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Cinemambiente 2019: il programma di sabato 1° giugno

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Il Festival avvia dal primo pomeriggio un weekend molto intenso di proiezioni ed eventi. L’appuntamento di apertura è con “Frame, Voice, Report!”, il progetto europeo che sostiene azioni di comunicazione e informazione promosse da piccole-medie organizzazioni della società civile
per sensibilizzare i cittadini europei sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e di cui è referente italiano il Consorzio Ong Piemontesi (COP). Il cartellone propone una selezione di sei reportage (al Centro Studi Sereno Regis, Sala Poli), girati in diversi Continenti, che approfondiscono temi quali i cambiamenti climatici, le migrazioni, le disuguaglianze di genere, le connessioni tra il Nord e il Sud del mondo. Contro Coltura (ore 14.45), di Luca Puzzangara, è un viaggio nel Senegal devastato dalla diminuzione delle piogge e dall’innalzamento del livello del mare, dove i tentativi di combattere gli effetti del cambiamento climatico hanno portato alla riscoperta della coltivazione del fonio, uno dei cereali più antichi dell’Africa sub-sahariana. In parallelo sarà possibile guardare, con visore, Senegal Detour, di Stefano Sburlati, un video immersivo che esplora gli effetti dei cambiamenti climatici in Senegal e le possibilità offerte dalla nuova coltura attraverso visioni potenti e immaginifiche ottenute con la combinazione di VR 360° e riprese 2D. Alla proiezione intervengono i registi, Alessia Ferro, responsabile progetti di NutriAid International, e Federico Cuomo, giornalista. Afar: dove i sogni e la terra bruciano (ore 15.45), di Tommaso Montaldo, racconta la lotta quotidiana per difendere il diritto a vivere nella propria terra delle popolazioni della regione etiope culla dell’umanità, oggi diventata una delle regioni più inospitali della Terra per la siccità provocata dai cambiamenti climatici. Alla proiezione intervengono il regista, Lia Curcio, responsabile della comunicazione di LVIA – Associazione Internazionale Volontari Laici, un rappresentante di Associazione Eufemia e Angelo Conti, consigliere d’amministrazione della Fondazione “La Stampa – Specchio dei tempi”. Con EkoKai (ore 16.30), un webdoc di Lorenzo Bernardi, Giorgia Marino e Sara Perro, si cambia Continente, approdando a Haiti, dove la ricostruzione post-terremoto, pur tra tante difficoltà, ha indotto anche la reinvenzione o il ripristino di tradizioni dimenticate, ricostituendo comunità e filiere economiche secondo un modello esemplare di buone pratiche e di sostenibilità per l’ambiente e per le popolazioni locali. Alla proiezione intervengono i registi, Valeria Cottino, presidente di “Architettura Senza Frontiere – Piemonte Onlus” e Annalisa Mosetto, vicepresidente di “Architettura Senza Frontiere – Piemonte Onlus”. È girato invece sotto la Mole Bangladesh and Piedmont: together towards SDGs (ore 17), di Luca Schilirò. Realizzato con l’Ashar Gan Onlus, il reportage prende ispirazione dal cliché del venditore di rose con cui molti identificano l’immigrato bengalese per documentare sia la percezione (lacunosa) della realtà del Bangladesh diffusa tra i torinesi, sia alcune gravi emergenze sociali del Paese sud-asiatico. Alla proiezione intervengono il regista ed Elisa Gioè, responsabile della comunicazione dell’Associazione Ashar Gan Onlus. Con Message from a Bottle (ore 18), di Niccolò Bruna, si ritorna in Etiopia, a Hawassa, dove la semplice quanto innovativa esperienza del riciclo del PET ha risollevato le sorti economiche e ambientali della città, che, come molte altre in Africa, rischiava di essere sommersa da un mare di plastica. Alla proiezione intervengono il regista e Marco Pastori, coordinatore progetti di CIFA Onlus – Centro internazionale per l’infanzia e la famiglia. Fa tappa in America Centrale, infine, The Power of Passport (ore 19) di Simona Carnino, che riflette sull’Obiettivo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite n° 10 (“Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni”) e, in particolare, sull’uguaglianza di accesso al diritto alla libertà di movimento tra Stati attraverso la storia di alcune donne indigene guatemalteche che tentano invano di migrare verso gli USA affidandosi alla rete illegale. Alla proiezione intervengono la regista e Stefania Di Campli, direttore esecutivo per l’Italia di MAÌS – Movimento per l’autosviluppo, l’interscambio e la solidarietà.
Nel pomeriggio si avvia la sezione competitiva del Concorso Cortometraggi Internazionali, con un gruppo di film, riuniti sotto il titolo “Il mondo deve sapere” (ore 15.45, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), che raccontano storie di resistenza di persone o piccole comunità decise a non arrendersi senza combattere di fronte alle emergenze o alle incombenti minacce ambientali: dal contadino indiano che si rifiuta di lasciare il suo villaggio ridotto allo stremo dalla siccità e si mette a scavare un pozzo (Village in the Sky di Ramesh Laxmanrao Holbole), all’artista lituano che disegna un gigantesco S.O.S. in mezzo a una piantagione di palme da olio per denunciare i danni che la loro coltivazione intensiva sta provocando alle foreste pluviali indonesiane (Save Our Souls di Sean Lin e Nicholas Chin), alla giovane olivicoltrice in guerra contro la costruzione di un ricco resort con campo da golf che minaccia la vita del suo piccolo paese sulla costa greca (A Simple Life, di Myrto Papadogeorgou e Robert Harding Pittman, in replica domenica 2 giugno, ore 20.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), ai ranger e ai volontari che, nella Repubblica Centrafricana, si schierano in prima linea, a rischio della vita, per la difesa dei gorilla in pericolo di estinzione (#Save Gorillas, di Chef Rubio), fino ai giovanissimi studenti torinesi impegnati nella nuova mobilitazione mondiale a favore dell’ambiente (FridaysforFuture: Torino c’è, di Riccardo Iacopino, Giovanni Iozzi, Raffaele Palazzo e Eugenio Villani, realizzato dalla Cooperativa Arcobaleno).
Le proiezioni saranno seguite da un incontro con Chef Rubio, autore di #Save Gorillas nell’ambito della campagna promossa dal WWF “Adotta un gorilla – Io sto con la natura”, con i giovani protagonisti di FridaysforFuture: Torino c’è, con l’autore della performance al centro di Save Our Souls, Ernest Zacharevic.
Fuori programma verrà proiettato anche il cortometraggio Ecomori for Future – Facciamo tornare la pioggia, di Josè Campos, che documenta la partecipazione dei collaboratori africani di Eco dalle Città al corteo torinese del 15 marzo per il clima.
Sempre nel pomeriggio, si avvia anche la sezione non competitiva Panorama|Inventing Tomorrow, una selezione di otto lungo e mediometraggi che gettano uno sguardo inedito su quanto ci riserverà il futuro sotto il profilo ambientale e sociale, alla luce sia delle nuove conquiste della scienza e della tecnologia, sia dell’evoluzione di processi già in atto. Il primo film della sezione, In Vitro Meat (ore 16.15, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), è un titolo in arrivo da “Backlight”, la serie documentaria prodotta dall’emittente pubblica olandese VPRO e dedicata a nuove tendenze e a fenomeni di stringente attualità. Diretto da Rob van Hattum, il film fa il punto sull’applicazione di una tecnologia che potrebbe avere determinanti ripercussioni in campo alimentare e ambientale, considerato che ogni anno vengono macellati almeno 50 miliardi di animali per soddisfare la nostra richiesta di carne e quasi un quinto delle emissioni di CO2 sulla Terra proviene dall’allevamento di bestiame. La carne in vitro, o carne pulita, potrebbe essere la soluzione. Il mediometraggio indaga come le aziende alimentari della Silicon Valley stanno sviluppando e perfezionando le invenzioni di Willem van Eelen e Mark Post, i pionieri della carne sintetica.
