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Economia

Exor, holding della famiglia Agnelli, sposta la sede in Olanda

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo come Fca, Cnh e Ferrari, adesso è il turno di Exor: la holding della famiglia Agnelli si trasferisce in Olanda. E’ quanto ha deciso il  consiglio di amministrazione dopo l’approvazione del progetto  di fusione transfrontaliera per incorporazione di Exor in Exor Holding, società olandese interamente controllata da Exor.

La società resterà però quotata sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana. Pieno sostegno anche da Giovanni Agnelli C. Sapaz, che detiene il 52,99 per cento del capitale di Exor.

Dalla politica le prime voci sono quelle di Chiara Appendino: “Esistono delle valutazioni economiche, finanziare e legali a supporto della scelta di Exor di trasferire la sede nei Paesi Bassi – spiega la sindaca -, ma sappiamo anche che esistono ulteriori elementi quali la presenza sul territorio e l’identità che devono essere considerati come fattori non secondari. Prendiamo atto delle rassicurazioni sugli investimenti da parte dell’azienda sul territorio torinese, in particolare per FCA e CNH. Noi lavoreremo comunque per rilanciare la vocazione industriale di Torino, agendo con tutti i soggetti coinvolti, affinché il territorio diventi più attrattivo possibile per le imprese”.

“Con il trasferimento nei Paesi Bassi delle sedi di Exor vengono meno anche gli ultimi legami finanziari fra la famiglia Agnelli e Torino – ha spiegato invece il governatore Sergio Chiamparino -.  Sempre di più dobbiamo lavorare per valorizzare il nostro patrimonio del saper fare automobilistico per essere città dell’auto senza essere città della Fiat”.

“Dal momento che come altri trasferimenti di sedi di società finanziarie o industriali, non avviene in qualche paradiso fiscale ma in una Paese che figura fra i 6 fondatori della Comunità Europea – ha concluso Chiamparino – potrebbe essere utile una forte iniziativa, in sede europea, per rendere più omogenee le legislazioni fiscali, finanziare e commerciali tra i paesi membri”.

 

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