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Cultura

Fra classici e contaminazioni, il cartellone del Teatro Stabile per la prossima stagione

Davide Mazzocco

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È stata presentata questa mattina al Teatro Carignano la Stagione 2011/2012 del Teatro Stabile di Torino. I lusinghieri bilanci delle ultime stagioni hanno fatto registrare un notevole incremento sia dal punto di vista della programmazione (500 spettacoli a stagione), sia sotto il profilo degli incassi, dello sbigliettamento e degli abbonamenti. Se con i festival Prospettiva e Torinodanza lo Stabile ha confermato la propria vocazione internazionale, la rassegna Fare gli italiani ha, invece, approfondito un discorso di teatro strettamente nazionale, nella produzione e nel contenuto. Proprio Fare gli italiani sarà “spina dorsale” di alcuni degli spettacoli che apriranno la stagione 2011/2012 chiudendo una fase iniziata nello scorso marzo. Dal punto di vista della produzione lo Stabile sembra aver recuperato – grazie alle Operette morali dello stesso direttore artistico Mario Martone e alle messe in scena di Gabriele Vacis e Valter Malosti – la capacità di penetrare nel mercato nazionale.

Toccherà a La belle joyeuse di Gianfranco Fiore aprire il 3 novembre prossimo la stagione del Teatro Carignano. In quest’opera Anna Bonaiuto interpreterà (come già nel film Noi credevamo) il personaggio di Cristina di Belgioioso, una delle più attraenti e contraddittorie figure del Risorgimento italiano. Poi i classici: Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo, Spettri di Ibsen e un dicembre shakespeariano con La princesse de Milan ispirata a La Tempesta e Misura per misura con Eros Pagni. Sempre per rimanere al Carignano, il 2012 vedrà in scena Elettra di Hugo von Hoffmansthal e Diceria dell’untore di Gesulado Bufalino con Luigi Lo Cascio. A un anno di distanza torneranno I Rusteghi diretti da Gabriele Vacis e a cavallo fra marzo e aprile The coast of utopia di Tom Stoppard che vedrà sullo stesso palco Luca Zingaretti, Alessio Boni, Michela Cescon, Valentina Cervi e Jasmine Trinca diretti da Marco Tullio Giordana. Ancora Shakespeare in primavera: prima l’Otello con Alessandro Haber e Maurizio Donadoni poi il Macbeth con Giuseppe Battiston.

Il Teatro Gobetti sarà, invece, il palcoscenico in cui lo Stabile dialogherà con le compagnie del territorio: Italoamericana, Garibaldi fufferito, Boston marriage, Novecento, Lo zoo di vetro, Mala polvere (con Laura Curino sull’Eternit di Casale) ed Edipo Re sono solo alcuni dei titoli più interessanti di questa sinergia con le altre realtà regionali, per quello che gli addetti ai lavori hanno già definito “Piemonte felix”. Alla Cavallerizza Reale troveranno spazio gli spettacoli internazionali e i monologhi degli attori italiani: grande attesa per Fatzer Fragment di Bertolt Brecht realizzato dal Teatro Stabile con la Volksbühne di Berlino, Diario di un pazzo di Nikolaj Gogol (con Roberto De Francesco) e Un sogno di una notte di mezza estate diretto da Valter Malosti. Aperto alle contaminazioni con le altre arti e alla sperimentazione è sicuramente lo spazio delle Fonderie Limone. Ad aprire il cartellone dello spazio moncalierese saranno – nell’ambito di Torinodanza – le anteprime nazionali di Le centaure et l’animal e Octopus e quella assoluta di La commedia. La programmazione riprenderà a gennaio con I pugni in tasca nella quale Marco Bellocchio dirigerà, nell’omonima riduzione del suo film, il figlio Piergiorgio e Ambra Angioini. Il segno del chimico. Dialogo con Primo Levi racconterà, a 25 anni dalla morte, l’altro mestiere dello scrittore della deportazione. Chiuderà The history boys, la pièce di Alan Bennet che ha messo d’accordo critica e pubblico, giovani e adulti.

 

 

 

 

 

 

 

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