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CronacaSalute

Alcolismo in Piemonte: 200mila persone con disturbi, prime esperienze già a 10 anni

I dati allarmanti arrivano dagli ospedali: trattamenti in aumento. Ancora bassa l’intercettazione del disagio. Famiglie e scuole al centro della prevenzion

Luca Vercellin

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TORINO – Il consumo precoce di alcol in Piemonte sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Secondo gli operatori sanitari, l’età della prima assunzione si aggira intorno ai dieci anni. Parallelamente, si stima che circa 200 mila piemontesi soffrano di disturbi da uso di alcol, rendendo la regione una delle più colpite a livello nazionale.

Negli ultimi anni, le strutture sanitarie come l’Ospedale Mauriziano di Torino hanno registrato un forte incremento delle richieste di trattamento, che risulterebbero quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente e quadruplicate rispetto agli anni ancora precedenti.

Tuttavia, solo una persona su dieci con dipendenza viene intercettata dal sistema di cura. Le terapie prevedono un approccio multidisciplinare: dai ricoveri ai trattamenti farmacologici, fino agli incontri settimanali nei club alcologici territoriali, a cui spesso partecipano anche i familiari.

Infatti, gli specialisti sottolineano come l’abuso di alcol non colpisca solo l’individuo, ma abbia ripercussioni sull’intero nucleo familiare. Per questo i percorsi di recupero coinvolgono non solo la persona dipendente, ma anche chi le sta accanto.

Oltre al trattamento clinico, l’obiettivo a lungo termine è un cambiamento culturale e sociale, che parta dalle scuole e coinvolga l’intera comunità. Alcuni studi, come quelli condotti dall’Università di Pollenzo, stanno esplorando anche nuove soluzioni, come le bevande alcoliche prive di alcol, per ridurre l’impatto delle sostanze psicoattive nella quotidianità.

L’alcolismo resta una sfida complessa e spesso invisibile, che continua a generare disagio e sofferenza, non solo per chi ne è direttamente coinvolto, ma anche per chi gli sta accanto.

 

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