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Torino per Gaza, nuova protesta: dopo treni e autostrade il corteo punta all’aeroporto di Caselle
Dopo una settimana di mobilitazioni, il movimento “Torino per Gaza” torna in strada. Centinaia di persone in marcia verso l’aeroporto di Caselle per protestare contro Leonardo e chiedere la fine della guerra a Gaza.

TORINO – Non si ferma la mobilitazione per la causa palestinese. Dopo giorni di presidi, cortei e blocchi in città, il movimento “Torino per Gaza” torna a scendere in strada con un nuovo obiettivo: l’aeroporto di Caselle. Lo slogan è lo stesso che ha accompagnato le proteste delle ultime settimane – “Blocchiamo tutto” – ma questa volta il bersaglio è ancora più simbolico: lo scalo torinese, dove ha sede anche Leonardo, azienda ritenuta dagli attivisti “complice del genocidio” in corso a Gaza.
Il corteo, composto da alcune centinaia di persone, è partito nel primo pomeriggio di sabato 27 settembre da piazza Crispi. Non una manifestazione statica, ma uno “spezzone veloce e mobile”, come lo hanno definito gli organizzatori, con biciclette in testa e un percorso che prevede tappe a Borgaro Torinese e poi verso Caselle. L’obiettivo dichiarato è avvicinarsi il più possibile all’aeroporto e, se possibile, entrare all’interno dello scalo.
Dopo binari e autostrade, la protesta cambia obiettivo
Quella di oggi è solo l’ultima tappa di una settimana di mobilitazioni particolarmente intensa. Lunedì 22 settembre un ampio sciopero aveva paralizzato il traffico ferroviario con blocchi a Porta Nuova e sulla linea Torino-Milano. Mercoledì 24, invece, lo “stato di agitazione permanente” si era concluso direttamente sui binari di Porta Susa. A queste iniziative si sono aggiunti presìdi, assemblee e un blitz all’interno del Rettorato dell’Università di Torino.
Ora la protesta cambia bersaglio e punta verso un’infrastruttura strategica. “Dopo le stazioni e le autostrade, è il momento di colpire uno dei luoghi simbolo dell’economia e del traffico internazionale”, spiegano dal corteo.
Una settimana tesa sul fronte internazionale
La nuova manifestazione arriva al termine di una settimana densa anche sul piano internazionale. La Global Sumud Flotilla, carovana umanitaria diretta verso Gaza, è stata colpita nella notte di mercoledì, spingendo il ministro della Difesa Guido Crosetto a disporre l’invio di una fregata della Marina italiana.
Il governo ha chiesto alla spedizione di accettare la mediazione di Cipro – un appello rilanciato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ma la proposta è stata respinta dagli organizzatori. Nel frattempo è stato annunciato il rientro in Italia di Maria Elena Delia, torinese e rappresentante italiana della missione, per partecipare a un confronto istituzionale. Tutto questo mentre alle Nazioni Unite si susseguono gli interventi dei leader mondiali, tra cui quello – particolarmente discusso – del presidente israeliano Benjamin Netanyahu.
La marcia verso Caselle
Il corteo è partito poco dopo le 15 da piazza Crispi in direzione corso Venezia. Lo spezzone in bicicletta ha imboccato corso Venezia dopo piazza Baldissera, mentre il gruppo a piedi ha proseguito lungo via Stradella. I due tronconi si sono poi ricongiunti, mentre un altro gruppo di manifestanti si è radunato davanti a un supermercato di Borgaro, in attesa di unirsi alla marcia principale.
La situazione resta monitorata dalle forze dell’ordine, pronte a intervenire nel caso in cui i manifestanti tentino di superare le barriere di sicurezza e accedere all’interno dell’aeroporto.
Quello di oggi potrebbe non essere l’ultimo atto della mobilitazione: gli organizzatori hanno già annunciato nuove iniziative “finché non verrà fermata la guerra e l’Italia smetterà di collaborare con l’industria bellica”.
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