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Le ingiustizie del lavoro nel Terzo settore e la storia delle ex lavoratrici di Eufemia: venerdì 5 aprile un’assemblea cittadina a Torino

Nell’Auditorium del Polo del’900 si parlerà di salario, ricompense immateriali e orari di chi lavora nel settore del no-profit. Sul tema, le ex lavoratrici di Eufemia stanno realizzando un’inchiesta

Sandro Marotta

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TORINO – Venerdì 5 aprile alle 18,15 all’Auditorium del Polo del’900 ci sarà un’assemblea cittadina per rivendicare i diritti e la dignità di chi lavora nel Terzo settore.

Il motore dell’iniziativa è la denuncia fatta dalle ex lavoratrici dell’associazione Eufemia, un’associazione torinese fondata nel 2010 che sperimenta pratiche di cittadinanza attiva per l’inclusione sociale e la mobilità giovanile. Proprio questa organizzazione è al centro di una controversia riguardo alla condizione lavorativa di alcuni/e membri/e del personale, riuniti/e nel collettivo “La parte invisibile della città“.

La denuncia

“Il 29 gennaio – spiegano le lavoratrici di Eufemia in un post – abbiamo indetto uno sciopero durato 42 giorni per denunciare le elezioni anomale del Direttivo, i demansionamenti, le intimidazioni, l’espulsione come socie dalla realtà che abbiamo contribuito a far fiorire. Per anni siamo state immerse nella sensazione che la componente “sociale” del lavoro giustificasse la povertà delle paghe, la reperibilità costante e l’errato inquadramento contrattuale”.

Il tema è quello delle cosiddette ricompense immateriali del lavoro che, come evidenza la letteratura sul terzo settore, in alcuni rapporti di lavoro finiscono per sostituire l’importanza di un salario dignitoso; la logica è: se un lavoratore/lavoratrice fa il lavoro che gli/le piace, allora può accontentarsi di una paga più bassa.

Che cosa è successo in Eufemia?

Tutta la vicenda ruota intorno all’elezione del nuovo consiglio direttivo dell’associazione, avvenuto nell’autunno scorso (2023). In questo periodo, le scioperanti ritengono di essere state demansionate, ovvero assegnate a mansioni meno responsabilizzanti e con un salario più basso. La causa di questo processo sarebbe l’ingresso di un gran numero di nuovi iscritti all’interno dell’associazione: “in autunno – hanno dichiarato le lavoratrici a Torino Oggi – si sono mossi per portare molte persone vicine a loro a tesserarsi in massa a un mese dal voto, si sono moltiplicati gli iscritti per prendere parte all’assemblea dei soci per eleggere nuovi membri del direttivo”.

Dopo Natale, Eufemia ha proposto un nuovo pacchetto di contratti e ha espulso chi protestava.

La replica dell’associazione

In un comunicato stampa Giulia Farfoglia, presidente di Eufemia, ha replicato:Riteniamo gravi, infondate e inaccettabili le accuse e le insinuazioni che vengono mosse nei confronti dell’operato dell’Associazione, della Presidente e del Consiglio Direttivo che, oltre a screditare i rappresentanti eletti, sta arrecando danni morali e materiali, compromettendo la considerazione di Eufemia presso partner e finanziatori, con il dichiarato scopo di sovvertire i risultati elettorali”.

La raccolta di storie di sfruttamento

Secondo il gruppo di protestanti “La parte invisibile della città”, nella realtà del Terzo settore torinese ci sono “dinamiche di potere che distorcono la dimensione associativa e che non riconoscono i diritti e la dignità delle persone che lavorano, trasformando il terzo settore in un lavoro povero e spogliato dei valori tanto millantati. Sappiamo che la nostra storia non è la prima né l’ultima quindi vogliamo rappresentare anche la voce di chi, in questo momento, non può esporsi ed esprimere il proprio vissuto professionale e/o sociale.”

Queste frasi si leggono nell’introduzione al form anonimo con cui si sta avviando un’inchiesta per capire le condizioni di chi lavora nel non profit.

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