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Polemica sulla locandina sessista della festa degli studenti del Politecnico

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’immagine è inequivocabile: un giovane Nerd con gli occhiali e una ragazza in ginocchio, tenuta per i capelli, che simula un rapporto orale. Non è piaciuta (per usare un eufemismo) la locandina, che da un paio di  giorni sta facendo il giro del web, di una festa in discoteca rivolta agli studenti del Politecnico. La locandina dell’evento, organizzato da University Night nella discoteca “La Gare” per gli studenti del Politecnico, è stata criticata da più parti perché ritenuta sessista.

In primis dai Giovani Democratici Piemonte che, con un comunicato stampa, spiegano:

Da qualche giorno gira su facebook questa locandina relativa ad una #festa in discoteca rivolta agli #studenti del #Politecnico.
Il messaggio veicolato da questa foto non è in alcun modo divertente nè idoneo ad una festa studentesca, non per l’atto in sè, ma per il concetto di “#preda sessuale” che comunica.
Noi crediamo in una sessualità #libera, volontaria e sincera, dove nessuno sia un #trofeo da esibire, ma dove sia riconosciuta e rispettata la #dignità, la #parità e la #libertà di scelta delle persone.
Per questo ci rivolgiamo agli organizzatori della festa chiedendone il #RITIRO IMMEDIATO, perchè per pubblicizzare una serata non c’è nessun bisogno di ricorrere a questi messaggi #sessisti che strumentalizzano disgustosamente il corpo della donna.
ADESSO BASTA!
Ludovica Cioria, segretaria regionale Giovani Democratici del Piemonte
Alice Slo Bodo, responsabile diritti Giovani Democratici Piemonte
Domenico Scarcello, coordinatore RUN Politecnico di Torino

Sulla questione è intervenuta anche l’assessora alle pari opportunità della Regione Piemonte Monica Cerutti:

Sono allibita davanti al manifesto che alcuni studenti del Politecnico di Torino hanno realizzato per promuovere il loro party studentesco. Quella che ne viene fuori è un’immagine sessista offensiva per la donna. Il messaggio è a dir poco vergognoso: per non essere considerati degli “sfigati” bisogna sottomettere le ragazze. È questo tipo di modello culturale che dobbiamo contrastare e ribaltare.

Dobbiamo sradicare la cultura maschilista per la quale la donna è ancora un oggetto a uso e consumo degli uomini. Messaggi del genere non contribuiscono a superare la cultura della donna oggetto e non ci si deve neppure nascondere dietro la scusante dell’ironia perché non vedo alcuna ironia in una campagna pubblicitaria che punta a svendere il corpo delle donne. È per questo che la legge regionale numero 4 del 2016 contro la violenza sulle donne al suo interno ha una parte specifica dedicata alla comunicazione pubblicitaria.

L’articolo 11 della legge regionale prevede che:

1. La Regione, nell’ambito delle politiche di genere, promuova un uso responsabile di tutti gli strumenti di comunicazione affinché i messaggi, sotto qualunque forma e mezzo espressi, discriminatori o degradanti, basati sul genere e gli stereotipi di genere siano compresi, decodificati e superati.

2. La Regione favorisce azioni dirette a contrastare la discriminazione dell’immagine femminile nella pubblicità e nei mezzi di informazione e comunicazione, volte a favorire una rappresentazione della donna coerente con l’evoluzione dei ruoli nella società, superando gli stereotipi di genere, nel pieno rispetto della dignità femminile e della parità.

3. La struttura regionale competente per le pari opportunità, in collaborazione con gli esperti del settore, con le scuole e le università, promuove azioni utili al contrasto agli stereotipi di genere, anche mediante l’assegnazione di un riconoscimento annuale, non in denaro, per la pubblicità che meglio ha saputo rappresentare la figura femminile.

4. Nei casi di utilizzo offensivo o discriminatorio dell’immagine della donna, il CORECOM si fa parte attiva per segnalare ai soggetti competenti la presenza di comportamenti non conformi ai codici di autodisciplina della comunicazione commerciale da parte di soggetti aderenti a tali codici.

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