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Cultura

Da Brad Pitt a George Clooney, nelle anteprime del Torino Film Festival trionfa Hollywood

Davide Mazzocco

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Giovani autori crescono, a Torino il meglio del cinema che verrà

È stata presentata questa sera al cinema Massimo di Torino la ventinovesima edizione del Torino Film Festival. Il direttore Gianni Amelio e il vicedirettore Emanuela Martini – affiancati dal neo-presidente del Museo Nazionale del Cinema Ugo Nespolo – hanno illustrato l’articolato programma di un’edizione che, pur facendo i conti con i tagli alla cultura, è riuscita ad allestire un cartellone di grande qualità. 

La filosofia – sin dalle edizioni degli anni Ottanta – è sempre la stessa: investire sui film e, quindi, sul pubblico, più che sul red carpet e i lustrini. Più Berlino che Cannes, più Rotterdam che Venezia, insomma.

Nespolo, facendo gli onori di casa, ha parlato di Torino come di un inesauribile “serbatoio di energie culturali” e del Festival come di una manifestazione capace di far andare la cultura “verso la vita”. Amelio ha spiegato che questa edizione sarà la sintesi delle sue due precedenti esperienze da direttore: “La manifestazione torinese è unica perché è capace di andare verso lo spettatore (come dimostrano le candidature all’Oscar del vincitore dello scorso anno) ma anche di fare scelte coraggiose. Gli spettatori vedranno film che non si è soliti vedere nei festival. Ci sono film che nascono e muoiono nei festival, molte delle nostre scelte, invece, avranno uno vita e un pubblico al di là della nostra manifestazione”. Amelio ha poi aggiunto di “aver introdotto il cinema di genere nel concorso” e questa scelta ha pagato, polarizzando un pubblico maggiore sul concorso rispetto agli anni di Moretti, in cui a farla da padrone erano state le sezioni collaterali e le retrospettive.

Il TFF si aprirà la sera di venerdì 25 novembre con la consegna del Gran Premio Torino al regista finlandese Aki Kaurismaki, uno degli autori lanciati in Italia proprio dalla manifestazione torinese. Dopo la premiazione verrà proiettato Money Ball, film di Bennett Miller con Brad Pitt, Philip Seymour Hoffman e Robin Wright. Serata d’apertura a parte, ci sarà molta Hollywood anche nella Festa mobile che proporrà in anteprima italiana The Descendants di Alexander Payne con George Clooney, Wrecked di Michael Greenspan con uno strepitoso Adrien Brody, sempre più a suo agio nei thriller, e Albert Nobbs di Rodrigo Garcia con una Glenn Close in abiti maschili per la quale già si parla di probabile candidatura all’Oscar.

Cuore della manifestazione sarà il concorso lungometraggi Torino 29, sezione che in passato ha premiato debuttanti come Hou Hsiao-hsien, Chen Kaige, Amos Gitai, Tsai Ming-liang e Jill Sprecher diventati, successivamente, autori di acclamata fama internazionale. Accanto a Torino 29 (che vedrà in concorso gli italiani I più grandi di tutti di Carlo Virzì e Ulidi piccola mia di Mateo Zoni), quattro saranno i concorsi dedicati ai documentari italiani, ai documentari internazionali, ai cortometraggi italiani e ai corti di Spazio Torino. La retrospettiva di quest’anno sarà dedicata a Robert Altman, autore di alcuni fra i più importanti film degli anni Settanta (Mash, Nashville e Il lungo addio) e degli anni Novanta (America oggi, Kansas City e Gosford Park). Le altre monografie saranno dedicate al cineasta francese Eugene Green e al giapponese Sion Sono.

Nella sezione Figli e amanti quattro attori-registi italiani – Michele Placido, Ascanio Celestini, Sergio Rubini, Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart – racconteranno la nascita della loro passione per il cinema. Durante il festival verranno inoltre presentate alcune delle produzioni sostenute dal TorinoFilmLab: The Slut di Hagar Ben Aher, Hi-So di Adit-ya Assart e Swans di Hugo Vieira da Silva. Premi anche per il regista Marco Bellocchio e per l’attore torinese Roberto Herlitzka.

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