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Piemonte

Le dichiarazioni politiche dal Piemonte del 18 aprile 2019

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Igor Boni (+Europa):

La morte di Massimo Bordin ha scosso la politica italiana e le centinaia di migliaia di italiani che sono cresciuti con la sua rassegna stampa mattutina, con la sua ironia pungente e la sua capacità di analisi tra le righe. Oggi questo Governo vuole cancellare la storia di Radio Radicale con un attentato alla libertà di parola e alla possibilità di portare fuori dal Palazzo le voci della politica. E’ un attacco allo stato di diritto che qualifica perfettamente questo regime. Chiedo al Sindaco Chiara Appendino e alla sua maggioranza in Consiglio comunale una presa di posizione netta contro la chiusura di Radio Radicale, contro questo attacco vile, contro chi vuole soffocare l’unica voce senza filtri, senza veline. Una presa di posizione che sarebbe ancora più forte perché proveniente da rappresentanti della stessa forza politica che guida, nel Governo e nel Parlamento, l’assalto alla libertà di conoscere per deliberare. Forza Chiara! Non puoi stare dalla parte di questi loschi figuri che stanno cancellando un pezzo di storia democratica del nostro Paese.

Silvia Accossato (LeU):

Con questo Governo siamo alla follia istituzionale! Assurdo che sia solo il Sindaco di Torino a rappresentare i comuni dell’area metropolitana per l’uso dei 150 milioni di euro per le aree di crisi. La sola Città di Torino non può e non è in grado di rappresentare i 112 comuni della Provincia di Torino coinvolti nel decreto sottolineando come sarebbe stato più opportuno che a far parte del tavolo di coordinamento fosse stato anche un loro rappresentante, da loro individuato. Si tratta di una scelta politica a cui il ministro, in attesa dello stanziamento dei fondi, può ancora intervenire allargando la partecipazione anche ad un rappresentante degli altri comuni. Cosa che ovviamente auspichiamo e che renderebbe più pertinente l’utilizzo di queste risorse per le singole realtà metropolitane.

Jessica Costanzo (M5S):

Un passo importante che dimostra ascolto del territorio. Dai sindacati mi aspetterei meno critiche e più collaborazione per lavoratori e imprese del territorio. Il decreto c’è nonostante lo scetticismo di alcuni che lo mettevano in dubbio. Grazie a questo provvedimento Torino e i 120 comuni del territorio rientrano nelle aeree di crisi complessa. Un passo importante che dimostra un grande ascolto del nostro territorio da parte del Governo e che reputo necessario, avendo conosciuto molte delle aziende in crisi sul nostro territorio.
Si costituisce un gruppo di coordinamento e controllo rappresentato da sei membri: due nominati dal ministero, uno rispettivamente per Regione, Comune, Ice e Anpal, per occuparsi degli accordi di programma con il territorio e definire misure e azioni dedicate al rilancio produttivo.
Col nostro decreto vogliamo trasformare la città di Torino da “one company town” a città post-industriale, attraverso un accompagnamento dei 120 comuni del territorio verso automazione e digitalizzazione del tessuto produttivo, includendo anche merci e trasporti.
Da certe sigle sindacali mi aspetterei meno critiche e più collaborazione, se veramente si volesse lavorare nell’interesse dei lavoratori, delle imprese e del territorio. Questo Governo ha tutelato i diritti dei lavoratori come non accadeva da decenni, inoltre abbiamo abbassato il costo del lavoro per le imprese. Da alcuni sindacati non arriva mai un riconoscimento e questo contribuisce al mantenimento di un clima negativo sul territorio anche quando i problemi vengono risolti. Più onestà intellettuale farebbe bene a tutti.

Paolo Zangrillo (FI):

Armando Siri, che confido possa in tempi brevi chiarire la sua estraneità ai fatti che gli sono stati imputati, cade vittima della proverbiale presunzione di colpevolezza a senso unico della ‘banda’ grillina. Il M5S essendo aumentata la pressione fiscale, esploso il debito, crollata la fiducia di imprese e famiglie, incrementata la disoccupazione, si aggrappa disperatamente al giustizialismo per poter vendere qualcosa ai propri seguaci. Un giustizialismo che torna come sempre utile solo se a cadere in fallo sono esponenti di qualche altro partito che non sia loro. Una prassi che li accomuna fortemente al Pd di Renzi e che la storia ci insegna come non porti bene a chi la esercita. Confido che questo episodio forcaiolo, antitetico a qualsiasi principio costituzionale, possa aprire gli occhi agli amici della Lega sulla vera natura dei loro inqualificabili compagni di viaggio.

Roberto Rosso (Fratelli d’Italia) :

“Non ci sono due o tre casi si parla di almeno un centinaio di dipendenti dichiarati inabili al lavoro per le mansioni svolte e per le condizioni fisiche in cui versano. Patologie professionali, invalidanti, legate a dolori alla schiena, come ernia del disco, tunnel carpale o complicazioni alle clavicole ,che hanno portato a riconoscimenti e indennizzi ai lavoratori. Ma Amiat continua a non riconoscere il rischio di queste malattie nello svolgimento della professione”.

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