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Economia

Fiat: fusione con Chrysler entro il 2014. Il titolo del Lingotto crolla in borsa

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un lunedì mattina turbolento per il mercato Fiat: un avvio di seduta disastroso, in netto ribasso, per un Lingotto che prosegue la flessione cominciata dopo la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre. Attorno alle 10,05 italiane, il titolo dell’azienda torinese perde il 4%, a 4,6520 euro, dopo aver segnato un minimo di 4,63 euro. Già negativi subito dopo la diffusione dei conti, bocciando il dato sull’indebitamento, i broker sono tornati a infierire sulla casa automobilistica, parlando di “terzo trimestre drogato da Chrysler” e facendo capire che senza Detroit Torino sarebbe affondata. Più positivo il giudizio di Mediobanca, ma “il mercato è comunque preoccupato dall’evoluzione del debito”. In scia si muove la controllante Exor (-3,07%), mentre Fiat Industrial , che ha comunicato risultati confortanti, si difende meglio (-1,24%).

IL BOTTA E RISPOSTA CON LA CONSOB. L’investimento da 20 miliardi di euro per l’Italia è confermato, ma è impossibile fornire più dettagli rispetto a quanto detto. Anzi, a scanso di equivoci, d’ora in poi non si parlerà più di Fabbrica Italia. Si può sintetizzare così la risposta della Fiat alla Consob, in un comunicato dove il Lingotto esprime disappunto per il fatto ”deplorevole” che la notizia sia stata pubblicata sulla stampa e ”si riserva ogni diritto di adottare le più opportune iniziative di tutela”. La posizione della Fiat sarà valutata nei prossimi giorni dagli uffici della Consob. Ambienti vicini alla Commissione si limitano a ribadire la natura esclusivamente tecnica della richiesta a Fiat, a fini di trasparenza e a beneficio degli investitori.

I RAPPORTI CON CHRYLSER. “Una convergenza è necessaria entro il 2014”: a confermarlo è stato nella giornata di sabato lo stesso ad Sergio Marchionne . Il consolidamento Chrysler, però, porterà sicuramente a un appesantimento del debito: “Un anno fa dagli Usa veniva il 3,5% dei nostri ricavi – si è difeso il manager italocanadese -. Oggi siamo al 47%. L’ Europa pesava per il 60%. Ora è al 30%. Il 2012 sarà il più difficile dei prossimi anni, ma i nuovi modelli ci aiuteranno a mantenere la quota”.

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