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Coordinamento Torino Pride: esclusione delle persone LGBTQIA+ dagli affidi, un’offesa alla dignità

Il Coordinamento Torino Pride contro le parole dell’assessora Caucino

Redazione Quotidiano Piemontese

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TORINO – “Il Coordinamento Torino Pride apprende con sconcerto le proposte di modifiche al regolamento in materia di affido familiare dei minori avanzate dall’assessora Chiara Caucino, volte a escludere le coppie e le famiglie LGBTQIA+.

Modifiche che dimostrano di non aver alcun interesse o rispetto del preminente diritto delle persone minori, ma atte solamente a fare becera campagna elettorale sulla pelle di bambine e bambini. Modifiche sulle quali non è mai stato avviato alcun confronto aperto a tutte le associazioni che si occupano del tema.

Non possiamo non stigmatizzare le parole dell’assessora Caucino, che alla stampa ha dichiarato: «Crediamo fermamente che un bambino che ha già subito dei traumi debba essere accolto da una mamma e da un papà. Solo loro possono garantirgli la stabilità necessaria», e ancora «Quello delle coppie omogenitoriali è un modello che non vogliamo veicolare».

All’assessora ci preme ricordare che a bambini e bambine in situazione di fragilità familiare e che necessitano di affido servono stabilità e relazioni sane e sicure. Il sistema dell’affidamento familiare è un processo temporaneo, atto ad assicurare a una persona minore salute e benessere psicofisico in assenza di una famiglia di origine pronta a farlo: è totalmente improprio parlare di “mamme e papà”, genitori che nella maggioranza dei casi sono ancora in vita e – anzi – spesso alla causa dei traumi in oggetto.

L’esclusione delle persone LGBTQIA+ dal sistema degli affidi è una presa di posizione pregiudizievole e non suffragata da alcuna fonte scientifica: una scelta violenta e offensiva, nei modi e nelle parole, nei confronti di migliaia di persone che scelgono, con rispetto e delicatezza, di mettere a disposizione tempo, energie e denaro per la cura e il supporto a minori in cerca di aiuto. Nell’intervista rilasciata dall’assessora, tra l’altro, la stessa si premura di ricordare che ha “tanti amici gay”, ma affermazioni del genere non sono sufficienti a dare legittimità a posizioni e iniziative apertamente omolesbobitransafobiche” sono le dichiarazioni del Coordinamento.

LUCA MINICI, COORDINATORE DEL TORINO PRIDE
«La proposta di revisione del regolamento sull’affido dei minori proposta dall’assessora regionale alla famiglia Chiara Caucino ci provoca sconcerto e rabbia. – afferma il coordinatore del Torino Pride Luca Minici – Come al solito, c’è chi si disinteressa delle figlie e dei figli per poi usare il tema come clava elettorale al momento giusto. A farne le spese, come sempre, in primis le persone minori e, in secondo luogo, le persone LGBTQIA+, escluse e violate nella propria dignità.

Troppo facile mascherarsi dietro l’indimostrata superiorità della famiglia tradizionale per nascondere la propria inadeguatezza politica nel rispondere ai bisogni delle famiglie, di qualsiasi composizione. Bambine e bambini hanno bisogno di persone che si prendano cura di loro, soprattutto quando attraversano momenti traumatici e di difficoltà: la capacità e l’adeguatezza delle famiglie affidatarie vanno giudicate nel merito, e non secondo preconcetti che non hanno più contatto con il mondo reale» conclude Luca Minici.

MARGHERITA ANNA JANNON, SEGRETARIA DEL TORINO PRIDE E DELEGATA DI RGR PER IL PIEMONTE
«Vogliamo ricordare che le situazioni fragili a cui si riferisce l’assessora sono state perpetrate all’interno di un nucleo composto da uomo e da una donna, quasi nella totalità dei casi – dichiara Margherita Anna Jannon, segretaria del Torino Pride e attivista di RGR-Rete Genitori Rainbow – Le famiglie omogenitoriali di prima e seconda costituzione esistono e vivono nella società senza tutele e garanzie sulle loro vite.

Possono contare solamente sul loro amore e le loro relazioni, sulle associazioni e sulle persone che sanno guardare oltre a sesso e identità di genere per capire che “famiglia è chi famiglia FA”. Rimandiamo al mittente le violente parole usate dall’assessora e dall’intera giunta, artefice di questa scelta scellerata» conclude Jannon.

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