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Il Rettore del Politecnico denuncia: effrazione di un ingresso durante la manifestazione pro Palestina

Si tratta di una quarantina di manifestanti esterni all’Ateneo

Gabriele Farina

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TORINO – Il Rettore del Politecnico Stefano Corgnati ha denunciato in una lunga lettera l’effrazione di uno degli ingressi del Politecnico durante la manifestazione pro Palestina di sabato 18 maggio. Corgnati ha ricordato la disponibilità dell’Ateneo, denunciando però l’effrazione ad opera di esterni al Politecnico.

Poi ha dettagliatamente ricostruito quanto accaduto, definendolo “un atto di violenza contro l’Ateneo che non ha nulla a che fare con la libertà di manifestare”, “un’azione violenta da parte di estranei ai danni della intera nostra comunità politecnica”.

“In questo momento così difficile, – chiude la dura lettera del Rettore – chiedo a tutta la comunità di Ateneo di ritrovare, mantenere e rivendicare la nostra identità e il nostro ruolo di istituzione pubblica capace di guidare lo sviluppo tecnologico della società, forte della nostra tradizione e salda nei nostri principi e valori. Principi e valori democratici, ispirati al confronto e alla pace, che non tollerano e non tollereranno mai il sopruso, la sopraffazione, la violenza”.

Riportiamo integralmente la lettera del Rettore Corgnati

Fin dall’inizio delle proteste che stanno coinvolgendo molte università nelle democrazie occidentali, il Politecnico di Torino ha garantito, con piena disponibilità, la libera e pacifica espressione all’interno degli spazi dell’Ateneo.
Tuttavia, poco prima delle ore 22:00 di ieri, sabato 18 maggio, ha avuto luogo una grave infrazione, con effrazione di uno degli ingressi e l’irruzione all’interno del nostro Ateneo di circa quaranta manifestanti estranei al Politecnico di Torino.

Come notificato a tutta la comunità dell’Ateneo, nelle giornate di venerdì 17 e sabato 18 l’accesso alla sede centrale è stato consentito attraverso i varchi di Corso Duca degli Abruzzi e Corso Castelfidardo, previa esibizione della propria smart card di Ateneo.
Sebbene nella giornata di ieri, sabato 18 maggio, l’Ateneo avesse chiuso i propri ingressi come da prassi alle ore 16:00, è stato comunque permesso l’accesso dall’ingresso di Corso Duca anche tra le ore 18:00 e le ore 19:30, così da dare agli e alle studenti del Politecnico di Torino partecipanti alla protesta la possibilità di prendere parte al corteo cittadino di ieri e, successivamente, di rientrare negli spazi dell’Ateneo.
Dalle ore 18:30, un gruppo di circa quaranta manifestanti estranei al Politecnico di Torino si è radunato fuori dai cancelli di Corso Duca degli Abruzzi, pretendendo di avere comunque accesso alla sede. Ciò mentre all’interno della Sede Centrale erano presenti circa venticinque manifestanti, una minoranza dei quali rientrati dal corteo previa verifica della smart card, mentre altri erano rimasti all’interno dell’Ateneo durante la manifestazione a presidio degli spazi occupati.
Poco prima delle 22:00, i quaranta estranei, spostatisi verso l’accesso laterale di Corso Einaudi, ne hanno forzato e sfondato il portone di ingresso, che era chiuso, introducendosi in seguito all’effrazione all’interno dell’Ateneo.

Questo è un atto di violenza contro l’Ateneo che non ha nulla a che fare con la libertà di manifestare, né tantomeno con la comunità studentesca del Politecnico di Torino.
L’Ateneo ha sempre garantito alla propria comunità il diritto di manifestare in modo civile e pacifico, con la piena disponibilità ad ascoltarne tutte le voci e tutte le sensibilità. Non ha ostacolato la presenza degli e delle studenti manifestanti del Politecnico di Torino, anche durante i momenti di chiusura dell’Ateneo, ovvero di notte e nel fine settimana e nonostante la sottrazione degli spazi dell’Aula Magna e della Sala Emma Strada. Durante la protesta, l’Ateneo ha costantemente dialogato, fedele al suo approccio istituzionale, con le rappresentanze studentesche di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, che hanno evidenziato posizioni anche molto diverse da quelle espresse dai manifestanti.

Sappiamo bene che la ricchezza del nostro Politecnico sta nelle sue diversità: le sensibilità dell’Ateneo sono molteplici, tutte da ascoltare così da far emergere le voci prevalenti. Queste non coincidono tuttavia con quelle rumorose che tendono ad emergere quando la maggioranza resta silenziosa, bensì con quelle che esprimono gli indirizzi della nostra comunità del Politecnico di Torino. Così è stato durante l’ultimo Senato Accademico, nel quale dopo un processo aperto durato tre settimane sono state illustrate e portate in discussione ben otto mozioni sui temi della pace, che attraverso un confronto hanno quindi portato ad una delibera di Senato approvata con ventisei voti favorevoli e uno contrario. Così sarà nella prima Conferenza degli studenti del Politecnico di Torino, durante la quale
potranno essere espresse in un contesto di confronto democratico tutte le posizioni e sensibilità rispetto al tema della pace.

L’Ateneo si è impegnato e si impegna a garantire il diritto degli e delle studenti a frequentare le lezioni e le altre attività didattiche e a studiare, così come del personale a svolgere le proprie attività. La libertà di manifestare pacificamente deve avvenire nel rispetto di studenti, docenti, ricercatori, ricercatrici e personale del nostro Ateneo.
In questo contesto, quella di ieri sera è stata un’azione violenta da parte di estranei ai danni della intera nostra comunità politecnica. Tale azione non ha alcun rapporto con il dialogo pacifico e civile, né con il favorire il confronto tra le diverse anime della nostra comunità. È stata, inequivocabilmente, un’azione volta all’occupazione del nostro Ateneo. Un’occupazione che ora, rendendo indisponibili l’Aula Magna e la sala Emma Strada, priva anche la nostra comunità della possibilità di partecipare ad eventi sentiti e importanti, quali la Festa della Musica con gli e le studenti musicisti del Politecnico di Torino prevista per lunedì 20, e l’evento Guarigioni di Just the Woman I Am di martedì 21, per citare i primi.

Fino a ieri sera, quella che coinvolgeva il Politecnico di Torino è stata una manifestazione di protesta da parte di membri della comunità studentesca del Politecnico di Torino. A seguito di questi ultimi gravi fatti, è un’occupazione da parte di individui per la stragrande maggioranza esterni al Politecnico di Torino.

In questo momento così difficile, chiedo a tutta la comunità di Ateneo di ritrovare, mantenere e rivendicare la nostra identità e il nostro ruolo di istituzione pubblica capace di guidare lo sviluppo tecnologico della società, forte della nostra tradizione e salda nei nostri principi e valori. Principi e valori democratici, ispirati al confronto e alla pace, che non tollerano e non tollereranno mai il sopruso, la sopraffazione, la violenza.
Il Rettore
Prof. Stefano Paolo Corgnati

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