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L’accerchiamento, la corsa, le botte: il reportage della protesta pacifica degli studenti aggredita dalla polizia a Torino

L’obiettivo era arrivare in piazza Castello per la conferenza stampa, ma la celere ha interrotto più volte il corteo, manganellando tutti

Sandro Marotta

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Torino – “Non so se andremo da qualche parte, ci hanno chiuso qui in questo quadrato davanti a Palazzo Nuovo”: inizia così la mattina di Erica, studentessa di Comunicazione Politica a Torino e attivista di Cambiare Rotta. Davanti all’università, striscioni che spiegano i motivi della protesta: equo canone, più fondi pubblici per le residenze universitarie, più stanziamenti per la scuola.

Alle 10 il corteo (composto da 300 ragazzi e ragazze, la maggior parte studenti) percorre via Sant’Ottavio, diretto a piazza Castello: un muro di poliziotti bloccano la strada. Non si può entrare, da domenica i “grandi d’Italia” sono ospiti nei palazzi istituzionali e in tutto il centro c’è la “zona rossa“.

La corsa

Il corteo ripiega su via Verdi. Stessa situazione, camionette da una parte e dall’altra. L’unica via è corso San Maurizio, che però viene di nuovo bloccato. Inizia così una rapida risalita verso piazza Vittorio, a passo di corsa. Se la manifestazione rimane davanti all’università, non la vedrà quasi nessuno e soprattutto la Meloni non si accorgerà nemmeno della presenza degli studenti.

La prima carica

Si corre lungo via delle Rosine, i manifestanti continuano a correre senza aggredire nessuno, ma vengono bloccati a forza dagli scudi della Digos. Qui si verifica la prima violenta carica.

Lungo via Giolitti un senza tetto incita i ragazzi, applaudendo. Uno studente viene preso per il collo e gettato a terra da un poliziotto, i compagni si fermano per soccorrerlo e il corteo si ferma.

Accerchiati in pieno centro

La manfestazione trova altre strade, percorre via Lagrange, ma a metà viene di nuovo manganellato. Non solo, viene anche stretto in un cul de sac con gli agenti dietro e davanti. Qualcuno lancia delle uova e dei pezzi di carta, poi tutto si calma.

Improvvisamente si aprono i cancelli di un cortile comunicante con piazza San Carlo e il corteo è di nuovo libero. Via verso la galleria, ma i celerini intervengono anche qui con calci e pugni. In qualche modo si sguscia in piazza Castello e la situazione torna serena.

Pestaggi sotto la Prefettura in piazza Castello

Tempo di arrivare sotto la Prefettura e si verifica una nuova aggressione: è qui che un poliziotto scaraventa il manganello contro una ragazzina, dall’aspetto molto giovane. Una, due, tre volte e poi si accanisce con coloro che la soccorrono. “Tro*a”, urla un poliziotto mentre insegue una studentessa, leader di un collettivo. Nel frattempo Ada, leader di Cambiare Rotta, viene picchiata alle spalle mentre cerca di sfuggire a una carica. Poche ore dopo sanguinerà dalla bocca.

Gli agenti circondano il gruppo e lo dividono da coloro che sono rimasti indietro, affaticati dalla corsa. Ora ci sono 200 studenti ammassati in pochi metri, sotto il sole. Alcuni accusano i primi malesseri e dopo un’ora la Digos consente l’arrivo di provviste dentro il cerchio. Nel frattempo, chi sanguina viene curato dagli amici.

Il secondo spezzone

Fuori dal cordone di caschi blu si continua a manifestare: “Meloni, Meloni, non ti vogliamo”, si urla in via XX Settembre. I due spezzoni cercano di ricongiungersi, ma per qualche motivo i poliziotti perdono il controllo e, invece di assicurare il passaggio sicuro, ricominciano a picchiare.

Gli scontri finali sotto la Mole

“É arrivato – dice un poliziotto con la radio ai colleghi – abbiamo il via libera”. Liberi tutti, sfilata pacifica ai Giardini Reali e in corso San Maurizio, in direzione Palazzo Nuovo. Ma arrivati davanti al bar “Bontà da Re”, mentre le prime file ancora camminano, un poliziotto di corsa taglia la strada a una ragazza, le infligge una, due manganellate e poi ripiega sulla sua amica, che colpisce alla schiena. Altri tre minuti di scontri: i ragazzi cercano di coprirsi, ma non serve. In pochi secondi due studenti iniziano a sanguinare dal naso.

La strada per la Mole è interrotta, il corteo (ora in silenzio) percorre via Gaudenzio Ferrari e ritorna a Palazzo Nuovo.

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