Sempre nel pomeriggio, si avvia la sezione del Concorso Documentari Internazionali, che conta dieci titoli in gara. Il primo in cartellone è System Error (ore 17.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), diretto dal tedesco Florian Opitz, che si interroga sulle ragioni della persistenza del concetto, oggi più che mai dibattuto, di crescita economica continua. A partire dal presupposto che è chiaramente impossibile ipotizzare una crescita infinita su un pianeta finito, il lungometraggio analizza le contraddizioni di un mito che non solo resiste, ma appare come un’ossessione sempre più pervasiva e globalizzata. Nel domandarsi fino a quale punto potrà spingersi un modello di sviluppo perpetuo in un mondo sempre più chiuso nella morsa di crisi finanziarie, cambiamenti climatici e progressivo esaurimento delle risorse, l’indagine di Opitz intercala le opinioni di esperti di diversi Paesi (Brasile, Cina, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti) e di diversi orientamenti con le analisi di Karl Marx, dischiudendo nuove prospettive sul futuro che il sistema capitalistico ci riserva. La proiezione sarà seguita da un incontro con Silvana Dalmazzone, docente di Economia dell’Ambiente e delle Risorse naturali all’Università di Torino.
In contemporanea prosegue il Concorso Documentari Italiani con il secondo film in gara, Soyalism (ore 17.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), di Stefano Liberti ed Enrico Parenti, cronaca di un lungo viaggio dalla Cina al Brasile, passando per Stati Uniti e Mozambico, sulle orme della filiera della carne di maiale e della soia, il nuovo oro verde coltivato a danno di immense foreste come quella amazzonica e destinato ai grandi allevamenti intensivi di tutto il mondo. Nell’analisi di un modello produttivo insostenibile in un mondo in preda ai cambiamenti climatici e sempre più sovrappopolato, il documentario si sofferma sul controllo della produzione dei beni alimentari, oggi diventato un enorme business concentrato nelle mani di poche, gigantesche aziende, che stanno distruggendo interi eco-sistemi, gettando sul lastrico centinaia di migliaia di piccoli produttori e trasformando in modo permanente interi paesaggi. Al termine della proiezione, gli studenti del Laboratorio di Comunicazione ambientale dell’Università di Torino dialogheranno con Enrico Parenti.
Nel tardo pomeriggio, davanti al Cinema Massimo, il gruppo Noname, costituito da giovani artisti e artiste provenienti dall’Accademia Albertina di Belle Arti, si esibirà nella performance “Overdose plastica” (ore 18.30-19), mettendo in scena creature irriconoscibili, avvolte nella plastica come metafora di un’umanità sempre più individualista e a rischio estinzione.
Sempre nel tardo pomeriggio la sezione competitiva del Concorso Documentari One Hour si avvia con un film, Messaggi dalla fine del mondo (ore 19, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), di cui è protagonista il nuovo impegno dei giovanissimi sul fronte ambientalista, raccontato dal regista svizzero Matteo Born a partire dall’audace impresa di una coppia in pensione di suoi connazionali. Allarmati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e convinti che la soluzione sia nelle mani delle nuove generazioni, Doris e Charles Michel hanno venduto la loro casa a Zurigo e comprato una barca con l’obiettivo di portare cinque giovani svizzeri al Circolo Polare Artico per osservare i segni del riscaldamento globale e sensibilizzare attraverso i social i loro coetanei sulla conseguente emergenza ambientale. Il film è la cronaca della loro riuscita spedizione, durata tre settimane. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e i giovani protagonisti del film.

