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Economia

Sciopero generale Cgil: l’unità sindacale resta utopia. Gli appuntamenti in Piemonte

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La legge sull’apprendistato? Se verrà confermato che si tratta di un contratto che porta a un lavoro stabile, preceduto da una formazione effettiva, siamo pronti a firmare”. Parole di Susanna Camusso in un’intervista al Corriere della Sera, alla vigilia di uno sciopero generale che ancora una volta vede i sindacati divisi: “In questa fase manca un’analisi comune della situazione economica e del mondo del lavoro. Non c’è dunque qualcuno che sta nell’angolo. Ci sono posizioni diverse e un percorso di avvicinamento da costruire. Ma non si può partire se gli altri pongono come condizione che la Cgil dichiari di aver sbagliato, perché noi non pensiamo di averlo fatto”.

A TORINO. È stata proprio la Camusso a lanciare la mobilitazione durante un incontro alle Molinette con i lavoratori della sanità: un corteo partirà domani mattina alle 9,30 da Porta Susa per poi concludersi in piazza Castello con un comizio di Fulvio Fammoni. Sotto la Mole saranno 1400 le assemblee in fabbriche e uffici, mentre numerosi saranno i disagi per la mobilità pubblica: lo sciopero del trasporto urbano sarà dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, per quello suburbano dalle 10,30 alle 14,30 e dalle 17,30 alle 21,30.

Ci saranno praticamente tutte le categorie della Cgil torinese: dai metalmeccanici (ancora scottati dalla vicenda ex Bertone) ai lavoratori della cultura, dai bancari ai pensionati. Donata Canta, segretaria della Camera del Lavoro, presentando lo sciopero ha ricordato la difficile situazione della città e dei lavoratori torinesi, con oltre 21 milioni di ore di cassa autorizzate tra gennaio e marzo, 23.683 persone iscritte alle liste di mobilità di cui 13.400 senza indennità e oltre 3mila cittadini stranieri. E questo mentre le domande per quell’ammortizzatore sociale sono già nei primi tre mesi 1582 per un totale di 13.318 lavoratori. “Nel capoluogo piemontese – ha sottolineato Canta – la disoccupazione ha toccato il 32,5% ed è la più alta a livello nazionale mentre si registra un costante aumento del precariato soprattutto fra i giovani”.

Non potranno partecipare i lavoratori Gtt, per la revoca stabilita dalla Commissione di garanzia (per Torino sono giornate straordinariamente affollate e complesse): fatto stigmatizzato dalla Cgil.

Un corteo alternativo del mondo variegato dell’antagonismo partirà invece da piazza Arbarello. A tal proposito, visto che non mancherà (sulla stampa come in piazza) chi agiterà lo spauracchio della violenza, la Canta si è vista “costretta” a precisare che “come sempre agli scioperi generali parteciperanno, ben accolti, movimenti e associazioni che, riconoscendosi nelle nostre ragioni, sfileranno con lavoratori e pensionati. Per questo come sempre vogliamo ribadire che le prevaricazioni, forme violente contro cose o persone, non fanno parte delle scelte e della storia della Cgil”.

LE MANIFESTAZIONI IN PIEMONTE. TORINO: ore 9.30 Porta Susa, corteo per via Cernaia, via Pietro Micca, arrivo ore 11.30 in Piazza Castello, con l’intervento di Fulvio Fammoni della segreteria nazionale della Cgil. VERBANIA: corteo, comizio e concerto finale dalle 10.00 alle 13. ASTI: manifestazione in piazza con canti e interventi sui temi di attualità: lavoro, precariato, acqua, servizi pubblici ecc. CUNEO: corteo da piazza Europa a piazza del Comune dalle 10.45 alle 12.30. NOVARA: assemblee pubbliche, presidi e manifestazioni in 13 Comuni. BIELLA: corteo e manifestazione in piazza. VERCELLI: presidio davanti alla Stazione dalle 10.00 alle 12. ALESSANDRIA: manifestazione alle 9 in piazza Valfré e comizi davanti alla Confindustria e alla ex Borsalino.

CISL E UIL ALL’ATTACCO. Se la Camusso è possibilista sul raggiungimento di una nuova unità con gli altri sindacati, le parole di oggi del segretario della Uil Emilia Romagna e Bologna Gianfranco Martelli non lasciano molti spazi alla trattativa: “Di scioperi la Cgil ne ha proclamati tanti, anzi troppi. Molti slogan e una ridda di richieste in cui si mescola tutto e il contrario di tutto. Unico chiaro obiettivo: essere i supplenti di un’ala politica ora assente dal Parlamento e di un’opposizione un po’ inadeguata. Ma risultati sindacali portati a casa sono a pari a zero” ha detto Martelli, citando il caso dell’ex Bertone: “Pur essendo a maggioranza Fiom, i lavoratori hanno scelto di difendere il loro impiego”. Per il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, intervenuto a margine di un appuntamento sindacale a Napoli, “bisogna prendersi le responsabilità senza chiacchiere, essere uniti, ma non per fare discorsi che non appartengono alla realtà: la vicenda alla Bertone rappresenta una chance di unità solo se la Cgil ne saprà trarre le dovute conseguenze”.

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