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Quando Gigi Riva rifiutò la Juventus che offriva in cambio miliardi, Gentile, Bettega e Cuccureddu.

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Gigi Riva è morto il 22 gennaio nella sua Cagliari a 79 anni. Riva era nato a Leggiuno, località turistica sulle rive del Lago Maggiore di fronte al Piemonte, per poi diventare  un simbolo di Cagliari e della Sardegna.

A Gigi Riva si interessò a più riprese la Juventus di Gianni Agnelli per portarlo a Torino. In particolare nel luglio del 1973 la Juve offrì al Cagliari due miliardi di lire più sei giocatori come contropartita tecnica, tra cui Gentile, Bettega e Cuccureddu.

L’ipotesi prevedeva anche un ingaggio per Gigi Riva di  tre volte di quello che percepiva in Sardegna. Ma Riva non ci pensò due volte e rimase in Sardegna dato che si sentiva ormai a tutti gli effetti un simbolo dell’isola e della città che lo avevno accolto.

Racconta Gigi Riva:

Dopo ogni partita spuntava Allodi che mi diceva ‘Dai, telefoniamo a Boniperti’. Ma intanto negli stadi d’Italia ci chiamavano banditi e pastori, e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame. I pastori, insieme ai pescatori, sono quelli che mi hanno fatto amare la Sardegna. Soprattutto Martino, che mi voleva bene come un figlio e mi insegnò a mangiare il pesce con le mani, lasciando soltanto le lische.

Quando Arrica, il mio presidente, scoprì che non andavo, non fu contento per niente. Ma non sono testone: io ero una persona chiusa, avevo avuto un’infanzia tragica, i miei genitori erano mancati presto.

Poi sono venuto a Cagliari e abbiamo costruito una gran bella cosa: lo scudetto era il sogno di ogni squadra. La Sardegna mi aveva già conquistato. Quando vedevo la gente che partiva alla 8 da Sassari e alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto.

La Sardegna mi ha dato una casa, un affetto immenso, una famiglia. Il denaro certo, anche quello. Ma l’umanità della gente, l’amore, non avevano prezzo. Avevo 23 anni, la grande Juve voleva coprirmi di soldi, io volevo lo scudetto per la mia terra e alla fine ce l’abbiamo fatta. Noi: banditi e pastori.

Il Cagliari era tutto per tutti e io capii che non potevo togliere le uniche gioie ai pastori.
Sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve.

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