In serata, ancora un fitto susseguirsi di proiezioni. Terzo e ultimo capitolo, dopo Manufactured Landscapes e Watermark, di una trilogia dedicata all’impatto delle attività umane sulla Terra, il canadese Anthropocene: The Human Epoch (ore 20, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), presentato nella sezione del Concorso Documentari Internazionali, diretto da Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky, distribuito da settembre nei cinema da Fondazione Stensen e Valmyn, è un viaggio attraverso il globo alla ricerca delle testimonianze visive che attestano la fine dell’Olocene e l’inizio dell’Antropocene. Dalle pareti di cemento in Cina, che ricoprono il 60% della costa continentale, alle più grandi macchine scavatrici mai costruite in Germania, dalle psichedeliche miniere di potassio negli Urali alla devastata Barriera Corallina australiana fino ai surreali stagni di evaporazione del litio nel deserto di Atacama, le potenti immagini del film svelano paesaggi mutati in modo irrevocabile, segni eloquenti del dominio umano sul Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con Carlo Rondinini, ricercatore in Zoologia presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Roma “La Sapienza”, e Franco Andreone, curatore zoologo del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Sempre in prima serata, il Concorso Documentari One Hour prosegue con la proiezione di Time Thieves. Your Time is their Business (ore 20.45, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati) di Cosima Dannoritzer, già autrice dei pluripremiati The Light Bulb Conspiracy (2010) e La Tragedia electrónica (2014), entrambi presentati al Festival CinemAmbiente. Nel suo nuovo, originale lavoro, la regista tedesca – lasciando per un momento da parte acqua, petrolio, ricchezze della terra – denuncia lo sfruttamento, ancora poco avvertito ma in crescita esponenziale, di una risorsa sempre più rara: il nostro tempo. A partire da una ricostruzione storica della monetizzazione capitalistica dei ritmi di lavoro, il film traccia gli identikit dei nuovi “ladri di tempo” – aziende, banche, grandi compagnie tecnologiche – che dai loro “furti” ricavano guadagni sempre più ingenti. Dal check-in per l’imbarco aereo al prelievo allo sportello automatico, dal self-checkout al supermercato all’assemblaggio di mobili sono sempre di più i compiti svolti dal consumatore, diventato, per una parte del suo tempo che pare destinata ad aumentare sempre più, un “lavoratore parziale” non retribuito. Come difendersi? Come riappropriarsi di una risorsa preziosa quanto finita?
In seconda serata il Festival celebra il decennale del pluripremiato The Cove. La baia dove muoiono i delfini (alle ore 21.30, proiezione spostata per ragioni tecniche dall’Imbarchino al Cinema Centrale), di Louie Psihoyos, e rende omaggio al suo protagonista, l’attivista statunitense Richard O’Barry – nella giuria del Concorso Documentari Internazionali in quest’edizione del Festival – con una proiezione speciale del film. Vincitore dell’Oscar per il miglior documentario nel 2010, presentato alla 13a edizione del Festival CinemAmbiente, il lungometraggio racconta la missione clandestina di un gruppo di ambientalisti decisi a denunciare al mondo quanto accade nella baia giapponese di Taiji, dove ogni anno si danno appuntamento predatori di cetacei, pescatori e acquirenti occidentali pronti a ingaggiare una crudele caccia a questi mammiferi per conto dell’industria dell’intrattenimento. Nell’eco-avventura mozzafiato, si inserisce la storia personale di Richard O’Barry, un tempo cacciatore e addestratore di delfini per la popolare serie tv americana degli anni 60 Flipper, che, sconvolto dal “suicidio” di uno dei cetacei protagonisti, è da allora diventato uno dei massimi ambasciatori mondiali dei diritti degli animali marini. La proiezione sarà seguita da un incontro con Richard O’Barry e con Ilaria Delfina Ferri, dell’Associazione Doplhin Project.
Ancora in seconda serata, per il Concorso Documentari Internazionali il cartellone presenta il lungometraggio Walden (ore 22.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria). Diretto dal regista e artista visuale svizzero Daniel Zimmermann, il film segue il viaggio di un abete che, abbattuto nella foresta dell’abbazia di Admont, in Austria, e ridotto in tavole di legno, viene trasportato in treno, camion, barca verso una destinazione misteriosa, nel cuore della foresta pluviale brasiliana, lungo una tratta commerciale consueta, ma paradossalmente a direzione invertita. Riflessione sull’assurdità della logica economica che sta alla base del nostro mondo globalizzato, il film connette i punti di partenza e di arrivo – la società industriale occidentale e quella animista dei nativi sudamericani – in uno “slow down road movie” volutamente controcorrente, ispirato all’opera omonima di Thoreau. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e con Maria Lodovica Gullino, docente di Patologia vegetale all’Università di Torino.
In contemporanea, il Festival esplora, con un altro titolo della sezione Panorama |Inventing Tomorrow, lo sviluppo dell’automazione, interrogandosi sul modo in cui essa influirà sul nostro habitat e sul futuro della nostra specie. Le macchine intelligenti sono ormai parte della nostra vita quotidiana e in grado di svolgere funzioni sempre più complesse. Riusciranno a sostituire l’uomo? Il regista statunitense Tommy Pallotta ha deciso di scoprirlo da sé. Per More Human than Human (ore 22.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), co-diretto con Femke Wolting, ha costruito assieme al suo team un robot per verificare se sarebbe stato in grado di sostituirlo come filmmaker e di intervistarlo, scoprendo quanta creatività e quanti valori umani entrano in gioco in un simile esperimento. Divertente ibrido che mescola reportage, interviste a specialisti di sistemi esperti e a pionieri della robotica, pubblicità vintage, frammenti di vecchi film di fantascienza, avveniristiche visioni dal futuro, il film solleva interrogativi cruciali legati ai progressi dell’intelligenza artificiale. Quali valori e quali idee gli scienziati stanno mettendo nelle loro “creature”? Stiamo per dare origine a una nuova specie che renderà la nostra obsoleta? Come verranno cambiate le nostre vite dalle macchine intelligenti? E che cosa ci guadagneremo e che cosa ci perderemo?

