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Cronaca

Operazione militare “KO”. Sgominata banda di finti carabinieri e finanzieri

Redazione Quotidiano Piemontese

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Carabinieri

ALBA – E’ stata denominata operazione “KO” dai carabinieri di Alba che hanno sgominato una banda di pregiudicati ben strutturata, di cui facevano parte 16 persone. Tutti dediti alla commissione di furti aggravati di rilevante entità economica ai danni di facoltosi imprenditori, commercianti e noti professionisti, ma anche perpetrati in esercizi commerciali e altri reati come la detenzione illegale di armi o lo sfruttamento della prostituzione. I reati riguardano le zone di Alba, Asti, Cuneo, Torino e provincia e il bottino è di 3 milioni e 500 mila.

I carabinieri hanno eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettante persone, mentre altre 2 sono state arrestate in flagranza di reato, accusate a vario titolo di furto pluriaggravato, ricettazione, riciclaggio, detenzione e porto illegale di armi da sparo, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Le indagini dei militari sono partite nell’estate 2011 quando nell’albese si sono verificati insoliti furti ad opera di un gruppo criminale, costituito mediamente da tre o quattro individui i quali, spacciandosi per appartenenti all’Arma dei carabinieri o finanzieri, mostrando false tessere di riconoscimento, indossando pettorine con la scritta “carabinieri”, dotati di riproduzioni di pistole e persino manette simili a quelle in dotazione alle forze di polizia, si presentavano nelle abitazioni di noti imprenditori edili o facoltosi commercianti fingendo, tramite un falso mandato, di dover perquisire la residenza.

I criminali, secondo i carabinieri, erano molto abili nel rendersi credibili agli occhi delle vittime che, vista la situazione, non si opponevano alle perquisizioni, anzi erano disponibili ad aprire casseforti, consegnare contanti, assegni, preziosi, oggetti in oro, armi da fuoco legalmente detenute.

Tra loro i malfattori, sempre ben vestiti ed alcune volte con radio portatili al seguito, usavano chiamarsi capitano, tenente, maresciallo, brigadiere, etc. e, quando le vittime si mostravano reticenti ad aprire le abitazioni, i truffatori fingevano di chiedere rinforzi alla centrale operativa per indurli ad essere più malleabili.

Vari i finti motivi che i ladri usavano per giustificare le perquisizioni. Ad un commerciante a cui si erano spacciati per finanzieri, avevano detto che era indagato per false fatturazioni ed evasione fiscale, ad un imprenditore edile per un  procedimento penale a suo carico per usura, ad un farmacista per emissione di false ricette mediche, ad un gioielliere per l’acquisto di oro rubato, etc. Le vittime dei furti si rendevano conto solo a fatti avvenuti di essere state derubate da delinquenti e non perquisiti da forze dell’ordine.

10 gli episodi riconducibili allo stesso modus operandi e messi a segno tra luglio 2011 e gennaio 2012 nelle zone di Cuneo, Asti e Torino per un totale di 3 milioni e 500 mila, euro di beni rubati.

I finti sequestri e le finte perquisizioni si sono verificate il 23 luglio 2011 a Pralormo, nel torinese, il 5 settembre a Canelli, il 9, il 29 settembre e il 14 ottobre ad Alba; il 13 e 28 settembre a Castell’Alfero; il 21 ottobre a Isola d’Asti; il 18 novembre a San Michele di Mondovì, nel cuneese; il 10 gennaio a Nichelino.

Nel corso delle perquisizioni i militari hanno sequestrato 14 mila e 500 euro in contanti, 3 auto di grossa cilindrata usate per portare a termine i reati dal gruppo criminale, alcune false tessere di riconoscimento, manette, vestiario simile a quello in dotazione alle forze dell’ordine, 2 pistole fedeli riproduzioni di quelle in dotazione ai militari, alcuni orologi Rolex e di altri noti marchi di provenienza furtiva, 3 personal computer con programmi per la preparazione di false tessere di riconoscimento dell’Arma dei carabinieri, un dispositivo elettronico detto Jammer  in grado di segnalare la presenza di microspie o apparecchi di radiolocalizzazione Gps installati su autoveicoli da parte delle forze dell’ordine, etc.

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