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Gli evangelici scrivono a Conte e Salvini: “siamo disposti ad accogliere i profughi della ‘Open Arms'”

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È dell’8 agosto scorso il comunicato della Chiesa Valdese che annuncia la disponibilità da parte della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) e della Tavola Valdese di accogliere i profughi salvati dalla ‘Open Arms’ sei giorni prima. Sono rimasti in 107 sulla nave della Ong spagnola, dopo che ieri il ministero dell’Interno ha dato il via libera allo sbarco di 27 minori, e sono passati ormai 16 giorni dal salvataggio perciò sono immaginabili le scarse condizioni igienico sanitarie dovuta alla convivenza forzata di così tante persone nonché la necessità di continuo rifornimento di viveri.

“Questo gesto – spiegano i due pastori, Luca M. Negro presidente di FCEI e Eugenio Bernardini moderatore della Tavola Valdese, – ha per noi un significato eminentemente umanitario e risponde, oltre che alla vocazione evangelica all’accoglienza e all’amore cristiano, all’esigenza urgente di portare in salvo persone già provate e colpevoli di nient’altro che sfuggire da guerre e persecuzioni”.

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“La nostra proposta – spiegano Negro e Bernardini – nasce dall’apprezzamento della soluzione trovata in casi analoghi quando altri profughi arrivati in Italia sono poi stati parzialmente ricollocati sulla base di accordi con alcuni Stati europei. Come si ricorderà, in quei casi quote di migranti furono accolte dalle strutture della Conferenza episcopale italiana. Per consolidare questo modello operativo, siamo da tempo impegnati presso le Chiese protestanti e gli organismi ecumenici europei, perché sostengano attivamente politiche di accoglienza condivise e solidali.”

Se da una parte ci sono persone disposte ad accogliere, dall’altra la Procura indaga sul motivo per cui, nonostante l’assenza di impedimento per lo sbarco rilevato dal Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo, il ministero dell’Interno non abbia ancora assegnato un ‘porto sicuro’ per l’attracco della Open Arms.

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