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Crisi di liquidità: il 78% delle imprese artigiane torinesi segnala gravi difficoltà finanziarie

Confartigianato Torino: “Un rischio concreto per il cuore produttivo del Made in Italy”

Luca Vercellin

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TORINO –  Le imprese artigiane piemontesi affrontano una crisi di liquidità sempre più grave. Secondo un sondaggio condotto da Confartigianato Torino su un campione di associati, il 78% delle imprese ha dichiarato che, nel corso del 2024, la mancanza di liquidità rappresenta una delle criticità più urgenti da affrontare.

Le difficoltà finanziarie si inseriscono in un contesto economico e geopolitico segnato da instabilità internazionale, dazi, barriere commerciali e rincari generalizzati: solo nell’ultimo anno, l’energia è aumentata del 35%, a cui si somma l’impennata del costo delle materie prime. Anche settori storicamente trainanti per l’artigianato come automotive, modaed edilizia (con bonus in forte ridimensionamento) mostrano segnali preoccupanti.

“Il tessuto produttivo del nostro territorio, basato su piccole imprese e filiera corta – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – sta vivendo una fase di transizione molto complicata. Pesano i costi crescenti, la carenza di manodopera qualificata, un ricambio generazionale sempre più difficile, una giustizia civile lenta e una Pubblica Amministrazione tra le peggiori in Europa per tempi di pagamento, oltre a un carico fiscale e burocratico insostenibile.”

A incidere ulteriormente è la rottura del circolo virtuoso clienti-fornitori: “Se le imprese non riescono a incassare le fatture emesse – prosegue De Santis – si trovano in difficoltà a loro volta. Gli imprenditori sono spesso costretti a scelte impossibili: pagare i fornitori, i dipendenti o le banche.”

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Sevendata per Confartigianato Torino, in Piemonte la media dei finanziamenti a rischio è del 19,9%. Le province più colpite sono:

  • Alessandria: 23,8%

  • Asti: 23,1%

  • Novara: 21,8%

  • Vercelli: 21,2%

  • Torino: 19,2%

  • Cuneo: 18,3%

  • Biella: 18%

  • Verbano-Cusio-Ossola: 17,2%

Inoltre, il dato Unioncamere relativo al primo trimestre 2024 mostra un calo di 578 imprese artigiane attive in Piemonte. “Un segnale evidente – aggiunge De Santis – del rischio concreto che il Made in Italy venga svuotato del suo cuore artigiano: stiamo perdendo competenze, cultura del saper fare, tradizione produttiva”.

Confartigianato Torino richiama l’attenzione delle istituzioni su interventi urgenti e mirati, a partire da un accesso al credito più equo, politiche attive sul lavoro, sostegno alla transizione energetica e digitale, snellimento delle pratiche burocratiche.

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