande collezionista e studiosa di storia del cinema muto, è stata lei a creare e poi a dirigere il Museo Nazionale del Cinema di Torino. È stata una delle prime personalità, con Einar Lauritzen e Henri Langlois, ad avere avuto l’idea di costituire non solo una cineteca, ma anche un museo completamente dedicato al cinema. è stata fondatrice della rivista Mondo Niovo (notiziario dell’AMNC) di cui ho l’onore di essere direttrice.

Dario Argento
È stato il primo regista a farci vedere Torino sotto una luce diversa. Torino con lui è stata scoperta, scomposta, trasformata nella città ideale dei suoi incubi, incubi pieni di fascino che hanno conquistato le platee di tutto il mondo. Argento gira infatti ben 7 film a Torino e uno, il più famoso, Profondo rosso, fa letteralmente il giro del mondo. La famosa scrittrice giapponese Banana Yoshimoto è venuta in visita nella nostra città proprio per scoprire le location di questo film, di cui si è sempre professata una grandissima fan.

Lorenzo Ventavoli
Quando si pensa al cinema a Torino non si può non pensare a Lorenzo Ventavoli, anzi alla dinastia dei Ventavoli, che ha messo al servizio della città capacità e ingegno.
Il vecchio Giordano Bruno Ventavoli è stato uno dei 7 soci fondatori del Museo del Cinema e ha dato vita partendo da una piccola sala in periferia, il cinema Diana, a quello che sarebbe diventata una fortunata impresa di famiglia. Lo stesso Lorenzo ha rivestito nel sistema cinema torinese ruoli importanti: è stato presidente del Museo del Cinema (è grazie a lui che è stato aperto il cinema Massimo) e del Torino Film Festival nel periodo in cui questa manifestazione ha goduto del maggior prestigio, ovvero nell’era Nanni Moretti.
Lorenzo Ventavoli è stato anche fondatore, nel 1958, del primo cinema d’essai italiano, il cinema Romano, ed è stato i primo nel 1983 ad aprire la prima multisala italiana, il cinema Eliseo.

Stefano Della Casa
Dobbiamo ringraziarlo per averci regalato le migliori edizioni del Torino Film Festival. Sotto la sua direzione il Tff ha conosciuto visioni uniche, proponendosi come rassegna di cinema e luogo privilegiato di scoperta. Steve Della Casa ha dato molto a Torino anche grazie alla sua Presidenza alla Film Commission Torino Piemonte, che sotto la sua guida è stata un modello per tutte le altre. Steve Della Casa ha inoltre contribuito con numerose pubblicazioni a promuovere l’immagine di Torino come città del cinema.

Giulia Carluccio (docente di Storia del Cinema all’Università di Torino e presidente del corso di laurea in DAMS)

Pastrone, Macario, Soldati, Mastroianni, Argento, Monicelli, tutti i protagonisti de “La donna della domenica” (la Bisset e Trintignant), oltre al già citato Mastroianni, Moretti, Tullio Pinelli, Caterina Boratto, Gianni Rondolino, Maria Adriana Prolo (assolutamente).

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