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Cultura

L’hip hop a Torino dal Teatro Regio alla rabbia delle periferie

Redazione Quotidiano Piemontese

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La scena hip hop torinese dalla fine degli anni ’80 ha avuto un ruolo focale nel diffondere questa cultura in tutta Italia, non solo in Piemonte. Non si contano i rappers e i dj nati da questa città chehanno raccontato non solo il disagio della periferia urbana ma il dramma esistenziale di intere generazioni.
Nessun genere si presta quanto l’hip hop a raccontare la rabbia e il malessere del nuovo mondo globale, un po’ per la sua cratteristica di essere un genere che rifiuta i temi tradizionali della musica, infatti non ama parlare d’amore o sofferenza, e quando lo fa non cade nel banale, un po’ perchè l’hip hop nasce dal basso, e per questo interpreta i sentimenti della “base”, in un’ epoca come la nostra dominata dalla paura verso un futuro che tanti giovani definiscono “rubato” e una crisi economica che condiziona i destini di tutti.
A parte le periferie su cui bisognerebbe quasi sviluppare una riflessione a sè, dagli anni ’90 sono molti i luoghi della città in cui è possibile assistere a performance live di rapper e ballerini di break dance, dal Teatro Regio che ospita sui suoi marmi breakers che si allenano e spesso anche giovani mc che fanno freestyle, a Piazza Santa Giulia che il venerdì o il mercoledì sera si popola di ragazzi riuniti in cerchio a sfidarsi in freestyle intorno ad una cassa.
In particolare, il Teatro Regio rappresenta un luogo sacro dell’hip hop non solo per Torino ma per l’Italia, questa cultura si è diffusa anche grazie a questo luogo da cui sono passati gli interpreti più importanti di tutta la scena musicale hip hop italiana: il milanaese Kaos One; i Sangue Misto, tra i quali è tuttora fondamentale il contributo musicale di dj Gruff; il dj The Next One che è poi diventato anche uno dei membri della Rock Steady Crew, un gruppo di ballerini di break dance nato nel bronx di New York nel lontano 1977 e ancora in attività.

Questo luogo è diventato una leggenda in tutta Italia, perchè qui già negli anni ’80 si viveva l’hip hop, mentre nel resto d’Italia erano soprattutto i centri sociali ad ospitare i seguaci di questa cultura, Torino aveva trovato un luogo atipico per viverla e celebrarla, luogo che sembra sintetizzare la contrapposizione tra cultura alta e bassa, nel senso letterale.
Questo luogo ha visto crescere alcuni tra i rapper e i dj del passato diventati poi famosi in tutta Italia, come Dj Gruff, The Next One, i Gatekeepaz, Mauri B, Rata e Dj Double S, ma ancora oggi sono innumerevoli i contributi musicali che questa città continua ad offrire al panorama italiano.
Dj Double S può essere definito uno della “vecchia scuola”, è di Torino e ha collaborato con moltissimi musicisti, da Neffa a Mr Phil, da Bassi Maestro a Fritz Da Cat. Oggi è il dj ufficiale di Fabri Fibra e del rap contest più famoso d’Italia, il “Tecniche Perfette”, che riunisce tutta la nazione andando a scovare regione per regione giovani talenti che si sfidano nell’improvvisazione di rime sulle basi musicali suonate proprio dal dj torinese.

Probabilmente proprio il radicamento nel tessuto urbano e l’attenzione verso questo genere, ha spinto negli ultimi anni molti ad aprire scuole in cui si insegna la break dance, tra tutte spicca quella di Dj Gruff, la “Zero Stress Accademia” a Moncalieri, che non si occupa solo di break ma si propone come una scuola di hip hop e il cui nome riprende uno degli album da solista del dj, album che ancora oggi rappresenta un pietra miliare nella storia dell’hip hop italiano.
Gli artisti di Torino che si sono imposti nella scena nazionale negli ultimi anni sono moltissimi. In particolare, da Torino arriva Ensi che nella scena nazionale si è imposto come rapper anche per la sua bravura nel freestyle. Di recente ha collaborato con artisti provenienti da tutta Italia come Danno dei Colle der Fomento, Kaos, con il dj The Night Skinny, ha firmato con l’etichetta di Guè Pequeno nel 2012, mentre nel passato più prossimo ha condotto come speaker radiofonico il programma di Radio Deejay “One two One two” insieme a Emis Killa. Soprattutto nella prima fase della sua carriera, Ensi ha cantato il disagio delle periferie negli album “Sotto la cintura” e “Commerciale” insieme alla sua crew Onemic, formata anche dal fratello Raige e dall’amico Rayden. A dicembre è stato scelto dagli organizzatori del festival “Jazz Refound” per aprire il concerto del celebre dj americano Grandmaster Flash.

Se nella scena underground o indipendente non si contano i rappers di talento, spesso sottovalutati, tra i nuovi mc’s del panorama diventati famosi in tutta Italia va citato Willie Peyote, che si è distinto con il suo album “Educazione Sabauda” (che sembra in qualche modo parodizzare il titolo del famoso film “Educazione Siberiana” di Gabriele Salvatores) per la profondità dei suoi testi in cui sviluppa una riflessione globale graffiante sulla nostra epoca e sui suoi stereotipi, non puntando solo ad affermare una certo concetto di “street credibility”, purtroppo da sempre un tema, a mio avviso, sin troppo sfruttato in questo genere musicale.
Attualmente, in questo panorama così variegato non può mancare chi strizza l’occhio al genere della Trap, sottocategoria dell’hip hop che ha visto come protagonisti in Italia nell’ultimo periodo rappers come Sfera Ebbasta e Ghali. A Torino, il giovane rapper MCA, che sta per Meluso Carlo Alberto, alla fine di gennaio ha partecipato alla “Honiro Rap Battle Night” al Barrio’s di Milano cantando la rabbia della periferia torinese nel suo nuovo pezzo “21”, un pezzo rap che però ricorda le sonorità della trap, mentre circa un anno fa il rapper usciva con l’Ep mixtape “+Bianco” realizzato con Rase, un progetto totalmente autofinanziato.
Chissà cosa ci aspetterà il futuro di questo genere a Torino, sicuramente, date queste premesse, la vitalità dell’hip hop nel tessuto urbano non si esaurirà, dal Teatro Regio alle periferie.

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