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Economia

Sorpresa: secondo i dati, la regione dell’auto è in realtà il luogo (nel lavoro) della creatività

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Sono passate solo poche settimane dall’inaugurazione del nuovo Museo dell’Automobile di Torino, in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia e alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e già il Piemonte – e l’Italia intera – si interroga sul futuro a quattro ruote della prima capitale. Tra polemiche e dibattiti sulla torinesità della nuova Fiat targata Sergio Marchionne (con gli occhi puntati più su Detroit che sulla Mole) e sterili discussioni sulla “nuova” (e mai ben definita) identità della città, un rapporto a cura della Fondazione Crt prospetta un futuro molto diverso per quella che una volta era definita “la città dell’auto”.

ATMOSFERA CREATIVA”. Il documento prende in considerazione i dati dell’Archivio delle imprese attive (Asia) del 2007, e parla chiaro: i settori delle industrie creative della moda, del gusto, del design, dei media e del patrimonio storico e artistico, in aggregato, rappresentano circa il 9% degli addetti dell’economia regionale, una cifra paragonabile al sistema auto e all’edilizia che hanno un peso rispettivamente del 9,48% e del 12,37 % per numero di addetti. Ciò porta gli autori del rapporto (il centro studi Silvia Santagata in collaborazione con la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino) a disegnare una “mappa delle eccellenze e delle criticità piemontesi” in cui i diversi distretti diventano in grado – insieme – di avviare un processo virtuoso di “crescita creativa”. Altro che automobili: il Piemonte deve puntare sulla musica rock, sui cibi di qualità, sulle residenze sabaude, sulla Nutella.

LE ECCELLENZE PIEMONTESI. Slow Food nasce a Bra, la Ferrero ad Alba, la Alessi nel Verbano, il distretto laniero di Biella è il più importante polo al mondo nella produzione di filati e tessuti in lana e altri materiali pregiati. Le residenze sabaude sono uno dei pochi siti seriali al mondo patrimonio Unesco. A Torino c’è Traffic, il festival musicale gratuito che ha posizionato la città nel circuito mondiale della musica rock, Eataly, il Salone del Gusto e Terra Madre. Nella moda marchi del calibro di Kristina Ti, BasicNet e Borbonese. Senza dimenticare il cinema e l’arte contemporanea, la viticoltura e le Langhe. Sono queste eccellenze a fare il futuro del Piemonte, sostengono i curatori del rapporto, non l’automobile.

INFRASTRUTTURE HARD O SOFT? Atmosfera Creativa individua due tipologie di interventi che istituzioni e privati possono effettuare per dotare i “sistemi della creatività” delle infrastrutture di base necessarie per il loro sviluppo. Da un lato troviamo quelle che i curatori definiscono “infrastrutture hard”, ovvero quelle che – sfruttando economie di scala – vanno a beneficio di una crescita delle imprese o dei talenti presenti sul territorio: è ad esempio il caso del Museo del Cinema di Torino e di Top-IX (Torino Piemonte Internet Exchange), consorzio che fornisce infrastruttura di rete a banda larga a imprese piemontesi; dall’altro abbiamo le infrastrutture cosiddette “soft, cioè tutti quei progetti rivolti a valorizzare le risorse produttive sviluppando relazioni collaborative tra le imprese e i talenti dei sistemi della creatività. Come Luci d’artista, la Carta Torino Musei o la convenzione fra il Comune di Torino e il Teatro Stabile che ha determinato la nascita del Sistema Teatro Torino a sostegno delle realtà locali.

Resta da vedere quando Torino riuscirà davvero a scrollarsi di dosso l’etichetta di “città della Fiat” per iniziare davvero a progettare un futuro diverso per sé e per l’intero Piemonte: la strada da percorrere resta lunga e – tuttora – costellata di automobili.

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