Tutti gli eventi e le proiezioni del Festival sono a ingresso libero
INFO: festival@cinemambiente.it; www.cinemambiente.it

PROGRAMMA di sabato 1 giugno
Legenda
CID CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI
CIOH CONCORSO DOCUMENTARI ONE HOUR
CDI CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
CC CONCORSO CORTOMETRAGGI INTERNAZIONALI
ES EVENTI SPECIALI
P PANORAMA
ET ECOTALK
EE ECOEVENTI

P
Centro Studi Sereno Regis – Sala Poli – ore 14.30
Frame Voice Report!
Il progetto europeo Frame, Voice, Report! sostiene azioni di comunicazione e informazione promosse da piccole-medie organizzazioni della società civile per migliorare e rafforzare la consapevolezza e l’impegno dei cittadini europei sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. I reportage realizzati e qui presentati affrontano grandi temi quali i cambiamenti climatici, le migrazioni, le disuguaglianze di genere, mettendo in luce le interconnessioni tra il Nord e il Sud del mondo.
Frame, Voice Report! è finanziato dall’Unione Europea. Il Consorzio Ong Piemontesi (COP) è il suo partner italiano.

Contro Coltura
di Luca Puzzangara (Italia 2019, 32’)
Il cambiamento climatico è un fenomeno globale ma i suoi effetti variano a seconda degli ecosistemi e delle economie. In Senegal si verificano fenomeni come la drastica diminuzione delle piogge, l’innalzamento del livello del mare, la salinizzazione delle acque e diminuzione delle mangrovie e l’acidificazione dei terreni nel Sud del paese. La riscoperta della coltivazione del fonio, uno dei cereali più antichi dell’Africa sub-sahariana, potrà essere una risposta alle sfide del clima?
In parallelo: Senegal Detour (Italia 2019, 10’) di Stefano Sburlati
Video immersivo dedicato agli effetti dei cambiamenti climatici in Senegal e alle potenzialità della nuova coltura del fonio che combina VR 360° con riprese 2D.

Intervengono: i registi; Alessia Ferro, responsabile progetti NutriAid International; Federico Cuomo, giornalista

Afar: dove i sogni e la terra bruciano
di Tommaso Montaldo (Italia 2019, 15’)
La Regione Afar in Etiopia è la culla dell’umanità. Milioni di anni fa qui ebbe inizio la storia dell’uomo ma oggi si presenta come una delle aree più inospitali del Pianeta. Prolungate siccità a causa dei cambiamenti climatici hanno reso la savana arida, minacciando la vita di un’intera popolazione. Attraverso le testimonianze degli operatori dell’Ong LVIA impegnati in questa regione, il racconto della lotta quotidiana per difendere il diritto a vivere nella propria terra.

Intervengono: il regista; Lia Curcio, responsabile della comunicazione di LVIA – Associazione Internazionale Volontari Laici; un rappresentante dell’Associazione Eufemia; Angelo Conti, giornalista, consigliere d’amministrazione della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi

EkoKai
di Lorenzo Bernardi, Giorgia Marino, Sara Perro (Italia 2019, webdoc)
“Kay” in creolo significa casa. Ad Haiti, ancora afflitta dalla devastazione del terremoto, la casa rappresenta un senso di sicurezza, la fiducia in se stessi, il lusso di poter guardare al futuro. Ricostruire può, dunque, significare anche reinventare o ripristinare tradizioni dimenticate; ri-costruire comunità e filiere economiche in modo sostenibile per l’ambiente e le popolazioni locali. Un viaggio attraverso i problemi e le buone pratiche che, malgrado le difficoltà, lottano per emergere.

Intervengono: i registi; Valeria Cottino, presidente Architettura Senza Frontiere Piemonte; Annalisa Mosetto, vicepresidente Architettura Senza Frontiere Piemonte

Bangladesh and Piedmont: together towards SDGs
di Luca Schilirò (Italia 2018, 43’)
Realizzato con l’Ashar Gan Onlus, il reportage prende ispirazione dal cliché con cui molti identificano l’immigrato bengalese: il venditore di rose. Partendo da brevi interviste fatte ai passanti nel centro di Torino, da cui emergono varie lacune sulla realtà bengalese, si mettono in luce alcune problematiche a cui il Bangladesh deve far fronte: matrimoni precoci, sfruttamento della prostituzione, immigrazione e assenza di strutture igienico-sanitarie per la maggior parte della popolazione.

