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L’RSU del CSI Piemonte scrive una lettera aperta all’Assessora Pisano

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’RSU del CSI Piemonte ha scritto una  lettera aperta all’Assessora Pisano sulla situazione della loro azienda in vista di un anno 2017 che si presenta molto difficile.

Gentile Assessora, abbiamo avuto modo di ascoltare il Suo discorso in Consiglio Comunale lunedì 21/11 scorso. Pur ritenendo opportuno che la discussione politica abbia luogo nei luoghi istituzionali, crediamo necessario interloquire con Lei perché, sebbene vi siano alcune considerazioni che condividiamo, nel complesso il suo discorso è fonte di grave e crescente preoccupazione per il futuro del Consorzio e per le sorti dei singoli lavoratori e dei loro nuclei familiari.

Lei ha avuto modo di affermare, tra l’altro, che “l’analisi non deve essere fatta in modo autoreferenziale per dimostrare di avere servizi in linea con il mercato ma per definire esattamente su quali competenze si possa puntare e quali le necessità dei clienti in ottica futura. ” e che “deve portare i nostri fornitori a offrire i nostri servizi in un’ottica di limitata inefficienza.”

Sottoscriviamo come RSU e lavoratori tale presa di posizione, vorremmo sottolineare tuttavia che i bisogni del Consorzio vanno ben al di là di qualche risposta autoreferenziale circa un confronto con il mercato.

Abbiamo sempre creduto che la questione non potesse essere ridotta ad uno scontro ideologico tra l’idea di un ente pubblico, e in quanto tale inutile, male organizzato, inefficiente, e il concetto altrettanto errato di un CSI privato modello di produttività , risparmio ed efficienza. Crediamo invece che sia necessario un confronto sul modello, sulle idee, sui progetti e sugli obbiettivi di innovazione.

Dagli incontri avvenuti precedentemente, durante la campagna elettorale e ancora a fine settembre, avevamo capito che Lei e la Sindaca condivideste queste nostre considerazioni e che vi fosse da parte vostra una contrarietà politica rispetto al percorso di privatizzazione del CSI.

Il suo discorso invece ci pone di fronte ad un deludente dejà vu rispetto alle posizioni di altri politici con cui ci siamo sempre confrontati. Cosa è cambiato in questi ultimi mesi?

Nel nostro lavoro quotidiano, preferiremmo di gran lunga l’efficienza all’inefficienza, strumenti nuovi e innovativi a quelli vecchi e obsoleti, un’organizzazione interna snella ed efficace piuttosto che farraginosa e opprimente. Vorremmo poter lavorare per fornire servizi pubblici maggiormente disponibili e fruibili per tutti.

Abbiamo cioè la convinzione che il CSI possieda un potenziale di considerevoli ed articolate professionalità che possono essere messe in campo al servizio delle esigenze della “macchina pubblica” e senza scopo di lucro. Occorre, oggi più che in passato, una forte e concorde governance da parte degli Enti, incominciando da quelli che hanno una più ampia facoltà e responsabilità di indirizzo. Insieme ai lavoratori, lo chiedono – tra l’altro – la necessità dell’attuazione dell’Agenda Digitale e il bisogno non più procrastinabile di procedere ad un rinnovo del parco servizi offerti agli enti.

L’ente che Lei rappresenta è un membro autorevole nell’assemblea dei soci del consorzio ed esprime un importante membro del CDA. Non ritiene possibile e opportuno agire in quelle sedi affinché il Consorzio diventi più efficiente e innovativo e meno autoreferenziale?

Occorrono proposte ed idee per innovare e migliorare i servizi informatici della PA. Quello che chiediamo da tempo ai massimi esponenti della politica piemontese, sono progetti, attività, lavoro per riprendere a contribuire all’innovazione della Città e della Regione. Assessora, Lei e la sua giunta avete già rinunciato a portare un contributo per il miglioramento del CSI in tutti questi aspetti?

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