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Economia

Disobbedienza fiscale allo Stato, il leader della Lega Salvini lancia la data: 14 novembre

Redazione Quotidiano Piemontese

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Lega: Salvini, meglio soli che male accompagnatiSegnate questa data sul calendario: 14 novembre. Niente carte di credito, solo contanti, no allo scontrino e vietato pagare l’Iva. È il giorno di “resistenza allo Stato” indetto dal leader della Lega, Matteo Salvini. Nel tradizionale raduno ferragostano del Carroccio a Ponte di Legno, il segretario del partito ha lanciato la proposta di un giorno di disobbedienza fiscale: serrande abbassate o acquisti senza scontrino, niente sigarette, gratta e vinci o Iva da versare, con contadini e allevatori nelle piazze delle città per regalare prodotti alimentari. “Quel giorno dobbiamo dire ?tu Stato da me oggi non vedi niente?. Io oggi lavoro per me e per la mia famiglia. Io oggi l’Iva non te la do. Tu oggi Stato, per quanto mi riguarda, muori di fame”. Il proclama è stato subito rilanciato dai militanti, ma bisogna stare molto attenti, perché l’evasione fiscale è un reato. “Abbiamo messo al lavoro una squadra di commercialisti che ci spiegheranno come fare molto male a questo Stato che ci sta affamando, rischiando pochissimo – continua Salvini -. Si possono pagare le tasse in ritardo, con sanzioni minimali”. Il leader leghista chiede al premier Matteo Renzi una scaletta di priorità per settembre, ripartendo non dai diritti degli omosessuali, ma dalla riforma fiscale: “anche i gay chiedono di pagare meno tasse: se gli si chiedesse se vogliono sposarsi o sopravvivere, risponderebbero che vogliono sopravvivere pagando meno tasse”. E la riforma proposta dal Carroccio è semplice e lineare, una rivoluzione che si basa su un’aliquota fissa unica per tutti del 20 per cento. Con questa aliquota, spiega Salvini, “lo Stato incassa di più e tutti pagano, anche i super ricchi. Ma chi evade va in galera e butto la chiave”. Ed il comizio si chiude con un’immagine forte, una provocazione contro lo Stato: “Se qualcuno non paga le tasse e lo fa perché altrimenti deve chiudere, oppure perché preferisce pagare il dipendente piuttosto che lo Stato con il suo 50 per cento di pressione fiscale, per me non è un evasore, ma un eroe”.

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