Intervengono: il regista; Elisa Gioè, responsabile della comunicazione dell’Associazione Ashar Gan Onlus

Message from a Bottle
di Niccolò Bruna (Italia 2018, 30’)
Delle 8,3 miliardi di tonnellate di plastica prodotte dal 1950, solo il 9% è stato riciclato. Ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate finiscono in mare. Come invertire il corso di questo disastro annunciato? Il documentario racconta la semplice quanto innovativa esperienza del riciclo del PET nella città etiope di Hawassa. Una catena di reazioni positive che può contagiare un continente.

Intervengono: il regista; Marco Pastori, coordinatore progetti CIFA Onlus

The Power of Passport
di Simona Carnino (Italia 2019, 30’)
La storia di alcune donne indigene guatemalteche che tentano invano di migrare verso gli USA affidandosi alla rete illegale. Una riflessione sull’Obiettivo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite n°10 – “Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni” e, in particolare, sull’uguaglianza di accesso al diritto alla libertà di movimento tra Stati e un richiamo all’urgenza di politiche che facilitino l’immigrazione regolare.

Intervengono: la regista; Stefania Di Campli, direttore esecutivo per l’Italia di MAÌS – Movimento per l’autosviluppo, l’interscambio e la solidarietà

CC
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 15.45

IL MONDO DEVE SAPERE
L’atto creativo di un artista lascia il suo segno in una piantagione di palma da olio, richiamando l’attenzione sulla distruzione delle foreste pluviali indonesiane. In Centrafrica, persone comuni rischiano la vita per la salvaguardia del gorilla e, nel frattempo, in India e in Grecia c’è chi sceglie di provare a difendere la propria terra dal cambiamento climatico e dall’ennesimo sopruso di un’edilizia turistica senza regole. Lontano dai riflettori, testimonianze accomunate dall’urgenza di agire, coerentemente con l’idea di un mondo più equo e sostenibile.

#SaveGorillas
Chef Rubio (Italia 2018, 13’23”)
Nella Repubblica Centraficana, il WWF promuove un programma per la salvaguardia dei gorilla. Ranger e volontari sono impegnati in prima linea a proteggere questi primati in grave pericolo di estinzione.

FridaysforFuture: Torino c’è
Riccardo Iacopino, Giovanni Iozzi, Raffaele Palazzo, Eugenio Villani per Produzione Arcobaleno (Italia 2019, 10’)
Di venerdì in venerdì. Dai primi incontri semiclandestini in una piccola stanza dell’università al formidabile successo del 15 marzo. L’entusiastica avventura vissuta insieme ai ragazzi che credono ancora in un futuro possibile. Fatiche, incertezze, paure, speranza e voglia di riuscire.

Save our Souls
Sean Lin, Nicholas Chin (Indonesia 2018, 4’)
Un artista lituano, un ecosistema in pericolo, un gigantesco SOS “scritto” in una piantagione di palma da olio.

A Simple Life
Myrto Papadogeorgou e Robert Harding Pittman (Grecia 2018, 17’13”)
La costruzione di un resort con campo da golf per ricchi turisti minaccia la vita di un villaggio sulla costa greca. Gioula e i suoi concittadini decidono di opporsi per preservare il loro territorio e la loro vita.

Village in the Sky
Ramesh Laxmanrao Holbole (India 2018, 19’52”)
Per fronteggiare la siccità che sta distruggendo il suo villaggio, Bhimrao decide di non abbandonare la sua fattoria per trasferirsi in città, ma di scavare un pozzo.

Ecomori for Future – Facciamo tornare la pioggia
Josè Campos (Italia 2019, 3’)
La partecipazione dei collaboratori africani di Eco dalle Città al corteo torinese del 15 marzo per il clima.

al termine della proiezione, incontro con Chef Rubio, autore di #Save Gorillas nell’ambito della campagna promossa dal WWF “Adotta un gorilla – Io sto con la natura”, con i giovani protagonisti di FridaysforFuture: Torino c’è, i protagonisti di Ecomori for Future e con l’autore della performance al centro di Save Our Souls, Ernest Zacharevic.

P
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 16.15

Backlight: In-Vitro Meat
di Rob Van Hattum (Paesi Bassi 2018, 30’)
Per soddisfare la nostra richiesta di carne ogni anno vengono macellati almeno 50 miliardi di animali provenienti da allevamenti che producono quasi un quinto delle emissioni di CO2 sulla Terra. La carne in vitro, o carne pulita, potrebbe salvare animali e ambiente. Il programma televisivo dell’emittente olandese VPRO Backlight indaga sulle aziende alimentari della Silicon Valley e su come stiano sviluppando e perfezionando le invenzioni di Willem van Eelen e Mark Post, i pionieri della carne senza morte.

