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La persona sbagliata, intervista con Rocco Ballacchino

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Nuova avventura per il commissario Crema e per il critico cinematografico Bernardini, la coppia di personaggi nati dalla penna di Rocco Ballacchino che hanno Torino come teatro delle loro avventure. La persona sbagliata, come sempre Fratelli Frilli Editori comincia con il ritrovamento di un cadavere con la testa spaccata a copi di pietra nel parco della Pellerina. Crema scoprirà presto che si tratta di un ricattatore di professione, che probabilmente ha ricattato la persona sbagliata.

Intorno alla vicenda principale si muovo i personaggi che abbiamo ormai imparato a conoscere, da Crema alla sua squadra, dalla dottoressa Bonamico a Mario Bernardini. Tutti, in maniera diversa, impegnati nella risoluzione dell’enigma. Trovate qui la recensione completa del romanzo.

Rocco Ballacchino ha risposto alle mie domande.

Nuova avventura per la coppia Crema – Bernardini. Su cosa si trovano ad indagare questa volta i tuoi due eroi?

In una fredda sera invernale un uomo viene assassinato vicino al laghetto della Pellerina. Il killer deve aver agito d’impulso perché ha colpito la vittima a colpi di pietra. Parte da lì un giallo che porterà i due investigatori a ricostruire gli ultimi giorni di Antonio Donatiello.

La vittima è un poveraccio, che ha incentrato la sua vita su piccoli ricatti. Come è nato questo personaggio?

Antonio Donatiello viene definito dagli inquirenti un ricattatore seriale. Si è inventato una professione in cui approfitta delle debolezze altrui per riuscire a tenere in pugno una serie di persone che ricatta regolarmente. Grazie al suo spirito di osservazione e a una buona dose di cinismo tale deprecabile attività diventa, negli anni, assai remunerativa.

E poi c’è l’eterno rapporto mai chiarito tra Crema e la dottoressa Bonamico. Troverà mai una soluzione?

In questo episodio la dottoressa Bonamico pare aver chiesto il trasferimento presso altra sede. È proprio il critico Bernardini a confessarlo al poliziotto. Questa possibilità manda in crisi il commissario Crema che durante tutta l’indagine ha la tentazione di domandare al magistrato spiegazioni su quella scelta. Naturalmente non posso dirvi come andrà a finire…

Sullo sfondo c’è sempre Torino e come sempre è una Torino estremamente dettagliata, dove è facile riconoscere luoghi e strade…

Torino è lo sfondo ideale per ambientare i miei gialli e lo sarà per sempre. Il fatto che le persone riconoscano luoghi, strade e abitudini non può che farmi piacere.

Nascosto dietro gli indizi iniziali c’è un tema tostissimo… che però forse non possiamo rivelare. Ritieni che toccare con il giallo/noir tradizionale anche temi forti e attuali sia un buon modo per portarli all’attenzione del lettore?

Mi fa piacere che tu abbia percepito la mia intenzione di mettere in luce un tema delicato, nel tentativo di far notare alcune contraddizioni presenti, a mio modesto avviso, nella società. Ci tenevo perché penso che la lente del giallo possa servire anche a ingrandire alcune problematiche sociali. Lasciamo però ai lettori la scoperta dell’argomento scottante che spero di aver trattato con il giusto tatto.

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