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Ambiente

Rifiuti radioattivi: Ispra pubblica i criteri per la localizzazione del Deposito nazionale. Legambiente: “Oggi il Piemonte lo è di fatto”

Redazione Quotidiano Piemontese

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scorie nucleariscorie nucleariscorienucleariL’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale ha pubblicato i “criteri per la localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi” destinato ad accogliere circa 57 mila metri cubi di queste sostanze pericolose da smaltire. Nelle dodici pagine diffuse da Ispra vengono dettate le regole che Sogin (la società pubblica che gestisce lo smantellamento delle vecchie centrali) dovrà seguire per l’individuazione entro la fine dell’anno dell’area idonea ad ospitare il deposito nazionale. Nella Guida, Ispra dice no ad aree vulcaniche attive o quiescenti, a località che si trovano a più di 700 metri sul livello del mare o ad una distanza inferiore a 5 chilometri dalla costa; sono escluse le aree a sismicità elevata, a rischio frane o inondazioni e le ‘fasce fluviali’, dove c’è una pendenza maggiore del 10%, escluse le aree naturali protette, che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati, quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e ferrovie.

C’è però chi lamenta che queste linee guida arrivano con 10 anni di ritardo. E’ il caso di Legambiente che ricorda come “di fatto il Piemonte, soprattutto il Vercellese, oggi è il deposito nazionale, con il 96% delle scorie italiane”. Il riferimento è ai siti di Trino e Saluggia. Le due località sarebbero tuttavia escluse dai requisiti formulati Ispra a partire dal fatto che rientrano in aree fluviali. “Questo non vuol dire che il deposito non si farà in Piemonte come afferma qualcuno. E se non troveranno una localizzazione, la nostra regione continuerà ad essere di fatto il deposito nazionale” ha concluso Gianpiero Godio, presidente del circolo di Legambiente del Vercellese .

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