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I lavoratori del teatro Regio scrivono una lettera per far tornare Galoppini

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I lavoratori del Teatro Regio hanno scritto una lettera al nuovo sovrintendente Sebastian Schwarz per chiedere il reintegro di Alessandro Galoppini e Paola Lazzari (ex direttrice di produzione), a cui non è stato rinnovato l’incarico.

Il rinnovo, come comunicato il 2 agosto da parte del Consiglio d’indirizzo del teatro, sarebbe stato ritenuto “inopportuno” in quanto Galoppini è un consulente e, in base alle osservazioni ministeriali, il ruolo di direttore dell’Area artistica – che comporta, tra le altre, responsabilità nella gestione del personale – non può essere assegnato a una persona non dipendente del Teatro Regio.

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Ora i lavoratori si sono impegnati in modo assolutamente non polemico per farli tornare. Sarebbe piuttosto un appello per “un professionista e una persona di valore che in questi anni ha permesso al Regio di superare innumerevoli difficoltà: il suo atteggiamento misurato e attento ha saputo tenere unito un mondo così complesso come quello di un’istituzione di produzione culturale. Non nell’interesse di Galoppini, ma per quello del Teatro, chiediamo che il proficuo rapporto di collaborazione con il Maestro non venga interrotto e che perciò si individuino le modalità per mantenerlo in essere. Analogamente segnaliamo il lavoro puntuale, responsabile e organizzato che in questi anni ha svolto la dottoressa Paola Lazzari come direttrice di produzione. Non si possono gettare via le persone come carta straccia, soprattutto quelle che hanno lavorato bene. Occorrono un profondo e disinteressato senso di giustizia e di responsabilità nel governare un’istituzione in cui tante persone si incontrano per lavorare e fare cultura. Adesso, in previsione dei prossimi appuntamenti in calendario, il rischio più concreto e imminente è il collasso del sistema”.

Schwarz, dopo che il Consiglio di indirizzo aveva scelto di non rinnovare il contratto a Galoppini, si era già espresso riservandogli parole di grande stima e riconoscendogli professionalità e competenza ma, allo stesso tempo, chiarendo: “Io devo rispettare le regole: se il ministero dice che non si può, devo attenermi ai suoi rilievi”.

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