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Crolla il “Neuro” di Racconigi. Transennate le vie nei pressi dell’ex manicomio

Redazione Quotidiano Piemontese

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Crolla il “Neuro”. Sta letteralmente cadendo a pezzi l’imponente struttura dell’ex manicomio di Racconigi, di proprietà dell’Asl di Cuneo. Mattone dopo mattone, crepa dopo crepa, il manicomio viene giù, tanto che il Comune ha dovuto transennare le vie adiacenti alla parte più a rischio dell’edificio, ovvero via Santa Chiara, via Lobetto, via Ormesano e via Fiume.Il cosiddetto Neuro nasce nel 1871 come nuovo ospedale neuropsichiatrico di Racconigi, ovvero il manicomio che, il giorno della sua apertura ufficiale, contava due pazienti – quelli che oggi si chiamerebbero ospiti e che, un tempo venivano definiti mentecatti -, una donna di Monasterolo Vasco e un uomo di Barge, etichettati come maniaci.

Dalla legge Basaglia, ovvero la 180 del 1978 che ha disposto la chiusura dei manicomi, la struttura, che vanta diversi edifici, uno dei quali più grande della reggia sabauda del paese, sparsi su 20 ettari di terreno, non ha avuto un effettivo riutilizzo, un rinnovamento o una ristrutturazione, necessaria viste le condizioni architettoniche.

Il monumentale complesso ha accolto la storia di numerose persone, quasi dell’intera provincia cuneese e parte di quella torinese, testimone silente del passato italiano, nemmeno troppo lontano, e della storia psichiatrica locale.

Nel maestoso padiglione conosciuto come “Chiarugi”, opera dell’architetto e ingegnere piemontese Giuseppe Gallo, dove pare siano ancora conservate alcune apparecchiature per la cura delle malattie mentali, le crepe, ormai non si contano più e sta cedendo all’incuria e al tempo.

L’edificio fu progettato inizialmente dalla Congregazione di Carità, a fine Settecento per l’ampliamento dell’ospizio e la costruzione di un ricovero per i poveri, per accogliere migliaia di disoccupati, vittime della crisi della produzione della seta, che a Racconigi svolgeva un ruolo molto importante per l’intera regione.

A causa delle spese ingenti, la conclusione dell’opera si ebbe solo nel 1829. Terminati i lavori, il fabbricato, di proprietà delle Reali Finanze, fu destinato a collegio per i figli dei militari, con tanto di inaugurazione di Carlo Alberto, principe di Carignano e futuro re di Sardegna.

Ora questa struttura potrebbe, non solo rappresentare un pericolo per la popolazione a causa della caduta di massi, ma finire nel dimenticatoio italiano ed eliminata, in mancanza di adeguati e rapidi interventi. E i primi interventi potrebbero arrivare a giorni.

L’Asn Cn1, infatti, ha presentato un progetto di realizzazione di opere di messa in sicurezza per il Chiarugi. Ora, resta da aspettare i tempi di approvazione di tale progetto, la disponibilità economica e la prossima “impacchettatura” della strauttura pericolante con tiranti di acciaio per bloccare la caduta di massi.

 

 

Nelle foto: alcuni immagini dell’ex manicomio di Racconigi e dettagli delle crepe

 

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