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Sciami d’api in città: colpa del clima e degli alveari urbani

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Sono numerose le segnalazioni che arrivano da Torino di sciami d’api in città, su bus, alberi, condomini e anche macchine, come quella segnalata in un nostro articolo il 24 maggio scorso. Si tratta del fenomeno della sciamatura, molto comune in primavera, ma che secondo Marco Porporato, docente di Agraria dell’Università di Torino, quest’anno è eccezionale. La causa sarebbe da imputarsi al cambiamento climatico, che con l’aumento delle temperature e con i forti temporali ha costretto le api a rimanere più a lungo negli alveari e questo ha comportato un sovraffollamento e una minore produzione di miele. Altra causa è la presenza in aumento di apicoltori urbani, spesso inesperti, che non sanno affrontare adeguatamente l’espansione della popolazione di insetti, causando la fuga degli stessi in cerca di nuovi nidi.

Pierpaolo Bonci, presidente dell’associazione Apicoltori Volontari di Torino e provincia, sottolinea come l’intervento degli apicoltori, chiamati da tutte le parti in questo periodo, debba svolgersi in sicurezza. Bonci fa l’esempio di una richiesta di aiuto da parte dei vigli urbani per uno sciame posato su un tiglio alto 10 metri: dovrebbe essere un compito dei vigili del fuoco, ma in alcuni casi non hanno le competenze per gestire uno sciame d’api. Sarebbero necessari dei corsi di formazione per la gestione di casi del genere.

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