Alessandria
Edilizia in Piemonte: solo il 6,2% delle imprese prevede di aumentare il fatturato


“Dobbiamo far ripartire subito il piano nazionale contro il dissesto idrogeologico e varare regole a tutela della trasparenza – ha aggiunto Provvisiero – Governo e Parlamento facciano fino in fondo la loro parte mettendo a disposizione risorse invece che per opere che non partiranno nell’immediato, per opere in messa in sicurezza del territorio”.
Dall’analisi emerge una situazione ancora negativa per il comparto edile piemontese, già evidenziata nell’indagine precedente:
– solo il 6,2% delle imprese intervistate prevede di aumentare il fatturato nei prossimi sei mesi mentre il 93,8% prevede una riduzione o non segnala variazioni, dato che conferma l’andamento della scorsa indagine;
– la situazione occupazione resta ancora critica, come rilevato nel primo semestre del 2014: il 2,8% delle imprese intende aumentare il personale contro il 43,7% che ne prevede la riduzione. Le difficoltà di reperimento di personale generico e qualificato si riducono e le intenzioni di ricorso alla manodopera esterna restano negative confermando quanto rilevato sei mesi fa;
– la quota di imprese che intende effettuare investimenti diminuisce rispetto a sei mesi fa e interessa l’11,4% delle imprese del campione (nella scorsa indagine era il 17,5%);
– malgrado i ritardi nei pagamenti continuino ad essere segnalati dalle imprese come una delle principali problematiche da affrontare, i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici migliorano leggermente rispetto alla precedente indagine, passando da 143 a 134 giorni e i tempi di pagamento totali, cioè la media dei tempi di pagamento pubblici e privati, scendono a 109 giorni (sei mesi fa era 116 giorni: miglioramento di 7 giorni, il che – pensando che il miglioramento nel pagamento ‘pubblico’ è migliorato di 9 giorni – rende evidente una sofferenza crescente dei pagamenti tra privati).
“Come emerge dall’indagine, da quasi due anni registriamo un andamento stazionario caratterizzato da previsioni non ottimistiche – ha dichiarato Filippo Monge, Presidente del Centro Studi dell’Ance Piemonte – Le nostre imprese non hanno le condizioni per una programmazione industriale di lungo periodo, conseguentemente non prevedono un incremento del fatturato, a scapito dell’occupazione e dei futuri investimenti”.
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