CID
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 17.30

System Error
di Florian Opitz (Germania 2018, 97’)
Il mondo è ossessionato dalla crescita economica. Ma fin dove sarà possibile spingere Questo modello di sviluppo perpetuo, in un pianeta sempre più chiuso nella morsa di crisi finanziarie, cambiamenti climatici ed esaurimento delle risorse naturali a disposizione? A partire da questa contraddizione, viene compiuto un viaggio nei vari continenti attraverso la prospettiva di coloro che gestiscono il sistema attuale, guardando al capitalismo globale come a una legge della natura e affidandosi a una proclamata capacità di auto-guarigione del mercato. A queste voci si alternano estratti dell’analisi di Karl Marx: «La moderna società borghese […] assomiglia a uno stregone che non è più in grado di controllare i poteri sotterranei che ha evocato». Un rito pericoloso per il quale siamo davvero pronti a sacrificare le nostre vite?

al termine della proiezione, incontro con Silvana Dalmazzone (docente di Economia dell’Ambiente e delle Risorse naturali, Università di Torino)

CDI
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 17.30

Soyalism
di Stefano Liberti e Enrico Parenti (Italia 2018, 70’)
Sullo sfondo dell’aggravarsi dei cambiamenti climatici, un lungo viaggio dalla Cina al Brasile, passando per Stati Uniti e Mozambico, sulle orme della filiera di produzione industriale della carne di maiale e della soia. Il cosiddetto nuovo oro verde, coltivato a danno di immense foreste come quella amazzonica e destinato ai grandi allevamenti intensivi di tutto il mondo, ha generato un enorme business, raccolto nelle mani di poche gigantesche aziende. Una concentrazione di potere responsabile di un modello economico sempre più insostenibile, di un processo che sta pregiudicando gravemente gli equilibri sociali e ambientali del Pianeta, distruggendo interi eco-sistemi e portando sul lastrico centinaia di migliaia di piccoli produttori.

al termine della proiezione, gli studenti del Laboratorio di Comunicazione ambientale dell’Università di Torino dialogano con Enrico Parenti

EE
Cinema Massimo – ore 18.30 – davanti all’ingresso

Progetto artistico Intrecci ambientali
Performance Overdose plastica (ideata da gruppo Noname): creature irriconoscibili, avvolte nella plastica come metafora dell’umano oggi, sempre più individualista e a rischio estinzione.

CIOH
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 19.00

Messaggi dalla fine del mondo
di Matteo Born (Svizzera 2018, 52’)
Impressionati dalle conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici e convinti che la soluzione sia nelle mani delle nuove generazioni, Doris e Charles Michel vendono la loro casa a Zurigo e comprano una barca. La loro idea è semplice: portare cinque giovani svizzeri al Circolo Polare Artico per osservare attraverso un’esperienza diretta i segni del riscaldamento globale e sensibilizzare i loro coetanei con quanta più forza possibile. La grande avventura ha inizio: per tre settimane l’equipaggio della nave San Gottardo navigherà in paesaggi ostili e spettacolari al tempo stesso. Armati delle loro macchine fotografiche, i giovani esploratori documenteranno lo stato di salute della fine del mondo.

al termine della proiezione, incontro con il regista e i giovani protagonisti

CID
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 20.00

Anthropocene: The Human Epoch
di Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier, Edward Burtynsky (Canada 2018, 87’)
Con sguardo intenso la regista affronta il dramma del massacro in Africa di elefanti e rinoceronti bianchi settentrionali, questi ultimi in serio pericolo di estinzione. Dalla frontiera africana fino agli Stati Uniti, passando per i mercati asiatici, si delinea così un inquietante quadro dove numerosi sono i fattori che contribuiscono all’espansione del bracconaggio e da cui si traggono collegamenti sorprendenti tra il commercio illegale di fauna selvatica, i cartelli della droga, il terrorismo internazionale e la sicurezza delle frontiere. Al tempo stesso vengono documentati gli sforzi di un gruppo straordinario di persone decise in tutti i modi a salvare gli ultimi grandi animali del pianeta: ambientalisti, guardiaparco, scienziati, attivisti, il cui ruolo si rivela fondamentale in una lotta che appare irrisolvibile.

