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La Fiat Torino taglia Carlos Delfino dopo una lite con il vicepresidente esecutivo Francesco Forni

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sembra siamo di nuovo in pieno psicodramma alla Fiat Torino dopo le dimissioni di Larry Brown, è nato il caso Carlos Delfino.  Laconicamente la società ha comunicato : “di aver avviato nei confronti del proprio tesserato Carlos Delfino l’iter stabilito dall’accordo collettivo per l’applicazione delle sanzioni previste. La Società si riserva ogni azione a tutela della propria reputazione nelle sedi più opportune”.

Nel concreto il vicepresidente esecutivo, Francesco Forni, figlio del proprietario, Antonio Forni ha accusato il campione argentino di aver reagito eccessivamente al suo intervento nello spogliatoio: “C’è stato un normale confronto a fine gara con i giocatori, i quali sono stati messi di fronte alle loro responsabilità. Delfino è stato l’unico a non voler accettare le critiche, avendo comportamenti ai limiti della violenza nei miei confronti. Vista la reazione assolutamente spropositata rispetto a quanto accaduto, abbiamo deciso di optare per il taglio immediato”

Il campione argentino ha replicato senza peli sulla lingua: “Questo ragazzino è entrato nello spogliatoio, un posto che non è per tutti dopo una partita. Ed ha iniziato a dire cose fuori posto, a puntare il dito contro qualcuno dei miei compagni. A me questa cosa ha dato molto fastidio ed ho replicato. C’è da dire che non sono stato l’unico ad urlare contro di lui. E aggiungo che non c’è stato alcun confronto fisico. Ma scherziamo?Quello che ho fatto lo rifarei. Io difenderò sempre un compagno davanti al mondo, per me i compagni sono i miei fratelli.
Se qualcuno prova a fare delle cose per dividere lo spogliatoio io non lo accetto. Io non dipendo dal salario di questa famiglia per vivere, io non mi faccio trattare in questa maniera, come è abituata a fare questa famiglia. Lo rifarei per tanta gente che in questi mesi a Torino mi ha fatto sentire a casa e mi ha accolto benissimo. Purtroppo questi personaggi sono nel basket e ritengo che gli facciano molto male. Spero se ne vadano presto, come si dice. Rovinano uno sport bello e tanta gente che ci lavora. Pensano di poter trattare tutti come degli schiavi. Se vuole ci mettiamo in campo io, lui, la madre o il padre e vediamo la gente chi vuole che rimanga qui a Torino. Penso di aver fatto molto di più io a Torino in questi mesi che loro in due anni”.

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