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Cultura

Torino è la città del cinema, intervista con Teodora Trevisan

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Il rapporto tra Torino e il cinema è lungo e duraturo. Comincia con la grande industra del muto, passa dalla proliferazione delle sale negli anni ’70, entra all’Università con i primi corsi che studiano la settima arte, poi cresce con il Movie Club ed i festival e vive nuova gloria con il Museo del Cinema, la Film Commission ed i tanti set degli ultimi venti anni, che hanno riportato vitalità al vecchio amore.

Trova così facilmente spazio la raccolta di racconti Torino è la città del cinema che Teodora Trevisan ha curato per Neos Edizioni, di cui trovate qui la recensione completa.

Teodora Trevisan, Torino e il cinema hanno un rapporto consolidato, che nasce praticamente con il cinema stesso. Era inevitabile quindi il tema di questa raccolta?

Più che inevitabile direi che era auspicabile. Andava a riempire un vuoto con un contributo non documentaristico ma di narrazione letteraria.

I racconti sono vari, e alternano fantasia, sogni ed esperienze personali. Di cosa si parla in queste storie?

Si parla soprattuto di emozioni, quelle che il cinema, ma anche “i cinema” sanno dare. Alcuni racconti sono ambientati all’interno del Museo del cinema con toni a volte drammatici, a volte surreali e altri fantasmagorici. Altri autori hanno invece scritto delle sale cinematografiche, quelle che erano tantissime a Torino fino agli anni ’80. Molte sono sparite, destinate ad altri usi, alcune, come il Centrale d’essai, sono rimaste.
Alcuni racconti, infine, sono stati scritti come se si trattasse di una sceneggiatura, dove i personaggi trasportano la propria realtà all’interno della finzione cinematografica. Insomma, si tratta di un’antologia varia, con accenti diversi e proprio per questo divertente e stimolante.

Come avete selezionato gli autori?

Gli autori sono, in parte, gli stessi che hanno contribuito per anni al successo della collana “Natale a Torino” ma ci sono anche delle new entry.

Qual è, a tuo avviso, l’aspetto di Torino che più rappresenta il cinema? E inoltre sei d’accordo sull’idea che Torino sia una città molto cinematografica?

A questa domanda viene facile rispondere indicando la Mole antonelliana che racchiude il Museo del cinema come la parte rappresentativa del cinema a Torino. Ma ribadisco come Torino e anche tutto il suo territorio in senso lato siano estremamente interessanti dal punto di vista cinematografico. La collina, il fiume, la città e le montagne sullo sfondo. Una varietà di elementi paesaggistici e architettonici che offrono sfondi affascinanti a chi costruisce storie e propone immagini. Ma anche il contrasto tra il rassicurante e ordinato reticolo urbanistico e la sottile inquietudine che ne deriva all’osservatore, il sacro e il profano che si intrecciano nelle piazze e nelle chiese, la raffinata sobrietà dei luoghi del centro e la popolare multiculturalità delle periferie. Insomma, Torino, per il cinema, può essere una sorta di grosso supermercato dove attingere alle idee, ai luoghi e alle atmosfere che meglio si attaglino alla narrazione cinematografica.

Torino è la città del cinema è la prima tappa di una nuova avventura Neos. Come proseguirà?

Con l’editrice Silvia Ramasso, ci stiamo lavorando. Sono molti gli aspetti che caratterizzano la città. Come detto prima, anche per gli scrittori è un’occasione golosa per inventarsi storie e per proporre al lettore nuovi punti di vista e qualche piccola acrobazia della fantasia.

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