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McDonald’s e Burger King aprono locali all’interno dell’Università di Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il 2019 degli studenti dell’Università di Torino si aprirà con due importanti novità culinarie che stanno suscitando polemiche prima ancora di veder la luce. I due più grandi colossi mondiali del fast food apriranno i battenti con due spazi sostanzialmente all’interno dell’Università stessa.

McDonald’s occuperà gli spazi ex Edisu di via Sant’Ottavio 12. Burger King sarà addirittura all’interno della palazzina Aldo Moro in via Verdi.

La protesta arriva attraverso la pagina Facebook Noi Restiamo Torino

“Nel nuovo complesso Aldo Moro costruito in gran fretta vicino Palazzo Nuovo aprirà un Burger King. In un complesso di 18 mila mq, 5 mila saranno destinati a “servizi commerciali convenzionati” e l’apertura del fast food è solo la punta dell’iceberg. Il Burger King rappresenta la sfacciataggine con cui si porta avanti il processo di privatizzazione del nostro ateneo. Ancora una volta, in modo palese, i privati occupano spazi che dovrebbero essere dedicati agli studenti ma non c’è solo questo. L’università si trasforma, e nemmeno tanto lentamente, in un centro commerciale. Vi ricordate lo scorso anno l’atrio di PN invaso dagli stand della Huawei e dei salami Beretta?

Esattamente come una multinazionale UniTo mette a profitto ogni cosa e tratta gli studenti da un lato come una merce da vendere e dall’altro come consumatori pronti a girovagare tra i negozi della palazzina Aldo Moro nel centro della città e dentro l’Università pubblica!!!

È il modello neoliberista imposto a tutto tondo dall’Unione Europea: appropriarsi del pubblico dall’università alla sanità, sottrarlo allo Stato e lucrarci sopra. Questo è evidente nei progetti di finanziamento all’alta ricerca sempre meno statali, dopo i tagli della riforma Gelmini, e sempre più nelle mani dei privati che così influenzano la ricerca subordinandola ai propri interessi e al mercato. Ai privati si concede un’occasione d’oro mentre per gli studenti è sempre più difficile ottenere aule in cui fare iniziative per sviluppare un ragionamento critico. È un modello al quale noi ci opponiamo e contro cui dobbiamo organizzarci per riuscire a contrastarlo!”

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