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Striscioni contro il Parco della salute di Torino al Sant’Anna, Cto e Molinette

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Questa mattina sono apparsi tre striscioni in tre diversi ospedali di Torino: Sant’Anna, CTO, Molinette. Si tratta di un’azione d protesta di Potere al Popolo contro l’incorporamento dei tre ospedali nel futuro Parco della Salute. Potere al Popolo spiega la sua azione:

Le perplessità sono molte: la grande partecipazione privata al progetto, nonché la sua modalità di finanziamento (la cosiddetta finanza di progetto), che ha già dei pessimi precedenti in Italia e finirà quasi sicuramente per prosciugare le casse pubbliche. Il lunghissimo appalto che ne seguirà, che potrebbe durare tra i 20 e i 30 anni, e che garantirà ai privati la gestione di molti servizi non medicali dell’ospedale, in un regime di monopolio che non beneficerà lavoratori e pazienti, ma solo gli investitori privati. Il tutto in un generale calo dei posti letto rispetto all’organizzazione attuale. Ma anche perplessità ambientali e urbanistiche: Torino sud è pronta ad accogliere un nuovo, grande, flusso di persone, auto, spostamenti? La zona, ex-industriale, dove è si vuole edificare il complesso, è stata bonificata in modo adeguato? Quali i mezzi pubblici rinforzati e a disposizione della cittadinanza per raggiungere l’ospedale?

Dopo la crisi del COVID ancora pare che non si sia capita l’importanza della sanità territoriale, diffusa e non concentrata in grandi poli, della prevenzione e dell’investimento pubblico in sanità. “Più profitti per i privati, meno posti letto”, come recita uno striscione, non si sembra per Potere al Popolo una soluzione adeguata alle necessità della popolazione. Piuttosto che assegnare una cosa così importante come la salute a costruttori ed investitori privati, con i loro interessi, si coinvolgano attivamente cittadini, medici, infermieri, OSS, ma anche tutte le lavoratrici e lavoratori del CUP, delle pulizie (di tutti i servizi collegati alla gestione dell’ospedale) e si interroghino sulle vere necessità della sanità torinese: più assunzioni, più posti letto, più prevenzione e sanità territoriale diffusa, ristrutturazione e rinforzamento delle strutture esistenti. Si rompa una volta per tutte con regionalizzazione e aziendalizzazione della sanità, ricostruendo il Servizio Sanitario Nazionale al di fuori delle logiche dell’azienda e dei vincoli di bilancio.

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