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La sentenza Eternit e i risarcimenti mai arrivati: la storia di Priolo Gargallo raccontata da Linkiesta

Redazione Quotidiano Piemontese

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C’è un posto in Italia dove la sentenza Eternit di Torino è arrivata come un’eco lontana, qualcosa di già sentito. A Priolo Gargallo, nel siracusano, polo petrolchimico, l’azienda condannata ha chiuso i battenti anni fa, con un bilancio non proprio roseo: mille morti e un accordo da 8 milioni e 750mila euro. Peccato che i soldi non arrivino, e sono passati già quattro anni dalla stipula dell’accordo. Lo racconta Stefania Fanni, su Linkiesta.

La Eternit siciliana non è entrata nel maxi processo che si è appena concluso in primo grado a Torino. Perché? Perché l’accordo stipulato tra le parti avrebbe dovuto soddisfare tutti. Condizionale d’obbligo visto che i parenti delle vittime di soldi ne hanno visti pochi. L’erogazione della somma doveva essere effettuata in 10 anni, ma ne sono già passati quasi quattro da quando l’accordo è stato stipulato. E dei soldi solo l’ombra.

Vuole vederci chiaro il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, avvocato Ezio Bonanni che ha pronta la denuncia: “Farò ricorso per far ammettere questi mille dimenticati nel processo bis che si sta preparando contro la Eternit – ci dice l’avvocato – e chiamerò in causa anche lo Stato, che non ha vigilato affinchè si eliminasse l’amianto e si salvaguardasse la salute di migliaia di cittadini”.

I risarcimenti potrebbero essere anche il tallone di Achille della sentenza di Torino. Gli ex patron dell’Eternit non hanno possedimenti in Italia e si rischia che la definizione del quantum, caso per caso, comporti anni di deliberazione in sede civile. “Sono le ombre della sentenza – analizza Valentina Stefutti, avvocato del Wwf che si è costituito parte civile nel processo di Torino – per gli enti è stata prevista la provvisoria esecutività, vuol dire che vedranno subito i soldi, e per le bonifiche necessarie sarà un toccasana. Ma solo Casale Monferrato e Cavagnolo dovranno ricevere 29 milioni di euro, come obbligare a pagare? Insomma, dobbiamo rimanere vigili per il futuro”.

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