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I vincitori di Accendi la Resistenza. Storie di uomini e donne in guerra

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sono stati premiati i 6 progetti vincitori di “Accendi la Resistenza. Storie di uomini e donne in guerra”, il concorso creativo sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e rivolto agli under 35, per raccontare la Resistenza attraverso cinema, teatro, musica e fumetto.

L’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti (Istoreto), partner del Polo del ‘900, ha promosso il concorso, incentrato sulla narrazione della Seconda Guerra Mondiale e dei “venti mesi” della Resistenza. L’obiettivo è stato quello di tradurre in rappresentazioni nuove ed efficaci – attraverso linguaggi come cinema, teatro, musica, fumetto – le suggestioni che la conoscenza di questo passato, fondamentale per la costruzione di una cittadinanza attiva, offrono a un pubblico non tradizionale.

I destinatari del progetto sono stati i giovani nati dopo il 1980, appartenenti a generazioni per le quali quei fatti sono molto distanti nel tempo e non più mediati dai racconti familiari.

La commissione, formata da giovani under 35, storici, esperti e rappresentanti del Polo del ‘900 ha stabilito i seguenti vincitori di un premio in denaro di 1000 euro:

Premio giovani (ex aequo):

– l’opera di Béatrice Louise Borsa dal titolo Lottammo odiando la guerra e la morte .

La sceneggiatura teatrale è una valida trasposizione della novella Il tedesco che non fu ucciso di Maria Luigia Guaita. L’opera, nella sua semplicità e schiettezza, legge la Resistenza con gli occhi di una ragazza di oggi, cogliendone elementi di vitalità e attualità come la contrarietà alla guerra e alla violenza, e l’umanità del nemico.

– l’opera di Camilla Arese e Federica Ramonda dal titolo Lettera per la libertà

La ballata originale delle due giovani autrici – ricordando le sofferenze e i sacrifici del partigianato – ribadisce con sincerità e immediatezza il valore esemplare della scelta resistenziale degli uomini e delle donne che combatterono per la nostra libertà, e getta uno sguardo di speranza sul presente e sul futuro.

Sceneggiature teatrali “Resistenza.tea: l ’opera di Marco Luciano dal titolo Ed era pura luce… storie d’amore e Resistenza. La sceneggiatura è il frutto di una ricerca storica approfondita, con l’utilizzo di testi tratti da Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini, da diari di partigiani e memorie di sopravvissuti agli eccidi nazisti. Il risultato è un tentativo riuscito di raccontare la guerra e la lotta di liberazione interrogandosi sui motivi e sul valore della scelta partigiana.

Cortometraggi “Resistenza.avi”: l’opera di Agnese Vigorelli dal titolo La grande sete che avevamo. Nell’opera è declinato il tema della Resistenza partendo dal fenomeno della deportazione politica in seguito agli scioperi degli operai di Sesto San Giovanni del marzo 1944. Una storia commovente, raccontata attraverso interviste, una solida documentazione storica e immagini di grande qualità. Protagonista della narrazione è l’autrice, il cui nonno – Angelo Signorelli – fu arrestato insieme al fratello e ad altri operai e deportato a Mauthausen.

Graphic novel Resistenza.gulp: l’opera di Giulia Cuter e Matteo Gatti dal titolo Formazione partigiana. Nel corso di una cerimonia pubblica, Franco e Renato, due ex partigiani un tempo nella stessa formazione, si ritrovano sul palco per essere premiati e per rivivere quella stagione della loro vita, frutto di due scelte differenti. Attraverso la tecnica del flash-back, all’interno di questa cornice narrativa, il soggetto di Giulia Cuter e Matteo Gatti svela una storia convincente e complessa – in cui si intrecciano coraggio e  tradimenti, sospetti e ideali – la cui realizzazione sarà una sfida importante per i due autori. Il disegno è di notevole valore e originalità, e contribuisce a dare spessore alla vicenda raccontata.

Premio per canzoni o album musicali: Resistenza.mp3: le opere del gruppo “Le Barricate” (Elisa Biason, Valeria Di Caro, Giulia Inguaggiato, Alice Mammola, Alice Visintin) dal titolo Il ricordo che è restato e Non ti ricordi il 31 dicembre”. Il quintetto vocale è arrangiato in maniera tecnicamente ineccepibile, e la scelta del lessico è curata. Le musiche preesistenti sono reinterpretate con testi nuovi filologicamente corretti, in stile “falso d’autore”, la cui genesi si può legittimamente far risalire al Cantacronache di Sergio Liberovici. Nel pezzo Non ti ricordi il 31 dicembre il combinato artistico riesce a elevare l’episodio dell’eccidio di Boves a momento esemplare per le generazioni a venire. La canzone Il ricordo che è restato – che rievoca alcune figure della seconda guerra mondiale, dalla staffetta partigiana al disertore – rientra nella lunga tradizione delle favole cantate, e si domanda cosa sia rimasto dell’esperienza del conflitto, chiudendosi con l’augurio che la strada tracciata dai protagonisti della Resistenza abbia ancora senso oggi.

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