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Piemonte

Elsa Fornero contestata dalle donne che poi discutono con lei

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il ministro del Lavoro Elsa Fornero è stato contestato a Torino durante il convegno Mai più complici, organizzato alle OGR dall’associazione Se non ora quando?. Quando il ministro è salito sul palco un gruppo di donne del collettivo AlterEva e della Rete Donne Fiom di Torino hanno cominciato a urlare: “Essere donne non basta. Una donna senza lavoro è una donna senza libertà le donne sono oggi molto deboli, il welfare non può essere legato alle nonne”. Il ministro ha invitato il gruppo a salire sul palco ma non è bastato. Il ministro Fornero è stato accusato, di non aver fatto abbastanza sul problema delle dimissioni in bianco. Dopo momenti di tensione, il ministro ha tenuto il suo intervento e poi ha voluto incontrare il gruppo di donne che protestavano, prima di lasciare le OGR: “Dite che non voglio ascoltare  invece è esattamente quello che intendo fare come ministro di questo paese”. L’incontro è durato mezz’ora e la Fornero ha raccontato alla fine “Queste donne  mi hanno rappresentato in maniera civile i loro problemi di lavoro nelle fabbriche ponendomi delle domande come ministro del Lavoro e come ministro delle Pari opportunità. Ho preso nota attentamente, sono un ministro che valorizza molto il dialogo in qualunque occasione. Certo non posso parlare con tutti e tutte, però credo che il dialogo sia una cosa positiva e lo è stato anche in questo caso”.

In una nota il Collettivo AlterEva – Rete donne Fiom Torino ricordano:

Oggi, alle OGR di Torino, si è svolto il convegno di SNOQ contro la violenza sulle donne a cui era stata invitata la ministra Fornero. Abbiamo deciso di prendere parola autonomamente visto il precedente rifiuto alla richieste di intervenire al convegno. Riteniamo necessario portare le istanze concrete delle donne e denunciare le diverse forme in cui la violenza si manifesta.  Abbiamo evidenziato come non si possa parlare di violenza sulle donne senza parlare di indipendenza economica:una donna senza reddito non può scappare dalla casa dei violenti.

Le condizioni di vita delle donne infatti sono peggiorate anche a causa delle ultime riforme di questo governo, in particolare:

–          La modifica dell’art 18: La crisi aziendale è una giustificazione ai licenziamenti che si presta fin troppo bene alle discriminazioni dei datori di lavoro.

–          Nella riforma del mercato del lavoro non ci sono azioni che agevolino davvero l’ingresso delle giovani e dei giovani nel mondo del lavoro, tanto che il precariato dura decenni e la possibilità di farsi una famiglia è diventata un privilegio.

–          I salari per le donne sono più bassi. Le donne Fiom denunciano “in fiat, le donne che esercitano il diritto alla maternità e congedi parentali sono escluse dal premio di produzione”.

–          L’assenza del welfare grava sulle spalle delle donne. I carichi di lavoro e di cura, dovuti alla carenza di servizi pubblici, pesano prevalentemente sulle donne.

–          La riforma del sistema scolastico: la diminuzione delle ore nelle scuole primarie rende le donne ancora meno libere.

–          In ultimo abbiamo parlato della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. L’obiezione di coscienza rende la legge inefficace. Inoltre l’autonomia regionale non può sconvolgere il senso della 194 inserendo i movimenti pro-life nei consultori e ospedali pubblici.

Noi donne non volgiamo essere  le vittime sacrificali di questo paese.

 

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