Seguici su

Piemonte

Curare la carie e l’ipersensibilità con sostanze che vengono dal mare: premiata la ricerca a Torino

Avatar

Pubblicato

il

Con la ricerca dal titolo “Carie e ipersensibilità dentale: la cura arriva dal mare”  Sara Gandolfi si è aggiudicata il primo posto del valore di 5mila euro  al 12esimo Premio Nazionale GiovedìScienza, dedicato ai ricercatori under 35, i cui vincitori sono stati proclamati oggi a Torino, al Museo Egizio.

“La sensibilità dentale può avere molte cause, tra cui, appunto, le carie – spiega la vincitrice del Premio Sara Gandolfi, ricercatrice presso il CNR – Istituto di Scienza, tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici di Faenza. Alcuni batteri, detti cariogeni, producono acidi che corrodono lo smalto dentale, fino ad arrivare a “bucarlo”, lasciando scoperto lo strato sottostante, ovvero la dentina. Il progetto di ricerca si concentra sulle lische di pesce, scarto della filiera del cibo, da cui estraggono prima la parte organica e in seguito la parte minerale costituita dal fosfato di calcio. Questo va a depositarsi sui tubuli dentali della dentina scoperti, agendo come tappo e contrastando la sensibilità dentale”.

Il secondo classificato è Alberto Sogari, Università degli studi di Torino – Dipartimento di Oncologia con la ricerca dal titolo “La colibactina: la palestra in cui i tumori imparano a difendersi dalla chemioterapia”.

“Alcuni dei batteri residenti nel nostro intestino possono aiutare in diversi modi lo sviluppo del tumore al colon, questo a causa della produzione di colibactina, tossina in grado di modificare il DNA delle cellule tumorali promuovendone lo sviluppo – spiega Alberto Sogari.  La colibactina allena le cellule tumorali a sopportare un carico costante di mutazioni al DNA, quindi, quando si inizia un trattamento con un farmaco chemioterapico, il tumore è già “allenato”. Anche tumori allenati alla colibactina possono essere sensibili ad altri tipi di chemioterapia, quindi questa tossina diventa un marcatore per scegliere la terapia migliore”.

Si aggiudica il terzo posto Francesco Saccoliti, Istituto italiano di tecnologia – Genova, con una ricerca in farmacologia dal titolo “Alla pesca del bersaglio”.

“L’elemento chiave del farmaco è una molecola organica in grado di colpire componenti cellulari il cui malfunzionamento caratterizza la malattia – spiega Francesco Saccoliti.L’interazione del farmaco con tali “bersagli” (target) consente di ristabilirne la funzionalità armonica che conduce ad uno stato di benessere. La ricerca di Francesco Saccoliti spiega come basandosi sui target cellulari si disegnano e sintetizzano farmaci in grado di legare questi bersagli e, in seguito alla loro azione, ristabilire lo stato di salute. Compiere il percorso inverso, cioè dal farmaco all’individuazione del target, potrebbe consentire di migliorare la comprensione di malattie complesse così da velocizzare la scoperta di nuove terapie sempre più mirate, razionali e sicure”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *