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Giro d’Italia 2011: i magnifici sette

Davide Mazzocco

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Sette corridori per una maglia rosa, la più importante, quella che verrà vestita sul podio di Milano il prossimo 29 maggio. Scopriamo i favoriti del Giro che festeggia i 150 anni dell’Unità d’Italia.

45% Alberto Contador (Saxo bank Sungard)

Lo spagnolo corre con la spada di Damocle del ricorso di Uci e Wada al Tas per il clenbuterolo il cui esito dovrebbe arrivare a fine giugno, cosa che turba non poco i sonni di chi deve mantenere immacolata l’immagine del Giro. Ma sul piano strettamente sportivo parliamoci chiaro: la sconfitta di Contador su di un percorso del genere sarebbe sorprendente. Lo spagnolo non perde una grande corsa a tappe dal 2005. Da allora ha messo nel carniere tre Tour, un Giro e una Vuelta senza mai stravincere, certo, ma senza mai essere secondo a nessuno. Il suo avversario più ostico finora è stata una bistecca che a quasi dieci mesi di distanza non è ancora stata digerita.

15% Michele Scarponi (Lampre)

Il successo al Giro del Trentino, le vittorie di tappa al Giro di Sardegna (4° nella generale) e alla Tirreno-Adriatico (3°) più il 2° posto al Giro di Catalogna: quello di questo inizio di stagione è stato lo Scarponi più (con)vincente di sempre. Fortissimo in salita, discreto a cronometro, magro come un grissino, maturo, ambizioso, esperto. Un outsider? Solo per i distratti.

15% Vincenzo Nibali (Liquigas)

Il successo alla Vuelta a Espana lo ha proiettato in una nuova dimensione. Giunto al culmine di una crescita graduale ma inesorabile, Nibali arriva al Giro dopo una primavera di risultati confortanti nelle classiche (8° alla Milano-Sanremo e alla Liegi-Bastogne-Liegi) e nelle brevi gare a tappe (5° alla Tirreno-Adriatico). La vera incognita è rappresentata dalla sua tenuta quando (e succederà in parecchie occasioni) si scaleranno salite con pendenze superiori al 10%. Lì il suo “motore” da passista scalatore potrebbe andare fuori giri. Se, però, dovesse arrivare al Nevegal con meno di 1’30” dalla maglia rosa saranno dolori per tutti.

10% Denis Menchov (Geox-Tmc)

Uno degli oggetti misteriosi del ciclismo internazionale ma, anche, il solo corridore in attività (oltre a Contador) ad avere vinto tre grandi giri. Forte in salita, solido a cronometro e con un’alternativa in squadra di nome Sastre. E dalla sua c’è la cabala: vince le grandi corse a tappe solo negli anni dispari.

5% Carlos Sastre (Geox-Tmc)

Gli anni passano ma lo scalatore spagnolo è ancora uno dei corridori più affidabili al mondo sulle grandi salite. Se dovesse arrivare nell’ultima settimana con la giusta condizione e senza un distacco troppo vistoso in classifica potrebbe destabilizzare la corsa a favore di Menchov o giocarsi le sue carte (come nel vittorioso Tour del 2008).

5% José Rujano (Androni giocattoli)

Il venezuelano torna sul luogo del delitto. Sei anni fa arrivò a meno di un minuto dal successo dopo aver staccato tutti nel tappone del Colle delle Finestre. Dopo un lustro di peregrinazioni è tornato dal suo scopritore Gianni Savio che sa bene di avere nel sudamericano il jolly per far saltare il banco sulle numerose salite al 10-15% di cui è disseminato questo estenuante Giro d’Italia.

5%  Joaquin Rodriguez Oliver (Katusha)

L’uomo che lo scorso anno ha concluso al primo posto della classifica mondiale (dopo aver vinto il Giro di Catalogna ed essersi piazzato 2° alla Freccia Vallone, 3° al Giro dei Paesi Baschi, 4° alla Vuelta e 8° al Tour) è in grandi condizioni di forma (in aprile ha vinto una tappa nei Paesi Baschi piazzandosi 2° alla Freccia Vallone e all’Amstel). La sua arma vincente è l’irresistibile scatto sulle pendenze più proibitive anche se è decisamente una frana nelle cronometro. Ma le prove contro il tempo in questo Giro saranno ininfluenti e lui può guardare con ambizione alla maglia rosa.

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