al termine della proiezione, incontro con Carlo Rondinini (ricercatore in Zoologia presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Roma “La Sapienza”) e Franco Andreone (curatore zoologo del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino)

CIOH
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 20.45

Time Thieves. Your Time is Their Business
di Cosima Dannoritzer (Spagna, Francia 2018, 52’)
Lasciate da parte per un momento l’acqua, il petrolio, i metalli delle terre rare. C’è una nuova fonte naturale bramata da tutti: il tempo. Un’indagine attraverso numerosi paesi con interviste a intellettuali ed esperti per riflettere sul valore del tempo e rivelare quanto la sua monetizzazione, da parte di un sistema economico ormai predominante, influisca sulla vita quotidiana. Dover stampare la propria carta d’imbarco, fare il check-in del proprio bagaglio, montare un mobile o avere a che fare con una cassa automatica… ci siamo mai chiesti quanto risparmia così un’azienda in termini di denaro e di tempo? E soprattutto, quali possibilità abbiamo per rivendicare il controllo nelle nostre vite lavorative e personali di questa risorsa preziosissima, ma forse irrimediabilmente esaurita?

ES
Cinema Centrale – ore 21.30

The Cove. La baia dove muoiono i delfini
di Louie Psihoyos (USA 2009, 92’)
Un gruppo di attivisti, capitanati dal popolare addestratore di delfini Ric O’Barry e dal regista Louie Psihoyos, concentra le proprie energie sulla placida laguna della baia giapponese di Taiji. Qui, ogni anno si danno appuntamento predatori di cetacei, pescatori e acquirenti occidentali pronti a ingaggiare una crudele caccia a questi mammiferi per conto dell’industria dell’intrattenimento. Ogni anno, con il tacito consenso della International Whaling Commission, circa 23 mila delfini vengono catturati illegalmente per essere mangiati o destinati agli acquari, in cui la gran parte sopravvive solo un paio d’anni. La cronaca di una difficile missione clandestina che, sospesa fra giornalismo investigativo e eco-avventura, ha saputo svelare la drammaticità di gravi retroscena, contribuendo all’adozione di alcune misure restrittive da parte delle autorità. Premio Oscar per il Miglior documentario 2010, The Cove è stato presentato alla 13ª edizione di CinemAmbiente.

al termine della proiezione, incontro con Richard O’Barry e Ilaria Delfina Ferri, dell’Associazione Doplhin Project.

CID
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 22.30

Walden
di Daniel Zimmermann (Svizzera 2018, 106’)
Nella foresta che circonda l’Abbazia di Admont in Austria, un abete viene abbattuto e trasformato in tavole di legno. Queste vengono caricate su di un treno, poi su un camion, su una barca e infine trasportate a mano verso una destinazione misteriosa nel cuore della foresta pluviale amazzonica. Solo tredici riprese panoramiche a 360° per svelare gradualmente la traiettoria seguita, corrispondente, nella direzione opposta, a una delle principali rotte commerciali di materie prime. Road movie concepito come una meditativa riflessione sull’assurdità della logica economica che sta alla base del nostro mondo globalizzato; un punto di partenza e di arrivo, due visioni del mondo, quella occidentale e quella animista, trasformate e connesse da una messa in scena precisa che prende spunto dall’opera omonima di Henry David Thoreau.

al termine della proiezione, incontro con il regista e Maria Lodovica Gullino (professore ordinario di Patologia vegetale, Università di Torino)

P
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 22.30

More Human than Human
di Tommy Pallotta, Femke Wolting (Paesi Bassi, USA, Belgio 2018, 55’)
L’ascesa dell’Intelligenza Artificiale e dei suoi effetti sulle nostre vite. Attraverso una personalissima ricerca, tra l’ironico e il drammatico, Tommy Pallotta, nel costruire un proprio robot che possa sostituirlo nella sua attività di regista, scopre quanto la sua creatività e i suoi ideali umani siano messi in gioco. Ciò lo porterà a confrontarsi con i maggiori esperti di AI e con i pionieri della robotica, avviando un acceso dibattito tra sostenitori e scettici, fino a sollevare importanti questioni morali ed esistenziali: quali sono i valori e le idee che questi scienziati immettono nelle loro “creature”? Una rivoluzione tecnologica di tale portata ci condurrà al punto di assistere alla nascita di una nuova specie? In tal caso, perché gli esseri umani si sentono così spinti ​​verso un processo che potrebbe rendere loro stessi obsoleti?

E tu cosa ne pensi?

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