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Ufficio scolastico regionale: pasto domestico a scuola solo per le famiglie che hanno fatto causa

Redazione Quotidiano Piemontese

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La “libertà di panino” vale solo per le 58 famiglie torinesi che hanno fatto causa. E’ questa la posizione dell’ufficio Scolastico Regionale Piemonte, che, in una circolare inviata a tutti i dirigenti scolastici, ha comunicato la decisione, presa dopo avere chiesto chiarimenti all’ Avvocatura distrettuale dello Stato di Torino sulla sentenza 1409/2016 con cui  58 famiglie torinesi hanno ottenuto il diritto al pasto domestico.

Nella circolare, spiega Fabrizio Manca, direttore regionale del ministero della ricerca e dell’Istruzione (Miur), riporta il parere  dell’avvocatura distrettuale che sostiene che quanto stabilito dai giudici “risulta efficace, in base alla regola generale stabilita per il giudicato civile tra le parti, i loro eredi o aventi causa”. Puntualizza, però, che “le eventuali istanze, tendenti a ottenere l’applicazione del decisum in favore di soggetti che non siano stati parti del giudizio devono considerarsi destituite di fondamento”.

Tradotto: sì al pasto domestico, ma solo per le 58 famiglie che hanno fatto causa. Di parere opposto, invece, l’avvocato che ha portato avanti la causa, Giorgio Vecchione, che, in un post su Facebook,  sostiene che la decisione valga per tutti, non solamente per coloro che hanno vinto la causa.

Ecco la spiegazione dell’avvocato Vecchione:

Mantenete tutti la calma e non fate nemmeno un passo indietro, nemmeno per prendere la rincorsa. CALMA

La nota che ha diffuso oggi il MIUR é quanto di piú ridicolo possa esserci. Ricordate che la Corte di Appello ha scritto nero su bianco che il diritto di scelta c’é, per tutti; é un diritto costituzionale, che é giá presente nell’Ordinamento, e che i 58 ricorrenti hanno solo fatto venire alla luce. In questa strana Italia succede cosí, a volte qualcuno deve scoprire che c’é l’acqua calda. A questo punto, dato che il MIUR non vuole nessun dialogo, come ho giá scritto, ci sono due strade.

(1) immediato ricorso al Tribunale con un ricorso d’urgenza, per avere, auspicabilmente prima di settembre, un provvedimento che condanni il MIUR e la scuola ad organizzarsi affinché sia esercitabile il diritto di scelta. É un mezzo processuale veloce, poco oneroso e se si vince, E SI VINCE, tutte le spese le paga il MIUR.
(2) l’atto di forza: a settembre, all’inizio della scuola, i ragazzi andranno col pasto da casa ed in questo modo le dirigenze saranno messe di fronte ad una scelta. O lasciarli digiuni (e li scatterebbe la denuncia) o li obbligano ad uscire dalla scuola (e li scatta un’altra denuncia). In entrambi i casi, oltre alle denunce penali, il ricorso d’urgenza é comunque proponibile.
Valutate voi quale delle due opzioni scegliere, ma fatevi assistere da un avvocato. Saprá come meglio consigliarvi ed a differenza del MIUR vi saprá spiegare che una sentenza come quella della Corte d’appello ha una portata generale, valida per tutta Italia e non solo per i 58 crociati!!! Buonanotte
Avv. Giorgio Vecchione

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