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Cronaca

Dopo Mondovì l’iniziativa di due consiglieri Regionali: “Scriviamo su tutte le porte: qui abita un’ebreo, qui abita un’antifascista”

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“Qui abita un ebreo. Qui abita un antifascista”. Un adesivo da stampare e da affiggere su tutte le porte di casa per dire “No” a fascisti, revisionisti e nostalgici. E’ l’iniziativa partita da i due consiglieri regionali del Piemonte, Marco Grimaldi,  Luv, e Daniele Valle, del Pd, in solidarietà al figlio di Lidia Rolfi, dopo la comparsa di scritte antisemite sulla porta di casa del figlio di Livia Rolfi a Mondovì

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“ I revisionisti, i fascisti, i nostalgici, aspettano tutto l’anno queste ricorrenze, come il giorno della memoria o il 25 aprile, per prendersi i loro perversi momenti di gloria – scrivono -. Quello che è accaduto a Mondovì ha lo scopo, come altri gesti a cui assistiamo ormai troppo spesso, di spostare il limite, di forzare la mano, di provare a mettere in discussione anche ciò che invece è a fondamento della nostra Repubblica. Lo diciamo apertamente che questi gesti sono vigliacchi e disgustosi. Noi siamo qui, oggi come ogni giorno, a ribadire che il Piemonte è antifascista e che non passeranno. Mai. Scriviamo davanti alle nostre case, su tutte le porte: qui abita un’ebreo, qui abita un’antifascista. Bisogna reagire.”

E concludono: “Ecco il nostro appello. Care e cari concittadini: stampate l’adesivo che trovate sui nostri profili o scrivete a mano su un foglio di carta: qui abita un’ebreo, qui abita un’antifascista, appendetelo sulla porta di casa.
¡ non passeranno !”

A Mondovì fiaccolata di solidarietà

Nel frattempo ieri sera a Mondovì un centinaio di persone, nonostante la pioggia, ha partecipato a un presidio di solidarietà con il figlio della partigiana Lidia Beccaria Rolfi, vittima l’altra notte di un atto antisemita. I manifestanti hanno intonato canti e letto scritti dei deportati davanti alla casa dove la donna, ex partigiana e deportata politica, ha vissuto sino alla morte, nel 1996, e dove ora abita il figlio Aldo. La famiglia Rolfi, fra l’altro, non è di origine ebrea, ma è comunque un simbolo della resistenza piemontese. Presente anche l’Anpi provinciale, rappresentata dalla presidente Ughetta Biancotto. L’associazione MondoQui, che ha organizzato il presidio, ha annunciato che lunedì 27 gennaio, alle 20, si terrà una fiaccolata davanti al Comune di Mondovì.

“Quello che è successo non è una ragazzata. Ora basta con l’indifferenza”. E’ quanto ha detto Stefano Casarino, presidente dell’Anpi di Mondovì (Cuneo), nel corso della manifestazione di ieri sera in città davanti alla casa di Lidia Rolfi imbrattata dalla scritta ‘Juden Hier’. Anche secondo il figlio, Aldo Rolfi, “non siamo davanti a una ragazzata”. “Questo gesto – ha affermato – ha alle spalle un contesto ben preciso. Siamo davanti a una situazione di impoverimento culturale: oggi persino nelle scuole non si parla più di cosa fu l’Olocausto. In un liceo, dove sono andato a parlare agli studenti mi sono sentito chiedere da una professoressa ‘ma come erano organizzate le scuole ad Auschwitz?'”.

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