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Ambiente

PFAS presente in Piemonte nell’acqua, nell’aria e negli alimenti, ma entro i limiti

Le opposizioni temono che la Giunta Cirio, trincerata dietro il paravento dell’attuale legislazione in materia, stia sottovalutando un grave problema che riguarda la salute dei cittadini piemontese

Gabriele Farina

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TORINO – La Giunta Regionale del Piemonte conferma che sono state evidenziate tracce di PFAS anche nell’aria e in alcuni alimenti nell’area di Spinetta Marengo e comuni limitrofi, ma che i livelli riscontrati sono inferiori ai limiti complessivi previsti dall’attuale regolamentazione.

Questo è quanto emerso oggi a seguito di una interrogazione in consiglio regionale per far luce sui risultati dell’indagine di Greenpeace che ha evidenziato la presenza di PFAS nelle acque di 71 comuni piemontesi, diciannove della Valsusa, comuni che fino ad oggi non erano stati interessati da un problema di inquinamento delle acque che sembrava riguardare solo le aree limitrofe Spinetta Marengo.

“L’assessore Icardi vorrebbe rassicurare i cittadini ma il timore – dice Francesca Frediani, Consigliere regionale Unione Popolare Piemonte – è che si stia sottovalutando la situazione. Risulta infatti che non verranno prese in considerazione nuove azioni per monitorare il fenomeno nonostante i timori dei cittadini e una legislazione ancora poco stringente, soprattutto se comparata con quella di alcune nazioni che hanno imposto limiti molto più rigorosi sulla presenza degli PFAS nelle acque”.

“Attendiamo quindi l’audizione dei diversi soggetti interessati continuna Frediani – che abbiamo richiesto per ottenere un quadro più chiaro della situazione e per avere maggiori e più puntuali informazioni rispetto ai risultati dell’indagine di Greenpeace: dove sono stati prelevati i campioni? Da quali fonti e quando? La presenza di PFAS in alcune aree della Val di Susa, in particolare, richiede approfondimento immediato, considerato che si tratta di una zona montana che non vede una presenza di grandi complessi industriali e quindi la presenza di queste sostanze risulta piuttosto incomprensibile”.

“Nonostante la direttiva europea – aggiunge Giorgio Bertola, Consigliere regionale Europa Verde Piemonte – imponga agli stati membri di adottare entro il 2026 misure necessarie a garantire che l’acqua destinata all’uso umano soddisfi parametri molto stringenti sulla presenza dei PFAS, alcune nazioni come Danimarca e Svezia hanno previsto misure ancora più drastiche”.

“Per questa ragione – chiude Bertola – temiamo che la Giunta Cirio, trincerata dietro il paravento dell’attuale legislazione in materia, stia sottovalutando un grave problema che riguarda la salute dei cittadini piemontese”.

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