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Cronaca

Riti sanguinari di iniziazione, operazione della polizia contro la mafia nigeriana a Torino e Bologna

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Circa 300 uomini delle forze dell’ordine sono impegnati da questa mattina in una vasta operazione contro la mafia nigeriana sulle piazze di Torino e Bologna. Sono gli Eye e i Maphite i due gruppi di affiliazione della mafia nigeriana che agiscono in particolare in Piemonte occupandosi di droga e prostituzione. Molto duri e sanguinari sarebbero i riti di iniziazione per essere affiliati ai clan. Decine le perquisizioni di questa mattina. Sarebbero una trentina le persone arrestate (14 in Piemonte) e una decina quelle ricercate.

Il “cult” Maphite, meno in vista rispetto ad altre famiglie mafiose, gestisce traffici illeciti come prostituzione e spaccio di droga, ma anche il riciclaggio nel Paese di origine del denaro dato dall’attività illegale, da quanto descritto nella “Green Bible” (Bibbia Verde), intercettata in un pacco diretto dalla Nigeria verso il capoluogo piemontese. Nel codice della mafia nigeriana “Mario Monti” era il riciclaggio di denaro, ma nella “Bibbia Verde” non ci sono solo le istruzioni per l’attività illegale, sono anche descritti la struttura del clan Maphite, le regole, le cariche e le investiture, i riti di iniziazione e le punizioni.

Il basco verde simbolo del cult Maphite

A portare avanti l’operazione di questa mattina sono stati la squadra mobile della Polizia, il reparto di polizia giudiziaria della Polizia Municipale, parte della squadra Antitratta della Procura. L’inchiesta è stata condotta dal procuratore aggiunto Anna Maria Loreto e dal suo sostituto Enrico Arnaldi di Balme. Loreto ha descritto il cult come “un gruppo verticistico con regole ferree, riti di iniziazione violentissimi e violente punizioni a chi si ribella”.

“C’è una caratteristica comune in questi gruppi. Che nascono e si sviluppano dando protezione ai loro connazionali e sviluppando una sorta di giustizia parallela, spietata e criminale. È una caratteristica di tutte le mafie: si offre protezione, si chiede un compenso, si impone la protezione e infine si punisce chi non la accetta. Reprimere questi fenomeni in modo incisivo significa organizzare una giusta e doverosa repressione penale, esercitando scelte intelligenti di politica giudiziaria”, è quanto dichiarato da Paolo Borgna, procuratore vicario di Torino.

Non è mancato il commento su Facebook del Ministro degli Interni Matteo Salvini:
“Maxioperazione contro la mafia nigeriana, alla faccia di chi ne negava l’esistenza…
Grazie a Forze dell’Ordine e inquirenti.
L’Italia non ha bisogno di questo tipo di immigrazione. Porti chiusi, galere aperte!”

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