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Torino, dopo la sentenza della Consulta riprende l’iscrizione anagrafica dei figli di coppie omogenitoriali
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, Torino riprende le iscrizioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali nati tramite PMA all’estero. Un passo importante per il riconoscimento dei diritti dei minori e dei genitori.

TORINO – A seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale il divieto di riconoscimento alla nascita per entrambe le madri di una coppia omogenitoriale, il Comune di Torino ha annunciato la ripresa delle iscrizioni anagrafiche dei figli nati in Italia attraverso Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) all’estero.
La decisione è stata comunicata dal sindaco Stefano Lo Russo, che ha definito la sentenza della Consulta “un passo fondamentale per i diritti civili”. L’amministrazione comunale torinese procederà all’iscrizione automatica di entrambi i genitori, senza necessità di ricorsi al tribunale.
Il contesto: dalla giunta Appendino alla circolare del Viminale
Le prime iscrizioni risalgono al 2018, durante il mandato della sindaca Chiara Appendino, ma furono sospese nel 2022 a seguito di una circolare del Ministero dell’Interno, allora guidato da Matteo Piantedosi. In questi anni, numerosi sindaci, incluso Lo Russo, hanno sollecitato un intervento legislativo, promuovendo anche una mobilitazione pubblica come quella organizzata al Teatro Carignano.
Con la pronuncia della Consulta, tutti i ricorsi pendenti decadono, ponendo fine a un lungo contenzioso legale.
I contenuti della sentenza costituzionale
La Corte ha stabilito che il mancato riconoscimento della madre intenzionale viola i diritti del minore, compromettendone:
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l’identità personale,
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il diritto a uno status giuridico certo e stabile,
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e la possibilità di beneficiare pienamente della responsabilità genitoriale da parte di entrambi i genitori.
Cosa cambia per le coppie omogenitoriali
Le coppie di donne con figli nati in Italia tramite PMA non dovranno più intraprendere lunghi procedimenti giudiziari per ottenere il riconoscimento della madre intenzionale, fino ad ora costrette a ricorrere all’adozione – procedura che prevedeva indagini dei servizi sociali e valutazioni del tribunale.
Torino, città simbolo della battaglia per i diritti omogenitoriali
Torino è stata tra le prime città italiane a riconoscere ufficialmente entrambe le madri. Nel 2018, Chiara Foglietta – oggi assessora comunale alla viabilità – fu la prima donna in Italia a registrare il figlio Pietro a nome proprio e della sua compagna.
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