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Cronaca

Saldi estivi: a Torino si comincia sabato 7 luglio. Ecco le quindici regole anti-bidone

Davide Mazzocco

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Le province di Novara, Biella e Vercelli per contrastare la Lombardia  (dove dal 6 giugno la regione ha abolito il divieto di fare sconti e promozioni a un mese dalla partenza ufficiale dei saldi) hanno trovato un escamotage per aggirare l’ordinanza regionale che prevede l’avvio dei saldi estivi 2012 per sabato 7 luglio: chiamare gli sconti con un altro nome ovverosia “prezzi pazzi”.

A Torino, invece, nessuna deroga: si partirà sabato 7 luglio per chiudere, come da ordinanza comunale n° 6727, il 1° settembre.

Perché gli affari siano veramente tali occorre prestare molta attenzione. Quotidiano Piemontese ha preparato per i suoi lettori un vademecum in quindici punti da seguire per far sì di non incorrere in spiacevoli bidoni. Eccolo.

1)   Approccio etico-economico. Ma la cosa che sto per comprare mi serve davvero? O sono solamente un automa, un devoto praticante della religione del consumismo per il quale la preghiera è l’acquisto? Pensarci prima ancora di verificare il prezzo.

2)   Resistere resistere resistere. Almeno fino al 7 luglio. Non è un caso che i saldi inizino quando fervono i preparativi per le vacanze e i capi estivi sono già fuori da almeno un paio di mesi. Senza gli sconti i negozianti starebbero a girarsi i pollici per tutto luglio con un crollo di vendite catastrofico. Quindi se dovete fare una spesa importante resistete sino al 7 luglio e farete i migliori affari.

3)   007 licenza di comparare. Se siete veramente interessati a un prodotto iniziate una vera e propria attività “spionistica” comparando il prezzo fra i diversi negozi e anche sulla scala temporale (prima e dopo l’inizio dei saldi). Su tutti i prodotti in vendita devono essere segnalati, per legge, il prezzo originario, il prezzo di vendita in saldo e la percentuale di sconto.

4)   Occhio alla percentuale. Partendo dal presupposto che nessun negoziante beneficia di ricarichi superiori al 50% diffidate dei maxisconti. Potrebbe essere merce invenduta in precedenti stock oppure maggiorata del prezzo base in maniera fraudolenta.

5)   La soglia psicologica. È un trucco vecchio ma sempre efficace: restare sotto a una soglia psicologica utilizzando sapientemente… il 9. Un paio di scarpe a 99 euro ne costa 100 ma resta in doppia cifra e sembra molto più economico. Senza accorgercene come acquirenti ci facciamo dei budget ideali. Pensiamo “Voglio spendere meno di 50 euro”. Ed ecco che su questo il negoziante farà leva promuovendo il prodotto a 49,90 euro. E assicurandosi se non il nostro acquisto quantomeno la nostra attenzione.

6)   Una questione di etichetta. Per quanto riguarda i capi d’abbigliamento controllate con attenzione l’etichetta: i tessuti naturali o prevalentemente naturali costano molto di più rispetto a quelli sintetici ma in gioco non c’è soltanto il risparmio. Alcuni tessuti provenienti dall’Estremo Oriente vengono trattati con pesticidi e antimuffe che, a contatto con la pelle, possono generare allergie ed eruzioni cutanee. Anche le modalità di lavaggio sono importanti. I capi di qualità – che costano di più – mantengono il colore originario anche dopo numerosi lavaggi.

7)   Professionali al limite della pignoleria. Siate professionali come acquirenti tanto quanto chi vi sta di fronte. Informatevi e documentatevi se è il caso, frequentate i forum per scoprire quali sono i prodotti migliori perché chi vi ha preceduto nell’acquisto e ha già utilizzato il prodotto è il vostro miglior consigliere. E soprattutto non abbassate la guardia perché in ballo c’è uno sconto: il venditore è al vostro servizio e non il contrario, siete voi ad aprire il portafoglio.

8)   Fratelli di taglia. Notate che ci sono parecchi capi delle taglie intermedie o che lo stesso capo è presente in tutte le taglie e con molti colori? Molto probabilmente è un capo invenduto che è stato riesumato dal magazzino in occasione dei saldi. E se è stato invenduto prima… beh fate i vostri conti!

9)   E io pago! Quindi ho diritto a farlo come voglio. Se il negozio è convenzionato con carte di credito e bancomat deve accettare pagamenti con queste modalità e non può imporre il pagamento in contanti.

10) La merce venduta si cambia eccome. Diffidate di chi scrive il contrario poiché in materia ci sono regole ben precise che difendono l’acquirente in caso di malfunzionamento, di difetti ed imperfezioni e di promozione ingannevole (la merce non corrisponde a quanto propagandato). Regole che valgono 365 giorni l’anno (366 nel 2012) e, dunque, anche nel periodo dei saldi.

11) I negozianti devono esporre la seguente informativa. In caso di inosservanza delle seguenti regole il cittadino può rivolgersi alla Polizia Municipale, all’ufficio comunale per il commercio e alle associazioni a tutela dei consumatori.

12) Chi lascia la vecchia strada per la nuova… Se vi servite abitualmente in un negozio continuate a farlo perché avrete più facilmente il polso della situazione e riuscirete a verificare con più facilità la reale convenienza dei prodotti.

13) Provare per credere. Fatta eccezione per i capi di biancheria intima, gli acquirenti hanno il diritto di provare i capi d’abbigliamento prima dell’acquisto.

14) Lo scontrino è denaro. Buttereste in un cestino una banconota? No. Dunque fate lo stesso con lo scontrino che, fino al momento della verifica dell’integrità e della funzionalità di un prodotto, vale proprio quanto la somma di denaro che avete speso. Lo scontrino è, infatti, la prova di acquisto che obbliga il negoziante a sostituire la merce difettosa o “non conforme” anche contrariamente ai cartelli (svianti) che affermano come i capi in svendita non si possano cambiare.

15) Non siate affamati! Non siate folli! Ponderate gli acquisti mescolando le vostre reali necessità con la matematica dell’economista Paul A. Samuelson: “La formula della felicità, fino a questo momento, è consistita nell’eseguire l’operazione consumi fratto desideri. Ma questa è stata una ricetta per il consumismo. Se invece si azzerano i desideri, la felicità tende all’infinito”.

 

 

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