Seguici su

Ambiente

Stoviglie e imballi compostabili: la Città metropolitana di Torino invita a non buttarli nell’organico

Avatar

Pubblicato

il

La consigliera metropolitana della Città Metropolitana di Torino, delegata all’ambiente e vigilanza ambientale, risorse idriche e qualità dell’aria, tutela flora e fauna, parchi e aree protette, Barbara Azzarà, è intervenuta sul tema della produzione di beni e imballaggi che riportano l’indicazione “compostabile”. La consigliera ha sottolineato le criticità legate al significativo e crescente utilizzo di questo tipo di rifiuti e al loro scorretto conferimento nella raccolta dell’organico.

In proposito ha inviato una lettera a tutti i consorzi e gestori della raccolta urbana del territorio: Consorzio di Bacino ACEA, Consorzio di Bacino CCA, Consorzio di Bacino CCS, Consorzio di Bacino CADOS, Consorzio di Bacino CISA, Consorzio di Bacino COVAR14, Consorzio di Bacino 16, Consorzio di Bacino 18, Acea Pinerolese Industriale S.p.a., ACSEL, AMIAT, CIDIU, Società Canavesana Servizi, SETA, Teknoservicee per conoscenza anche a Regione Piemonte e ATO-Rifiuti Torinese.
Nel testo Barbara Azzarà è partita dall’interpretazione “non sempre corretta dei recenti interventi normativi europei, la Direttiva 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente e di come, per evitare il consumo di prodotti monouso in plastica, si stia semplicemente sostituendo il materiale con cui questo viene realizzato senza invece promuovere comportamenti ambientalmente sostenibili”.

Si tratta di una lunga serie di prodotti, dichiarati compostabili, la cui produzione è considerevolmente cresciuta nell’ultimo anno. Sotto questa dicitura vengono attualmente commercializzati prodotti a base di carta o di polpa di cellulosa, oltre ad una vasta serie di beni e imballaggi in bioplastica come sacchetti rigidi e stoviglie usa e getta.
A proposito della bioplastica si pensi che il suo consumo nel 2018 è stato, secondo Assobioplastica, di 88.500 tonnellate, il 90 per cento dei quali impiegato per la produzione dei sacchetti che tutti utilizziamo per la spesa e per il confezionamento primario per i prodotti dell’ortofrutta, carne e pesce. Il rimanente riguarda la produzione di beni monouso.

“E’ ormai generalmente accettato il messaggio, veicolato anche dai media nazionali, ma soprattutto dai social network, che tutto quanto marchiato compostabile possa effettivamente essere trattato negli impianti di gestione del rifiuto organico e che attraverso il processo industriale contribuisca alla produzione di compost – ha scritto la consigliera nella lettera – Questo ha portato anche molte amministrazioni a promuovere la sostituzione di beni usa e getta in plastica con analoghi beni usa e getta in materiale diverso dalla plastica tradizionale, come se il problema fosse esclusivamente il materiale con cui sono realizzati tali beni e non l’utilizzo effimero.
Nei mesi scorsi i miei Uffici hanno condotto una ricognizione sui maggiori impianti presso i quali viene conferito il rifiuto organico prodotto nel territorio della Città Metropolitana di Torino, al fine di acquisire informazioni relativamente alle modalità di gestione di questa particolare tipologia di rifiuto. La ricognizione ha evidenziato che in tutti gli impianti che hanno risposto alla richiesta di informazioni, il rifiuto di carta o a base di polpa di cellulosa è trattato nel processo produttivo, mentre tutte le matrici (beni e imballaggi) definite come “non spolpabili” (es. bioplastica, Mater-bi, pannolini con indicazione biodegradabili, ecc..) vengono selezionate meccanicamente in testa al processo e avviati a smaltimento come scarti con un evidente aggravio dei costi (finanziari e ambientali). Rappresenta una significativa criticità inoltre la gestione di flussi omogenei di rifiuto indicato compostabile, laddove ad esempio derivi da eventi temporanei o grandi utenze”

La proposta, secondo Azzarà, non solo è quella di non promuovere il consumo di beni usa e getta, “sarebbe auspicabile”, ma di scoraggiare il loro conferimento in raccolta differenziata nella frazione dell’organico.
“Si richiama esplicitamente la gerarchia per la corretta gestione dei rifiuti – prosegue il testo della lettera – che prevede prioritariamente la riduzione e il riutilizzo, e la già citata direttiva sulla riduzione di alcuni prodotti in plastica: la lettura coordinata delle due direttive mi porta a sottolineare come sia prioritario privilegiare sempre e dove tecnicamente è possibile il ricorso a beni/imballaggi non usa e getta (ad esempio stoviglie almeno per il consumo dei cibi non da asporto, sacchetti per la spesa, etc). Un altro ambito di grande produzione di questa tipologia di rifiuti sono gli eventi temporanei (come sagre e concerti): anche in questo caso è necessario privilegiare strumenti e modalità gestionali finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti ricorrendo all’utilizzo di stoviglie non monouso anche attraverso il vuoto a rendere con cauzione”.
La consigliera metropolitana ha invitato i consorzi ad intervenire nella comunicazione ai cittadini ed alle amministrazioni comunali per sottolineare in maniera incisiva l’importanza della riduzione della produzione di rifiuti prima ancora di una loro corretta gestione.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *