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Le vie e le piazze di Torino che non esistono
A Torino (non sappiamo se il caso sia frequente anche in altre città) ci sono diverse vie e piazze che non esistono

TORINO – A Torino (non sappiamo se il caso sia frequente anche in altre città) ci sono diverse vie e piazze che non esistono. Sono quelle strade che per abitudine i cittadini chiamano in un modo ma nella toponomastica cittadina sono registrate con un nome diverso. Sembra curioso ma è proprio così. Vediamo alcuni esempi.
Il caso più noto è quello di Piazza Carlina, in pieno centro. La piazza in realtà è dedicata a Carlo Emanuele II, sovrano sabaudo che già in vita si portava dietro questo soprannome a causa dei suoi modi effemminati. Se provate a chiedere ad un torinese dove si trova piazza Carlo Emanuele II è probabile che non sappia rispondervi.
Allo stesso modo non saprà rispondervi se gli chiederete di indicarvi corso D’Azeglio. Il corso che costeggia il Valentino è infatti per tutti Corso Massimo e basta. Misterioso rapporto amicale con il patriota.
E’ più facilmente spiegabile il caso di Piazza Foroni, che sorge nel cuore di Barriera di Milano e per chi vive in zona è piazza Cerignola. Si tratta di una piccola piazzetta dove da sempre si svolge il mercato, che negli anni della prima immigrazione era tenuto dalle famiglie pugliesi della zona, in particolare da chi era arrivato a Torino da Cerignola. Ecco che la piazza prese quel nome, che mantiene ancora oggi.
Curioso anche il caso di piazza Benefica, che è in realtà il Giardino Luigi Martini. Anche qui c’è di mezzo un mercato, conosciuto come Martini – Benefica. Il nome deriva dall’intitolazione del pio istituto che lì sorgeva e aveva lo scopo di dare ricovero e avviare a un mestiere i ragazzi abbandonati e privi di famiglia.
Questione di accenti invece per Piazza Bengàsi. La piazza intitolata alla città libica è infatti nota come piazza Bèngasi e la denominazione è talmente radicata che perfino la voce registrata della metropolitana indica la fermata come Bèngasi, non per errore ma per timore che i torinesi non riconoscessero la zona.
E ancora a Torino esiste Borgo Cina, zona popolare e popolosa di Mirafiori Nord, il cui nome deriva forse dalle tute rosse degli operai Fiat che a frotte entravano ed uscivano dallo stabilimento Mirafiori. La zona infatti non registra una particolare presenza di abitanti di origine asiatica.
In via Passo Buole ci sono i Campizzi, area interna al parco Di Vittorio che chissà perchè ha preso questo nome. Del resto lo stesso parco, per gli abitanti della zona, è sempre stato il Parco Lingotto.
E che dire della curva delle cento lire? Lungo Stura Lanzo diventa corso Don Luigi Sturzo con una curva perfettamente circolare. Qui le ipotesi sul nome sono molteplici. Oltre alla perfetta circolarità della curva, ce n’è una molto più dramatica: pare infatti fosse possibile compiere l’intera curva, senza mai spostare il volante, con una moneta da cento lire appoggiata sul finestrino sfruttando la velocità e la forza centrifuga.
Queste alcune delle curiosità toponomastiche di Torino, non particolarmente sorprendenti se si pensa che la chiesa della Madonna Consolata, come i torinesi chiamano la propria Madonna delle grazie, sarebbe in realtà Madonna Consolatrice. In questo caso gli abitanti sono riusciti perfino a ribaltare chi compie il gesto con chi lo riceve.
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